Missione di salvataggio

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Rientrai silenziosa da dove ero uscita. Per fortuna nessuno si era accorto della mia assenza. Rapida risalii in camera mia, chiusi la porta e cercai nell'armadio la spada angelica che Daniel mi aveva donato tempo addietro. La estrassi dal suo fodero in cuoio: era bellissima con il suo colore immacolato e le antiche scritte disseminate lungo tutta la lama.

Provai a impugnarla e rimasi sorpresa quando mi accorsi che era leggerissima nonostante la sua mole. Altra sorpresa fu scoprire che s'ingrandiva secondo chi la impugnava. Quando Daniel me l'aveva data, era piccola quanto un pugnale, ora era una spada in piena regola, come quella di un cadetto militare.

Rimasi qualche altro secondo a fendere l'aria intorno a me. Non sapevo tirare di spada, era una lacuna che dovevo colmare al più presto e in questo mi avrebbe certamente potuto aiutare Lucas. La riposi nella sua custodia e la nascosi di nuovo nello zaino.

Mi cambiai d'abito e indossai un paio di pantaloni aderenti neri con un lupetto dello stesso colore. Non volevo dare nell'occhio quindi dovevo mimetizzarmi nella notte come un ninja. Unico problema ancora da risolvere era il "come" arrivare fino a Milano.

Azzardai di realizzare l'idea che mi frullava per la testa.

Prenderò la macchina di mamma... Sì, appena se ne andrà a dormire, così non si accorgerà di nulla. Pensai.

Nelle ultime settimane a causa dell'incalzare della gravidanza crollava per la stanchezza in prima serata, anche se poi la mattina era la prima ad alzarsi.

Le mie previsioni non furono smentite, la casa diventò silenziosa verso le ventitré.
Papà come d'abitudine si mise a leggere, a letto, accanto alla mamma e la nonna si rinchiuse in camera sua, come sempre, fino al mattino successivo.
La via era libera.
Sgattaiolai silenziosa lungo le scale fino al piano inferiore e, prese le chiavi dal solito cassetto, corsi a prendere la macchina in garage. Non fu semplice aprire manualmente il cancello per non fargli emettere suoni sospetti, ma alla fine riuscii a cavarmela anche in quello.
Salii a bordo dell'auto senza fare il minimo rumore.

Ora la seconda parte del mio piano... mettere in moto senza far casino!

Accesi il motore e ringraziando al cielo nessuno si accorse della sua messa in funzione perché molto silenzioso. Salii la rampa a fari spenti e rapida oltrepassai il cancello.

«Okay, ora comincia il gioco duro, signorina!» dissi a me stessa per incoraggiarmi.

Guardai dallo specchietto retrovisore, tutto era tranquillo.
Percorsi ancora cento metri al buio poi, finalmente, accesi la fanaleria.
«Va bene, si parte!» Schiacciando l'acceleratore, presi a volare per la provinciale deserta fin verso l'autostrada. Per un po' anche lì proseguii spedita, poi fui costretta a rallentare causa lavori sulla corsia d'emergenza e a quel punto decisi che fosse meglio uscire e percorrere la SS 33 del Sempione.
Ci volle mezz'ora in più per raggiungere la mia destinazione, ma almeno ebbi il tempo di riflettere su cosa avrei detto a Lucas per la mia improvvisata.

La maggior parte dei pub sui Navigli sono chiusi il lunedì sera, così fu facile trovare parcheggio.
Sostai proprio di fronte al locale.
La saracinesca era abbassata solo a metà e le luci all'interno erano accese, con molta probabilità qualcuno stava pulendo.
Scesi dall'auto e mi avvicinai con cautela, non volevo spaventare chi si trovava all'interno.
Bussai piano sulla porta a vetro.
Una ragazza dai capelli rosso fuoco venne subito ad aprire.

«Siamo chiusi!» disse da uno spiraglio.

«Ehm, sì scusa, lo so! Ma sto cercando Lucas... E' qui?»

Lei mi guardò sorpresa. «Chi sei?» chiese con fare circospetto.

«Sono Sarah. Ti prego fammi entrare, devo parlare con lui... E' un'emergenza!»

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now