Schermaglie...

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Quando mi risvegliai, mi ritrovai distesa e coperta da un pile.
Mi stropicciai gli occhi ancora assonnati e notai che seduta sulla poltrona di fronte a me c'era la nonna immersa nella lettura di un libro.

«Ciao» le dissi serena.

«Ciao» rispose  senza spostare lo sguardo dalla pagina.

«Dov'è Daniel?» chiesi appena mi resi conto della sua assenza.

«È uscito con tuo padre» replicò ermetica.

«Ah, giusto, la macchina», rammentai la loro chiacchierata del mattino. Mi tirai su e ciondolando andai in cerca di mia madre, la trovai in cucina intenta a preparare la sua borsa da lavoro.

«Ciao, mamma!» salutai.

«Oh, ciao tesoro! Hai fatto un bel sonnellino, vedo! È stata dura oggi, eh?»

«Sì, ero distrutta!» ammisi sincera.

«Lo so, Daniel me l'ha detto!» disse allegra, «D'altronde il quadrimestre è agli sgoccioli, è normale che vi spremano come limoni!»

Non la vedevo così felice da un sacco di tempo, forse l'avermi rivelato tutta la verità e l'aver accettato la morte della sorella cominciavano a sortire un benefico effetto su di lei.

«Che stai facendo?»  chiesi guardando tutta l'attrezzatura fotografica sparsa sul tavolo.

«Un po' d'ordine. Volevo andare a fare qualche scatto. In giro ho visto che ci sono già molte ginestre cariche di germogli, il sole caldo di questi giorni le ha fatte crescere.»

La sua ripresa era evidente, ne fui contenta.
«Posso venire con te?»  chiesi nella speranza che mi permettesse di farle da assistente.

«Ma certo! Ho bisogno di un aiuto!»
Sorrisi felice e continuai ad osservarla mentre sistemava.
Mi faceva uno strano effetto guardarla: la pancia ormai era esplosa in tutta la sua bellezza e ciò nonostante era rimasta leggera anche aumentando di peso... la fortuna di essere alta e slanciata!
Michael là dentro cominciava a stare un po' stretto; ormai mancavano poco più di quattro settimane alla sua nascita ed era già in posizione, per fortuna, quindi il parto si preannunciava tranquillo.
La mamma finì di sistemare le sue cose. Io mi preparai una tazza di cioccolata calda.
«Ne vuoi un po'?» chiesi per non scatenarle qualche voglia improvvisa.

«No, grazie tesoro», rispose ancora indaffarata.
Caricò la sua reflex e mi fece qualche scatto di prova. «Sorridi!» disse cogliendomi di sorpresa.

«NO, non vale!» protestai io allegra.

Avevo appena finito di bere la cioccolata e un baffo cremoso mi si era formato proprio sotto il naso.
«Sei ridicola!» disse ridendo e facendomi vedere la foto sul display.
Ridemmo di gusto.
Era da tanto tempo che non sentivo la sua risata cristallina riecheggiare per la casa.
La nonna sentendoci così allegre venne a indagare.
 
«Che cosa avete voi due da ridere così a crepapelle?» disse appena mise piede sulla soglia.

Le bastò solo guardarmi per esplodere a sua volta in una grassa risata. A quel punto il gusto del gioco mi prese la mano e continuai a fare versetti e boccacce.
Ridemmo tutte e tre fino alle lacrime, fin quasi allo sfinimento. Poco dopo, quando mio padre e Daniel rientrarono, avevo ormai esaurito le forze e mi faceva male la pancia. Loro, però, non si accorsero di nulla perché erano intenti in un fitto discorso su finanziamenti e rate.
Sentendomi ridicola oltre misura, corsi a pulirmi la bocca.

La mamma si avvicinò a mio padre e gli raccontò la scenetta, lui sorrise nel vederla così rilassata e tranquilla.
La nonna invece, contro ogni logica, si adombrò un'altra volta. La scrutai di sbieco, ma lei m'ignorò e girando su se stessa uscì dalla cucina.
Decisi che era arrivato il momento di affrontarla.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoOnde histórias criam vida. Descubra agora