La verità nascosta

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A causa della forte emicrania che mi perseguitava ormai da un'ora, mi alzai e andai a prendere nell'armadietto dei medicinali dell'aspirina. Rimasi di stucco quando, aperta la porta del ripostiglio dov'erano conservate le medicine, trovai la mamma in bilico sulla scala.

«Mamma che fai?» chiesi stupita. Stava cercando di prendere qualcosa in alto su uno degli scaffali.

«Niente, cercavo solo di prendere quello scatolone» disse indicando una vecchia scatola riposta nella parte più isolata dello scaffale.

«Lascia, faccio io! Sai che non dovresti fare certe cose!» la ammonii. Lei non reclamò.

Salii sulla scala e in un baleno afferrai il vecchio contenitore. Sopra vi era scritto Estate 1989.*
Rimasi perplessa perché durante il trasloco non mi ero accorta di quella scatola così ingiallita e malconcia.

«Tieni» dissi passandogliela con attenzione. «Ma che cos'è?» chiesi ormai incuriosita.

I suoi occhi brillarono e senza dir nulla girò sui tacchi prendendo la via della sua stanza.

«Ehi!» protestai «Aspetta un attimo! Che cosa c'è dentro quella scatola?»

«Niente, torna pure alle tue cose!» rispose noncurante, richiudendosi la porta alle spalle.
Ero allibita, non mi aveva nemmeno ringraziato. Lì dentro doveva esserci un qualche tipo di segreto che custodiva gelosamente e che non voleva conoscessi.
Rassegnata mi concentrai su ciò per cui ero andata nel ripostiglio.
Le tempie mi battevano all'unisono col cuore, mi sembrava di avere la testa sotto una campana dove qualcuno si divertiva a battere furiosamente. Presa la scatoletta bianca e verde, richiusi lo stanzino e scesi in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Arrivata giù, però, trovai mio padre seduto, immobile e con lo sguardo perso nel vuoto. Dapprima pensai che fosse sfinito per la fatica fatta per liberare dalla neve il passo carraio e la rampa del garage.

«Ciao papà» dissi mentre mi accingevo a buttar giù la pastiglia.

«Oh, sei tu! Non ti ho sentito arrivare...» disse frastornato. Mi voltai a guardarlo. Aveva il volto cereo come se avesse appena visto un fantasma.

«Papà va tutto bene? C'è qualcosa che non va? Perché hai quella faccia?» chiesi preoccupata.

«Niente, solo tristi ricordi.» Lasciò cadere il discorso, lì per lì non capii.

«Ah, allora questa deve essere un'epidemia di nostalgia! Natale può avere questi effetti al quanto vedo!», esclamai stupita, «La mamma mi ha appena fatto tirar giù da uno scaffale nel ripostiglio una scatola del 1989!» dissi in tono leggero per sdrammatizzare.

«CHE COSA!!» urlò lui, immediatamente allarmato e drizzatosi sulla sedia.
Rimasi turbata dalla sua reazione.
Possibile che quella scatola significasse qualcosa per entrambi?

Papà si alzò in un lampo e a grandi falcate, senza aggiungere altro, uscì dalla cucina lasciandomi pietrificata.

Oh, oh... Mi sa che ho fatto un bel pasticcio! Pensai sgomenta.
Istintivamente lanciai il bicchiere nel lavello e corsi al suo inseguimento. Quando risalii su per le scale, quasi mi schiantai contro la porta della loro camera.

Accidenti, troppo tardi! Aveva appena richiuso la porta alle sue spalle. Non mi scoraggiai e rimasi in ascolto qualche secondo, ma non udii nulla, nemmeno una parola.

Ma che sta succedendo in questa casa ? La giornata era iniziata bene ed ora mi sembra di vivere in un'altra dimensione parallela! Devo scoprire che cosa sta sconvolgendo i miei genitori. Pensai risoluta. Silenziosa rientrai in camera mia e mi nascosi al buio. Cercando di non fare il minimo rumore, mi concentrai per sentire cosa stessero dicendo dietro quella porta.
Dapprima cercai di  localizzare il battito dei loro cuori, poi lentamente mi focalizzai sulle voci.
La voce sommessa di mio padre irruppe nelle mie orecchie amplificata: «Lily ti rendi conto di quello che succederà appena le svelerai la verità? Nostra figlia non è ancora pronta per sopportarne il peso! Dalle tregua! È appena morta sua zia... il suo ragazzo l'ha abbandonata e poi tra pochi giorni sarà il suo compleanno!»

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now