Età adulta

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Il mese di maggio portò con sé un caldo anomalo, un vero anticipo della stagione estiva. Le temperature, infatti, toccarono i 26°, così a metà mese ci ritrovammo già in piena estate più che a metà primavera.

Una domenica Daniel ed io andammo in gita al mare.

All'inizio per me fu un po' triste perché associai la spiaggia al ricordo della morte di zia Eleonora... rivedere il suo amato lido mi fece un po'male, ma poi col passare delle ore riuscii a rilassarmi perché rammentai che ormai vegliava su di noi, da lassù.

Passeggiammo per un po' mano nella mano, lungo il litorale.
La sabbia, piacevolmente morbida sotto i piedi scalzi, mi trasmetteva una sensazione di libertà insolita e mi fece quasi dimenticare che mancava meno di un mese all'esame di maturità. Quella, infatti, sarebbe stata l'ultima gita prima del grande sprint finale.

Il mio amore per quel giorno aveva pensato proprio a tutto. Aveva trovato un angolino riparato vicino agli scogli e dispiegato una grande stuoia sulla sabbia per farmi accomodare al suo fianco. Io mi distesi riconoscente e subito chiusi gli occhi. Avevo veramente bisogno di rilassarmi per allentare tutta la tensione accumulata nell'ultimo periodo.
L'odore salmastro del mare mi riempiva i polmoni e la calda sabbia lentamente mi distese.
Il verso dei gabbiani, che si libravano leggeri nell'aria, mi riportò alla mente le estati passate su quella spiaggia quando ero bambina e così cullata dai dolci ricordi, mi assopii.

Quando al mio risveglio trovai tutto attrezzato per un picnic, rimasi molto stupita.

«Ciao», disse Daniel guardandomi intenerito.

«Scusa, mi sono addormentata...» replicai arrossendo perché l'avevo lasciato solo.

«Non preoccuparti, almeno ho avuto il tempo di fare questo», disse mentre mi mostrava il piccolo banchetto allestito per me.
Era stato molto romantico da parte sua, sapeva che amavo quel genere di cose.
Aveva pensato a tutto.
C'erano tutte le golosità che più adoravo: frutta di stagione, dolcetti, panini al sesamo e alle olive farciti con prosciutto.
«Grazie» dissi schioccandogli un bacio sulle labbra.
Sorrise contento e mi avvolse con le braccia. Consumammo il nostro pranzo in silenzio e tranquillità.

Il sole cominciava a scottare.

«Wow! Comincia a fare caldo, adesso» dissi soprappensiero mentre mi sfilavo la maglietta e restavo in costume. La mia era una semplice constatazione, non un'esortazione a fare qualcosa, ma Daniel non attese nemmeno un secondo in più che subito si attivò. Scattato in piedi, iniziò a montare il piccolo ombrellone che si era portato dietro.
«Grazie, ma non devi disturbarti. Davvero, sto bene così!» replicai colpita per tutta quella premura perché non ne capivo la necessità.
Daniel non rispose, ma si limitò a sorridermi.
Quando faceva così era adorabile ma, contemporaneamente, mi metteva in agitazione perché mi sembrava di non fare abbastanza per lui.
Dopo essersi riaccomodato dietro di me, mi riavvolse nuovamente fra le sue braccia. Volevo fare anch'io qualcosa di carino per lui così presi qualche ciliegia dal cesto innanzi a me e iniziai a imboccarlo.

«Ti piace?» chiesi sollevando il volto verso di lui.

Lui mi baciò prima sulle labbra, poi rispose: «Sì, era un secolo che non mangiavo ciliegie così dolci!»
Sorrisi.
Da quando era ritornato umano, stava riscoprendo i cinque sensi giorno dopo giorno.
La frutta e la verdura erano diventati i suoi alimenti preferiti. E sempre più spesso lo vedevo girare per casa sgranocchiando carote, finocchi e gambi di sedano crudi; a volte faceva razzia di interi piatti stracolmi di frutta fresca.
Gli diedi un altro bacio. «Ti amo Daniel!» dissi serena e mi strinsi contro il suo petto scultoreo.
Sorrise e mi baciò sul collo. I soliti brividi mi pervasero.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoOnde histórias criam vida. Descubra agora