Il funerale

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Quattro giorni dopo, passate le Festività dei Morti, furono celebrati i funerali.

Il permesso per dare una degna sepoltura alle spoglie mortali di Eleonora era finalmente arrivato. La mamma volle che la funzione funebre fosse celebrata dove erano state battezzate, dal parroco che le aveva viste crescere.
La chiesa, in un quartiere residenziale alle porte di Milano, era gremita di gente.
Don Virginio elogiò commosso le buone qualità di Eleonora, ricordò ciò che aveva fatto negli anni per i bimbi del quartiere e per le loro famiglie disagiate.
La cerimonia fu breve e terminò solenne con l'uscita del feretro seguito da un lungo corteo commosso e silenzioso. Più della metà delle persone venute a onorare la sua memoria erano a me sconosciute. Alcuni erano suoi clienti, altri amici, altri semplici conoscenti.
La mia amica Lalla, purtroppo, non aveva potuto essere presente a causa di una brutta influenza che l'aveva bloccata a letto, ma per farsi perdonare l'assenza, mi aveva chiamato quella stessa mattina per tirarmi un po' su di morale.
Rimasi colpita nel vedere presente la mia classe al completo.
C'erano tutti meno una, ovvio.

La giornata non era come me l'aspettavo, fredda e uggiosa, ma era un vero tripudio di colori autunnali resi ancor più scintillanti dai caldi raggi solari. Forse lassù, qualcuno, in memoria del suo sacrificio, aveva deciso di porgerle così l'ultimo saluto.
La mamma si sciolse in un mare di lacrime ed al suo fianco mio padre la sorresse per tutto il tempo sussurrandole parole di conforto. Nonna Evelina era accanto a me, una fila più indietro e il suo sguardo mesto parlava da solo.
Pian piano in pochi minuti giungemmo tutti al cimitero.
Il silenzio che percepivo, interrotto solo da qualche singhiozzo che si sentiva volare tra la piccola folla, regnava sovrano, surreale. All'entrata del cimitero mia madre quasi urlò per lo strazio.
Io mi sentii impotente, svuotata, sola.

L'immagine che ancora ho nel cuore è indelebile, significativa. I colori dei vari vasi di crisantemi disseminati ordinatamente su ogni tomba contrastavano con i sentimenti tangibili che ognuno di noi aveva in se o mostrava sul volto in sofferenza. Anche gli odori delicati che si sentivano fluttuare non erano d'aiuto ad alleviare il dolore.

Raggiunto il luogo della sepoltura mi dovetti fermare e inspirare profondamente. Non ero pronta a vedere quello che poi ho vissuto con ogni singola molecola del mio corpo.
Gli addetti alla sepoltura lentamente sistemarono il feretro dinnanzi la tomba di famiglia. Osservarono con solennità il prete che si fece largo tra la folla.
Il Don disse due parole di saluto e dopo aver benedetto la bara diede il segnale per proseguire con la sepoltura.

Fu lì, in quell'istante, che sentii il mio cuore cedere al dolore.
L'avevo trattenuto per troppo tempo.
Avrei voluto urlare al mondo che non era giusto, che dovevano fermarsi e che rivolevo indietro mia zia, ma un qualcosa mi tenne salda alla realtà.
Sapevo che quello ormai era solo un involucro ove erano custodite le spoglie di Eleonora.
La sua anima era libera, in pace e al sicuro. 

Sospirai e con un filo di voce chiesi se potevo adagiare sulla bara le tre rose bianche che mi ero portata per tutto il tempo appresso.
Quando finii, calarono la semplice bara di mogano nel grande sepolcro di famiglia e il nodo che avevo in gola mi fece tossire.
Per un attimo mi sembrò tutto irreale.
Esattamente un anno prima mi ero recata in quello stesso luogo proprio con Eleonora per salutare i miei nonni materni morti quando ancora ero piccola.
E ora ero lì per lei...
Una lacrima sfuggì al mio controllo e mi portò a singhiozzare rumorosamente.
Quando mi voltai per celare la faccia agli amici, trovai Alex al mio fianco che mi guardava con aria commossa.
Nel suo cappotto a tre quarti, nero carbone, era bellissimo. I capelli dorati risplendevano sotto i raggi del sole. I suoi caldi occhi nocciola per un attimo incrociarono i miei pieni di lacrime.
Un tuffo al cuore mi dilaniò ulteriormente il petto e senza rendermene conto mi gettai tra le sue braccia. Lui, senza battere ciglio, mi abbracciò forte e non disse nulla.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now