Modelli per caso

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Dopo Pasqua iniziò un nuovo periodo di stress.
La maturità si avvicinava e le materie da studiare diventarono sempre più impegnative.

Una domenica mattina, dopo la mia solita ora di allenamento, mia madre mi sorprese con una proposta: «Ti va di venire con me oggi?» mi chiese quasi imbarazzata.

«Certo, se mi dici prima dove vuoi andare!» ribattei allegra.

«Scusa hai ragione... E' che vorrei andare a vedere un posto, qua vicino, per scattare qualche foto...» continuò con quello strano tono.

«Va bene mamma, ma perché me lo chiedi in questo modo? Sembri un cane bastonato!»

«Perché non vorrei disturbarti. Magari tu e Daniel avete altri programmi per oggi, non so...» ribatté ancora impacciata.

Il suo atteggiamento mi lasciò un attimo perplessa sembrava quasi che avesse paura di me o di Daniel.

«Nessun programma!» esclamò Daniel, guardandomi con assenso e venendomi in aiuto «Lily non preoccuparti, Sarah è libera di fare ciò che vuole oggi, non c'è alcun programma, anzi sai che ti dico? Che ne approfitterò per spupazzarmi un po' il mio nipotino!» disse avvicinandosi al mio fratellino che beato riposava nel dondolino vicino al divano.

Tirai un sospiro di sollievo e scrutando il volto rasserenato di mia madre replicai giuliva: «Vedi, andiamo! Che aspetti?». Lei mi guardò riconoscente, quasi le avessi fatto un gran regalo.
Probabilmente sentiva il bisogno di staccare un po' la spina e stare un po'sola con me.

Preparò la borsa con tutto l'occorrente e dei panini per il pranzo. E a metà mattinata, partimmo per la nostra gita. La destinazione era a me sconosciuta, così appena salii in macchina, chiesi informazioni più dettagliate.

 «Allora... Dov'è che vuoi andare?» chiesi curiosa.
Mia madre mi guardò un attimo assorta, poi rispose «Al Lago d'Elio... Non ne hai mai sentito parlare?»

Risposi con uno sguardo interrogativo perché non conoscevo quel lago, non l'avevo mai sentito nominare.

«No, certo, come potresti conoscerlo...» rifletté lei ad alta voce, aveva capito che brancolavo nel buio.

«Infatti!» replicai. «Ma perché vuoi andare lì, cosa c'è di tanto interessante?»

Prese un respiro profondo e poi parlò: «Beh, mi ha affascinato la leggenda che c'è dietro. L'ho scoperta per caso navigando su internet qualche giorno fa...»

«Uhm... ed è una storia interessante?» replicai a quel punto perplessa, qualcosa mi diceva che ci stavamo per ficcare in qualche strana situazione.

«Sì, abbastanza. Se vuoi, te la racconto.»

«Direi! Ora mi stai facendo morire di curiosità!» esclamai girandomi a guardarla impaziente.

«Va bene. Allora senti... Si racconta che in tempi lontani, dove ora sorge il lago esisteva un paese, il più ricco e fiorente dell'intera valle. Il benessere, purtroppo, corruppe gli animi dei suoi abitanti e fece loro dimenticare l'esistenza di Dio e della sua misericordia.
Dio, un giorno, stanco di vedere tutta quell'iniquità tra ricchi e poveri, decise di punirli. Così una mattina iniziò a inondare il paese. Quando il sole giunse al tramonto, il campanile della chiesa non esisteva più perché era stato completamente sommerso dall'acqua e con esso anche tutti gli abitanti del paese; tutto scomparve e così nacque il Lago D'Elio.»

«Caspita, ho i brividi!», dissi sinceramente colpita dal racconto, «Ma se il paesino non esiste più, perché t'interessa tanto andare lì?»

«Perché ho visto il lago sulla mappa satellitare e mi ha colpito il luogo... Vedrai è un posto incantevole!» esclamò convinta.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن