Come in un bellissimo sogno...

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La sera seguente, come da programma, uscimmo con i nostri amici. La pergamena era al sicuro, così potei dedicarmi anima e corpo alla nostra serata.
Indossai un tubino nero e mi truccai, come non facevo da tempo. Dopo tutto lo stress degli ultimi avvenimenti era il minimo che potessi fare per apparire un po' più sana!

Daniel si mostrò molto affettuoso con me e la discussione del giorno prima sembrò essere ormai lontana anni luce. Anche lui per l'occasione si rese più bello indossando una camicia blu come il colore dei suoi occhi... Era così tanto affascinante- da mozzare il fiato!- che persino mia madre appena lo vide, gli propose di farle da modello per un servizio fotografico in programma a settembre. 

Papà ci prestò la macchina come promesso.
Mi sentivo emozionata come una ragazzina al suo primo appuntamento. I problemi che fino il giorno prima parevano insormontabili, ora sembravano essersi dissolti nel nulla, come nebbia al sole. Sulla morte della signora Sforza era calato un silenzioso sipario. Non se ne parlò più e nemmeno mio padre proferì parola in proposito, forse per non turbare mia madre.
La neve durante la notte cessò di cadere e fu sostituita da una fine pioggerella che liberò le strade.

Stefano quella stessa mattina, in classe, fu molto entusiasta del cambio di programma. Alice un po' meno, perché aveva sperato fino alla fine in un'uscita romantica a quattro. Dal canto mio non volevo deluderli e stavo facendo di tutto perché la cosa andasse per il verso giusto. Anche per me era importante quell'uscita.

Verso le ventuno passammo a prenderli a casa di Alice, che abitava con i suoi genitori in un palazzo signorile in San Babila. Daniel, non trovando parcheggio nei dintorni, decise di fermarsi in doppia fila dinanzi al portone principale.
«Resta in auto, vado a chiamarli!» disse appena fermata l'auto.
Accennai un sì con il capo e rimasi a guardarlo mentre citofonava. Alice doveva avergli aperto il portone e invitato a entrare perché mi fece cenno di aspettare.

Va bene. Pensai. Se proprio devi...

Accesi la luce e aprii lo specchietto dell'aletta para sole per controllare trucco e capelli... Ero perfetta! Solitamente non curavo molto il mio aspetto, ma quella sera volevo apparire al meglio. 

Quando spensi la luce, però, trasalii.
Dietro la mia auto si era fermato un altro veicolo.
Rimasi col fiato sospeso.

Qualcuno scese, si avvicinò al mio sportello e bussò gentilmente sul finestrino. Solo in quel momento riconobbi il volto amico che mi sorrideva e potei finalmente tirare un sospiro di sollievo. Girai la chiave nel quadro d'accensione e abbassai il finestrino.
Lo sguardo sereno e affettuoso di Alex mi rassicurò all'istante.

«Ciao!» esclamai sorpresa.

«Buonasera, signorina DeLuca!» disse lui in tono scherzoso.

«Che ci fai da queste parti?» chiesi ignara.

Alex scoppiò in una risatina divertita. «Non lo sai?» disse con fare burlone , «Daniel non ti ha detto niente?»

«No, perché?» replicai stridula, quasi alterata , «Che cosa doveva dirmi?», cadevo dalle nuvole. Sulla mia faccia doveva esserci un'espressione idiota perché continuò a ridere senza ritegno.

Da quando voi due confabulate alle mie spalle? Pensai tra me.
Iniziavo a stare sulle spine.
Che cosa avevano da nascondermi quei due?

«Ah, no! Non sarò certo io a rovinarti la sorpresa!» replicò lui, alzando le mani divertito. Rimasi in silenzio a riflettere, ma non mi venne in mente nulla che potesse suggermi di cosa si trattasse.
Mi arresi e attesi che Daniel tornasse.

«Allora come stai?» chiese Alex appena tornato serio.

«Bene, grazie, e tu?»

«Non c'è male...Anzi direi che va alla grande!» e mentre pronunciava quelle parole, lanciò un'occhiata verso la sua auto.
Incuriosita, mi voltai e notai che a bordo c'era qualcuno. «Chi è?» chiesi senza riserbo e con un pizzico di gelosia.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now