Inizio addestramento

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Una calda carezza mi risvegliò all'alba.
Daniel mi stava guardando come un innamorato contempla la sua amata. Ne fui lusingata.

«Buongiorno!» mi sussurrò lieto.

«Ciao» risposi serena. Le angosce della notte erano finalmente svanite.

Daniel si alzò dal mio letto e si mise a sedere sulla sedia accanto allo scrittoio. Non sollevò nemmeno per un attimo il suo sguardo da me. Arrossii perché era la prima volta che mi vedeva al mio risveglio... dovevo essere orrenda con i capelli arruffati e la faccia appiccicosa per le lacrime versate la sera precedente.
Mi stiracchiai e mi misi a sedere sul letto, poi anch'io iniziai a osservarlo rapita. Continuammo così per qualche minuto, poi fui costretta ad arrendermi: era troppo bello perché resistessi ancora a lungo, avrei finito col commettere qualche sciocchezza.

«Ti dispiace se vado a darmi una rassettata?» chiesi imbarazzata.

«No, certo, fai pure però cerca di essere rapida, non abbiamo molto tempo a disposizione, tuo padre si sveglierà tra poco» precisò.

«Okay!» esclamai fiondandomi in bagno.

Dieci minuti dopo eravamo fuori, in giardino.
Il sole non si era ancora alzato ma già rischiarava le tenebre intorno. Ci inoltrammo nella pineta e lì, sotto una verde tettoia di fitti rami che toccavano il suolo rossiccio, trovammo un piccolo spiazzo ben celato.
Daniel si mise di fronte a me.

«Allora» disse serio, come un vero insegnante «Da adesso dovrai ascoltarmi attentamente. Fa come ti dico, concentrati e vedrai che tutto andrà bene.»
Annuii.
«Bene, cominciamo! Chiudi gli occhi.»
Feci come chiese.
«Pensa intensamente a qualcosa di bello... un oggetto, qualcosa che ami tanto e da cui non ti separi mai.»

D'istinto pensai a lui, ma non era un oggetto. Cercai di concentrarmi meglio.
Un braccialetto d'argento apparve nitido davanti ai miei occhi, era quello che indossavo da quando avevo quindici anni. Lo focalizzai e attesi istruzioni. Daniel non si fece attendere:

«Ora prova a farlo svanire. Pensa nella tua mente che vuoi farlo sparire! Ce la puoi fare... nascondilo...»

Bracciale che diventava invisibile... bracciale invisibile... bracciale invisibile... Ripetevo tra me. Visualizzai il bracciale che diventava invisibile. Di colpo sentii sul polso uno strano formicolio e quando riaprii gli occhi vidi che era scomparso. Rimasi allibita.

«Ma!» esclamai «Continuo a sentirlo sul polso, com'è possibile?»

Daniel sorrise soddisfatto, avevo superato la prima prova.

«Si chiama illusione sensoriale... Con questa tecnica imparerai a nasconderti allo sguardo del nemico», spiegò.

Ero impressionata, non sapevo come fossi riuscita a farlo, ma fu fenomenale.

«Allenati con altri piccoli oggetti, forza!», mi esortò.

«Va bene!»

Mmm, vediamo... che altro posso utilizzare adesso? Pensai. Ma certo... il medaglione!
Provai a ripetere l'esercizio. Fu più complicato stavolta, ma dopo vari tentativi, ci riuscii.
 Andai avanti per un poco: nascosi una scarpa, un orecchino, la felpa che indossavo.

«Va bene, questo ormai lo sai fare, continuerai ancora domani... ora ti mostro un'altra cosa» disse soddisfatto perché i risultati ottenuti erano davvero incoraggianti.

«Ora... Stendi le braccia davanti a te con i palmi delle mani rivolti verso l'alto», disse serio. Obbedii.
Si avvicinò a me determinato - non lo avevo mai visto così – sollevò le braccia e poggiò le sue mani, strette a pugno, sulle mie. Notai che, al loro interno, brillava qualcosa.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now