Oscure presenze

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Io e mio padre rincasammo presto quella sera.

Riuscimmo a convincere mia madre che era meglio per lei passare qualche giorno dalla sorella, così avrebbe dato abbastanza tempo a nonna Evelina per prepararsi alla convivenza forzata, che l'avrebbe costretta a stare da noi nei mesi successivi. Mamma non fu molto entusiasta della nostra decisione, ma si convinse quando papà le rammentò che era per il bene del bambino e che non doveva farne una tragedia.

La nonna sarebbe stata più che felice di passare un po' di tempo con lei e con il suo futuro nipotino, io ero contenta perché con nonna riuscivo a passare pomeriggi interi a parlare d'arte, musica e quant'altro mi appassionasse, senza dovermi preoccupare di essere capita.
Lei era un'ex professoressa di Storia dell'Arte amava le cose belle e tutta l'arte nelle sue diverse forme. Suonava meravigliosamente il pianoforte e quando veniva a trovarci ne approfittava sempre per rimettere in funzione il vecchio piano verticale di mio padre.

Io non ho mai imparato a suonare, sono negata, ma in compenso so ascoltare la musica con molta passione. Direi che ascoltare musica è una delle mie principali occupazioni nel tempo libero. Spazio da quella classica a quella rock-alternative... amo una miriade di gruppi e cantanti, mi piace molto cantare a squarciagola ai concerti o anche solo sotto la doccia... insomma come una normale ragazza della mia età.

Quella sera appena rientrata a casa, fui proprio io a dare via telefono la lieta novella alla nonna. Lei ne fu molto entusiasta e subito mi disse che sarebbe venuta da noi nel giro di un paio di giorni. La serata passò in fretta. Terminato di studiare preparai qualcosa da mettere sotto i denti. Mio padre si ritirò nella sua stanza molto presto. Era esausto e probabilmente anche un po' preoccupato per mia madre e per il bambino.

Approfittai della solitudine per rinchiudermi in bagno. Sentivo il bisogno impellente di stare immersa nella vasca per rilassarmi. Preparai i sali profumati da metterci dentro.
Appena li versai le piccole pietruzze rosa colorarono allegramente l'acqua e la fragranza di rose si sparse per tutta la stanza. Inspirai profondamente.

«Mmm... che buon profumo!» sussurrai inebriata. Rapida mi spogliai e mi tuffai dentro l'acqua profumata immergendomi fino alla bocca.

Oh, che bello... ci voleva proprio! Pensai. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al dolce tepore. Non so perché, ma pensai subito al caldo abbraccio di Daniel.

Chissà che sta facendo in questo momento... spero solo che non mi stia guardando, altrimenti che vergogna! Avvampai all'istante. Sprofondai sott'acqua con la testa, strinsi gli occhi e trattenni il respiro.
Ai tempi amavo stare in apnea, mi divertivo a forzare sempre più le mie capacità di resistenza. Ho imparato a nuotare sin da piccolissima e andare sott'acqua mi ha sempre donato molto benessere. Il silenzio e la pace che si creano la sotto sono ineguagliabili.

Mi rilassai totalmente, ma la mia pace non durò molto perché all'improvviso un movimento fuori dell'acqua mi fece trasalire. Spalancai gli occhi e riemersi violentemente. Il cuore prese a battermi all'impazzata: qualcosa era entrato dalla finestra socchiusa.

Afferrai d'istinto la spazzola di crine appesa al porta-tutto della vasca e mi nascosi dietro la vetrata della doccia. Ero terrorizzata.
Qualcuno o qualcosa voleva spaventarmi e ci stava riuscendo benissimo!

Rimasi immobile per un attimo ma a me parve un'eternità. Qualcosa iniziò a muoversi piano per la stanza, non camminava, non strisciava, ma si librava leggero nell'aria.
Presi lo specchietto da barba di mio padre, che era appeso lì vicino sulla vasca e con freddezza lo puntai in direzione dello sfarfallio che udivo. Appena riuscii a intercettare la cosa che si muoveva, tirai un bel sospiro di sollievo.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now