17.Zia Phoebe

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«Maestro! Che ci fa lei qui?!» esclamò DarkMind.
«Ti ricordo che sono ancora capace di muovermi attraverso le ombre» disse accendendo la luce della stanza. «Ti ho osservata stanotte. Può sembrarti un atteggiamento piuttosto scorretto, ma ti assicuro che lo sto facendo per il bene di tutti e soprattutto per te. Sei la mia futura erede e non devi essere contaminata dai sentimenti adolescenziali»
DarkMind deglutì a fatica. «E cosa ha scoperto osservandomi?»
«Che dormi male. Come se qualcosa ti infastidisse nei sogni»

Certamente! C'era un ragazzino strambo che la turbava ogni santa notte con le sue domandine infantili e il suo sarcasmo irritante!
Ma non disse niente e rimase impassibile di fronte al suo maestro. Qualsiasi segno di esitazione avrebbe potuto farlo dubitare di lei e compromettere il suo ruolo in quella società di Villain e supercattivi.

«Io faccio spesso degli incubi. Forse la causa sono le anime che ho strappato dai loro corpi...»
«Questa è una delle tante possibilità. Ma quella più plausibile è che tu stia facendo sempre lo stesso tipo di sogno e che tu stia cercando di proteggere questa verità. Non è vero, "DarkMind"?»
La ragazza non rispose. Aveva troppa paura di tradirsi da sola contraddicendosi e parlando a raffica.
«Ora rispondi alle mie domande così saprò risolvere il problema che tanto ti tormenta. Da quant'è che fai questi sogni?»
«Mesi, ma pensavo fossero innocui... Non li ho mai considerati come un problema»
«Perché in fondo ti piacciono. E dimmi, cosa ci trovi di bello? Che accade?»
«Io... non lo so. Non me lo ricordo al mio risveglio, ma sento che tutto ciò è abbastanza importante da continuare a fare quei sogni...»

E così mise in atto la sua strategica bugia. Ora doveva solo aspettare che il maestro se la bevesse, ma non era semplice farlo. Doveva contare tutto su di lei e sostenerla in modi diversi così da convincerlo definitivamente.

«Bambina mia, non serve mentire a me, il tuo maestro e tutore. Ti ho cresciuta personalmente e ti conosco come il palmo della tua mano. Su, dimmi cosa stai sognando e ti prometto che non ti farò del male in alcun modo»

Dannazione, l'aveva scoperta. E ora? Che fare? Avrebbe dovuto raccontargli di tutte le volte che aveva parlato con quel ragazzo strambo e che le piaceva passare le notti a parlare con lui? Magari avrebbe potuto omettere quell'ultima parte.

«Pochi mesi fa, dopo il blitz condotto alla Hero Highschool, ho iniziato a fare dei sogni in cui parlavo con un ragazzino»
«E sai il suo nome?»
«No, nemmeno il volto. A quanto pare ognuno dei due vede l'altro con una specie di maschera e quando prova a dire il suo nome si sveglia»
«Interessante. E tu sai se questa persona sia reale?»
«Non lo so con certezza»
L'uomo rifletté per un po' in silenzio. Con la mano sfiorò il viso della sua protetta, poi si ritrasse e concluse il discorso. «Ora vai a letto, domani dovrai essere il più preparata possibile, appena l'attacco sarà finito dovremo andare a porre fine all'era degli Element» Fece per andarsene si fermò e rise con un'espressione da sbadato. «Accidenti! Me lo stavo quasi dimenticando. Voglio che tu indaghi su quella persona che vedi nei sogni e mi riferisca tutto ciò che ti dice. Potrebbe tornarci utile»
«Intende come una spia?»
«Esattamente. Ma ora è meglio che tu dorma. Notte, mia prediletta»

La ragazza annuì ghignando chiudendo la porta. Una volta chiusa tirò un sospiro sconsolato. Non era affatto andata come sperava. Il suo capo era troppo bravo a intuire quando qualcuno gli stava mentendo, soprattutto se si parlava di lei.
Controllò per bene la stanza prima di rimettersi sotto le coperte. La prudenza non era mai troppa. Se il suo maestro l'aveva fatto una volta poteva benissimo rifarlo e ciò sarebbe stato alquanto inquietante. Finito di ispezionare da cima a fondo la stanza si mise sotto le coperte e si addormentò, ma non riuscì più a sognare il suo caro "ragazzo strambo".

*****

Will osservava la strada scorrere velocemente fuori dal finestrino. Non era riuscito a chiudere occhio da quando era stato svegliato da quel botto nel cuore della notte ed era stato costretto a fuggire per salvarsi la pelle. I Villain avevano condotto un attacco a sorpresa contro l'O.A.V. e suo padre, essendo l'amministratore, era quello più in pericolo di tutti.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now