26.Rancore

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DarkMind, piena di collera, lanciò una sedia contro il muro e urlò facendo esplodere lo specchio della stanza del suo ex amico.
Era fuggito senza di lei, l'aveva abbandonata, l'aveva tradita. Era troppo confusa per capire perché l'avesse abbandonata e avesse compiuto un gesto così codardo.
Piccole lacrime amare le scorrevano sulle guance e arrivavano fino ai lati delle labbra facendole provare ancora più dolore e frustrazione.

Perdere un amico in quel modo era come ricevere una pugnalata dritta al cuore.
Aveva pianto talmente tanto che avrebbe potuto riempirci un intero secchio con le sue lacrime.

Voleva rimanere a piangere in un angolino e allo stesso tempo voleva spaccare tutto e avere la sua vendetta su quel traditore.

Sentì una mano sfiorarle i capelli e poi accarezzarla dolcemente. Le asciugò le lacrime con il pollice e le accarezzò le guance umide.
DarkMind si voltò lentamente verso il proprietario della mano e vide il suo maestro sorriderle debolmente. Anche lui era frustrato per l'accaduto. Non come lei, ma quasi poiché aveva perso uno dei suoi migliori Villain.
Era deluso da se stesso perché si era fatto scappare un ragazzino e impietosito dal pianto della sua adorata pupilla.

Le mise una mano sulla spalla sinistra cercando di consolarla. «Non piangere per una semplice pedina, DarkMind. Pensa a te e a quanto sei preziosa. Lui non era niente, tu sei la regina della scacchiera, sei molto più importante»
«Ma lui era importante per me!»
«Se era così importante allora perché ti ha abbandonata?» Le accarezzò il volto. «Voglio che tu tenga a mente il sentimento di odio che stai provando verso quel traditore e che lo usi contro di lui una volta che lo ritroveremo»
«Sì, maestro. Se lo vedrò non avrò alcuna pietà di lui... È uno sporco traditore... Un subdolo doppiogiochista... Un falso amico che si diverte a giocare con i sentimenti di chi gli ha sempre voluto bene...»

Rimase in silenzio ad asciugarsi le lacrime e a digrignare i denti stringendo forte i pugni.
La sua rabbia riusciva a renderla talmente forte da far tremare tutto l'edificio ed era quello che voleva il suo capo: incanalare quel sentimento e usarlo contro i nemici.

Il Boss dei Villain si fece mettere da un suo servitore un lungo cappotto nero e iniziò ad infilarsi i guanti di pelle con una certa fretta.
Quella sera faceva molto freddo, sarebbe stato l'ideale accendere un fuoco in città. Magari avrebbero potuto sfruttare una centrale di polizia come falò, DarkMind ne sarebbe stata sicuramente felice; adorava far scoppiare il caos.

Si mise un cappello di feltro e si voltò verso la sua adorata pupilla. «Ora basta pensare a quel ragazzo e indossa la divisa invernale. Stanotte andremo a caccia di traditori»
«Lo farò con piacere, maestro»

*****

Will era sdraiato sotto le calde coperte rosse che gli arrivavano fino alla bocca. Quella notte faceva più freddo del solito e si era rannicchiato sotto le coperte per riuscire a riscaldarsi, ma con scarsi risultati.
Si gelava comunque e non riusciva a dormire. Chissà perché non tenevano accesi i caloriferi, avevano paura di sprecare corrente per caso? Gli alunni avevano freddo, dannazione!

Tra un tremolio e l'altro Will iniziò a perdersi tra i suoi pensieri. "Domani è sabato... menomale che non c'è lezione, potrò uscire con Gwen. Che bello, mi piacerebbe da morire portarla nel ristorante qui vicino a mangiare. Non sono mai andato ad un appuntamento vero e proprio con una ragazza..." Si rigirò tra le coperte mugugnando. "Chissà se anche lei è sveglia come me. Brrr, con questo freddo solo gli orsi polari riescono a dormire" Sentì il russare di Ethan. "Quei due sono l'eccezione. Uffa, e ora che faccio? Fa freddo, non ho sonno e si sono fatte le sue di notte..."

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now