38.Amori proibiti

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Ethan aprì lentamente gli occhi e ci mise un po' ad abituarsi alla luce del giorno e al caldo di fine agosto.
Il suo sguardo si spostò rapidamente dalla flebo ai quattro angoli della stanza identificando quasi subito il posto dove aveva dormito per quasi un mese.

Mosse un dito, poi un piede e infine la testa e ogni volta che compiva un movimento sentiva una forte fitta percorrergli tutto il corpo.

Presto riacquistò i ricordi della battaglia contro Lucrecia e il suo primo pensiero andò al povero Will che ancora non sapeva la vera identità di Nightmare e che, se l'avrebbe scoperta, sarebbe rimasto così sconvolto da non dormire più.

Sapeva quanto ci tenesse alla sua vecchia amica e non voleva vederlo soffrire ancora.

Riacquistata anche un po' di logica chiamò un'infermiera e in men che non si dica gli erano state tolte tutte le ventose che gli circondavano il busto per monitorarlo e si era ritrovato con un pasto vero in mano.

Finalmente dopo tanto tempo poteva assumere del cibo normalmente e non tramite una flebo. Si era quasi dimenticato come fosse il gusto di una bistecca o delle carote, anche se entrambe erano un po' secche e molli. Ma non era un problema, specialmente se non si ricordava bene il gusto delle precedenti a causa della temporanea perdita di memoria che si aveva al risveglio dopo aver dormito per molto tempo.

Nel giro di qualche ora la sua faccia riacquistò un po' di colorito e solo il giorno dopo, quando ormai i dottori lo avevano visitato, era stato permesso ai suoi amici di andare a fargli visita.

I primi a farlo furono Hamilton e Will che corsero ad abbracciarlo così forte che a Ethan scese qualche lacrima per il dolore che prova ancora per le ferite.
I due si scusarono e per tirarlo un po' su di morale e distrarlo dai ricordi di quella battaglia traumatica iniziarono a raccontargli quel che avevano fatto in quei giorni.

Will gli disse delle sue giornate a Springville, lodato da tutti i cittadini per il suo grande coraggio, tuttavia omise della morte del suo maestro che gli avrebbe raccontato quando sarebbe uscito dall'ospedale.
Gwen e Hamilton lo sapevano già, così come tutta l'O.A.V. che aveva fatto le condoglianze al povero ragazzo, compreso suo padre che dopo aver sentito la notizia lo aveva abbracciato e aveva pianto per la paura di averlo potuto perdere in quella battaglia.

Era un padre amorevole e aveva tutto il diritto di preoccuparsi, specialmente perché non voleva perdere un altro figlio.

Mentre Hamilton gli raccontò di Blinker e dell'allenamento che gli aveva fatto fare mentre erano andati a fare campeggio.

Fu bello sentire la risata di Ethan dopo tanto tempo mentre gli raccontava che un pesce lo aveva schiaffeggiato. Ne avrebbero volute sentire di altre, ma il tempo per la visita finì e furono costretti dalle infermiere ad andarsene.

Per non fare annoiare il loro amico dato che non aveva il suo cellulare e non poteva ricevere visite, gli lasciarono un po' di fumetti da leggere e il suo robottino tuttofare a cui progettava di dare un piccolo cervello artificiale per renderlo gentile e affettuoso chi riconosceva come amico.

Dopo di loro entrò Gwen che aveva corrotto alcune infermiere con la sua fama e i soldi di suo padre.
Non era stata una delle migliori mossi da supereroina, ma avrebbe fatto di tutto per vedere il suo migliore amico.

Appena entrata mise il suo cappotto su un attaccapanni posto sul muro e si avvicinò al ragazzo ferito sorridendogli gentilmente e sistemandosi dietro le orecchie una ciocca di capelli dorati.

Il cuore di Ethan fece un balzo e presto le sue guance diventarono più rosse di alcune delle ciocche di Gwen e iniziò a sentire le farfalle nello stomaco che pregavano di uscire e di rivelarle quanto gli piacesse.
Ma era sbagliato.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now