6.Un ritorno pieno di misteri

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Lucrecia si alzò dal letto dell'ospedale e andò traballante a consolare il suo amico. Lo aveva sentito urlare nel cuore della notte e riusciva a scorgere il suo volto rigato dalle lacrime. Cosa era successo questa volta?
Accese la luce della stanza e si sedette accanto a Will.

«Tutto bene?» gli chiese stropicciandosi gli occhi.
«Più o meno...»
«Ormai è da giorni che continui a fare così. Ti svegli nel bel mezzo della notte e lo fai nel modo peggiore di tutti. Vuoi dirmi che ti succede?»
«Io... continuo a sognare una persona... terrificante»
«Va bene, ma com'è questa persona?»
«Non lo so. Nel mio sogno riesco a vederla per intero tranne la faccia che è coperta dalla maschera. Mi parla, mi minaccia...»
«Hai provato a parlare con la psichiatra dell'altro giorno?»
«Sì, ma non riesce ad aiutarmi... Dice che sono solo sogni, mentre io so che quella persona è reale...»
«Pff, allora è proprio un'incompetente...»

Will tirò su col naso e si asciugò gli occhi con la manica del pigiama. Aveva passato ormai una settimana in ospedale insieme a Lucrecia per via delle molteplici fratture e della stanchezza dovuta allo sforzo nell'usare il suo potere per curare Hamilton.
Spesso i suoi genitori venivano a trovarlo e coglievano l'occasione per salutare e rassicurare anche la sua amica, anche perché sua madre non era mai venuta a farle visita nemmeno una volta.

«Chissà perché...» Will si accorse di aver pensato ad alta voce e si tappò subito la bocca maledicendosi.
«Will... ti vedo tanto pensieroso, vuoi parlarne?»

Sentì la mano di Lucrecia prendere delicatamente la sua. Quel tocco lo fece rabbrividire e allo stesso tempo sorridere poiché era il tocco di una vera amica.

«Ehi, stai bene?» insisté lei.
«Non lo s-»

Senza dare il minimo preavviso la ragazza si fiondò su di lui stringendolo più forte che mai. Era uno di quegli abbracci pieni di affetto, lo sentiva. Sapeva che la sua amica gli voleva bene veramente.
Le accarezzò i capelli e la rassicurò con un sorriso, dopodiché tornarono a dormire con il sorriso stampato in volto.

*****

3:23 del mattino, Brower Park

Una figura incappucciata avanzò lentamente nell'oscurità. Non c'era fretta, sapeva benissimo che poteva prendersela comoda.
I lampioni tremolavano al suo passaggio e si spegnevano subito dopo lasciandola inghiottire nel buio più totale.
Passo dopo passo si avvicinava alla sua meta.
Si fermò davanti ad un ragazzo che le sorrise e le mise in mano una boccetta di acqua viola e luminosa.

«Cos'è?» chiese la persona incappucciata.
«Non te la ricordi? L'aveva data anche a noi il capo molto tempo fa» rispose il ragazzo ridacchiando.
«Ma quindi vuol dire che...»
«Esattamente, ha intenzione di farlo»
«E chi sarebbe la nuova recluta?»

Il ragazzo si guardò intorno e poi le bisbigliò all'orecchio il nome della persona e il suo potere.

«Intendi...? Seriamente il capo ha voluto scegliere una persona come...? Non me lo spiego»
«Avrà i suoi motivi» il ragazzo rimase un attimo in silenzio «Ritorniamo a casa, fa troppo freddo»
«Va bene, come vuoi, ma prima voglio chiederti una cosa»
La guardò confuso.
«Natale è fra poche settimane, come lo festeggeremo?»
«Hmm, non lo so. Il capo non ci permetterebbe di festeggiare nella Dimora...»
«Allora usciamo insieme. Io e te. Nessun altro»
«Va bene, ma ora ci conviene andare. Fra poco arriveranno le pattuglie notturne del parco»

E fu così che tornarono nella Dimora, avvolti dal mistero e dall'oscurità della notte.

*****

School of Heroes - da revisionareNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ