54.Cenere alla cenere

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"I'm standing in the ashes of who i used to be"
-Lucrecia Castillo

Piccole gocce di sangue bagnarono il pavimento lurido e pieno di ragnatele e polvere.
L'unica fonte di luce era un'uscita proprio alla fine del corridoio che conduceva al laboratorio di Ade.

Il suono dei pugni e dei calci che si stavano tirando i due Villain rimbombava per tutto il corridoio vuoto per poi andare svanendo.

Marcus afferrò il suo naso sanguinante e con una mossa decisa se lo riassestò, utilizzando poi i suoi poteri per riparare la cartilagine spezzata.

Ade era un nemico davvero potente, non gli stupiva che stesse facendo fatica ad abbatterlo, ma nonostante tutto era riuscito a fargli venire il fiatone.

Erano in una situazione di stallo.
Il dio provava a colpirlo con la falce mentre Bonesbreaker tentava di accoltellarlo o quantomeno di ferirlo abbastanza da permettergli di fuggire e raggiungere i giovani eroi.

Quanto avrebbe voluto che Lucrecia fosse lì con loro, dalla parte del bene.

Ormai non c'erano più speranze per sua figlia, lei aveva scelto la sua strada e aveva commesso così tante atrocità che stentava a credere che fosse veramente la sua dolce bambina di un tempo. Ma lo era. Era lei, solo che in quel momento possedeva un potere immenso e l'anima di una divinità primordiale.

Le forze lo stavano abbandonando.
Era stanco, affamato, triste...
L'unica ragione per cui stava combattendo era far guadagnare tempo a Amy e ai suoi compagni.
Ma sapeva bene che anche se avesse vinto e fosse sopravvissuto, non avrebbe potuto fare molto altro.
Sua figlia, sua moglie, entrambe lo odiavano a morte, che senso aveva ritornare da loro e fare finta che non fosse successo nulla? Non poteva più rimediare.

Sapeva di essere stato un pessimo padre e un pessimo marito e se ne pentiva amaramente.
Se quel giorno fosse morto lì, nessuno lo avrebbe ricordato. Forse solo i ragazzi che aveva salvato, ma ne dubitava. Erano terrorizzati da lui, anche se aveva provato a sembrare gentile.

Si risvegliò improvvisamente dai suoi pensieri e vide la grande falce di Ade scendere proprio sopra il suo braccio. Si spinse verso il muro e la schivò per un pelo.

Con le braccia fece leva verso di lui e gli tirò un pugno così forte che gli fece ruotare la scatola cranica di centottanta gradi.

«Non male...» si complimentò risistemandola. «...per un mortale»

Con un movimento fulmineo roteò di nuovo l'arma e si sentì lo stridore del ferro contro la pelle dell'uomo.
Una mano cadde per terra con un piccolo tonfo molliccio.

Marcus urlò dal dolore guardando verso il suo braccio dove riusciva a vedere le sue ossa e il sangue che usciva abbondantemente inondando il tessuto muscolare.

Venne preso per i capelli e sbattuto al muro. «Basta con i giochetti, Marcus. Ora tu verrai con me»
Gli sputò in faccia sprezzante. «Mai»

Ade gli avvicinò la falce al collo e iniziò a spingere la lama dentro la pelle facendo uscire una cascata di sangue. «Sei fortunato che Nightmare mi abbia ordinato di non ucciderti, lo avrei fatto con piacere. Ma devo ammettere che è stato interessante lottare con te... Tuttavia dobbiamo interrompere qui il nostro round»

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now