7.Tre amici entrano in un bar...

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L'odore di brioche appena sfornate, della cioccolata calda fumante, delle ciambelle esposte nelle vetrine  stavano attirando l'attenzione di Will che di tanto in tanto si leccava le labbra intenzionato a divorare tutto ciò che c'era, ma dovette fare lo sforzo di rinunciare. Non era venuto lì per mangiare, ma bensì per tenere d'occhio Lucrecia e scoprire chi fosse quello "sconosciuto" con cui si scriveva.

Si sistemò il cappellino con la visiera e si andò a sedere insieme ad Hamilton e ad Ethan che stava smanettando col cellulare.
Si erano incontrati poco prima nel parco vicino al bar ed erano entrati a turno senza destare troppi sospetti. Dovevano dare l'idea di essere un normale gruppo di amici venuti lì per chiacchierare e fare merenda.

«Ok, ci sono» bisbigliò Ethan mettendosi un'auricolare all'orecchio. «Ho messo un microfono sotto ad ogni tavolo, dobbiamo solo aspettare che la nostra compagna arrivi e attiverò solo quello che la riguarda. Vi avverto che gli auricolari sono molto sensibili e costose, quindi vi prego di fare attenzione. Ci tengo alle mie piccoline»
«Tralasciando il fatto che le auricolari non sono persone ma le tratteremo comunque bene, questo piano è geniale» disse Will mettendosi un'auricolare collegata ai microfoni.
«Modestamente»

Lucrecia entrò dalla porta del bar. Era vestita con un giubbotto di pelle nero e dei jeans del medesimo colore. Si sedette insieme ad una persona incappucciata guardandola con sguardo fermo e quasi annoiato. Sembrava una persona totalmente diversa. Ethan accese il microfono e tutti e tre poterono ascoltare la loro conversazione.

«Nessuno ti ha seguita, vero?»
«Ovviamente. So cosa faccio, non sono più una bambina»
«Scontrosa come sempre, vedo»
«Per la milionesima volta, potresti smetterla di farmi viaggiare per tutta New York per parlare con te? Mia madre sta iniziando a insospettirsi e a farmi troppe domande»
«E se scoprirà il tuo segreto cosa farai?»
Sentirono la ragazza ingoiare a fatica la saliva. «Non lo so»
«Hai ancora il cuore tenero di una dolce bambina»
«Smettila. Stiamo parlando di mia madre, non potrei ucciderla»
«E se invece lo scoprisse il tuo amichetto? William, giusto?»

Ci fu un attimo di silenzio dove la ragazza si trattenne dall'aggredire la persona che stava insieme a lei.

«Quindi? Se lui scoprisse il tuo segreto?»
Non rispose.
«Non dirmi che ti sei rammollita. Provi veramente qualcosa per lui? Roba da non credere... Sei la figlia di un Villain, non una supereroina, metti la testa a posto. Ora dimmi: cosa faresti?»
«Lo ucciderò se dovesse accadere. Contenta?»
«Ottimo, ci voleva tanto?»
«No, ma giuro che se me lo farai dire un'altra volta, la persona che ucciderò per prima sarai tu»
«Ah sul serio? Vuoi provare a farlo qui?»
«No, troppi spettatori... mi toccherebbe eliminarli tutti e io ci tengo ad andare a dormire la notte con la coscienza pulita»
«Ma la tua coscienza si è macchiata e anche tanto. Vuoi sapere di che colore? Il più bello di tutti, il colore scarlatto del sangue delle persone che più ti davano fast-»
«Smettila. Arriva al dunque»

Evidentemente aveva portato a galla dei ricordi che Lucrecia aveva sempre voluto nascondere persino alla madre. La sua espressione era preoccupata, la sua voce fragile e tremante. Era pur sempre una ragazzina di quattordici anni dotata di un cuore.

«Voglio che tu metta la testa a posto e ritorni dal lato dei vincenti» continuò la persona incappucciata.
«Pensavo avessi capito che non ho intenzione di accettare. Mi dispiace ma quella era la vecchia me. Ora sono diversa»
«Diversa? Io direi debole»
«Da che pulpito. Non hai mai avuto il coraggio di uccidere perché le persone provavano in qualche modo ad aiutarti e tu non potevi ricambiare in quel modo»
«E tu non stai facendo lo stesso? Ammettilo, ti piace quel ragazzo e vuoi cambiare perché così lui vorrebbe stare con te. La tua missione era una ed era molto semplice, non serve che io te la ripeta»
«Non mi importa della missione, io non faccio più parte del tuo gruppo idiota di supercattivi, contrabbandieri e spacciatori»
«Così mi ferisci, non siamo solo questo. Siamo passati al livello successivo»
«E come?»
«Una persona molto importante ci ha fatto una proposta e l'abbiamo accettata, ma ad una condizione: che tu fossi andata da lui e gli avresti giurato fedeltà eterna. Ne trarresti migliaia di benefici per il ruolo che vorrebbe farti ricop-»
«Non voglio sentire altro. Questa è l'ultima volta che parlo con te»

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