37.Mostro

168 8 250
                                    

Grido e brucia il mio cuore senza pace
Da quando più non sono
Se non cosa in rovina e abbandonata.

Così si sentiva l'infelice Didone dopo aver perso per sempre il suo amore, Enea, e allo stesso modo si sentiva Lucrecia per aver perso il suo caro e dolce Will.

Si erano separati nel modo peggiore possibile e non passava giorno in cui lei non pensasse a come avrebbe potuto risolvere tutti i suoi problemi se in quel fatidico giorno in cui lui aveva scoperto tutto non avesse tentato di allontanarlo e avesse accettato il suo aiuto.

Lo aveva fatto per il suo bene, per proteggerlo da suo padre e dai suoi scagnozzi, ma aveva solo peggiorato le cose.

Ora la credeva una criminale senza cuore, come gli era stato detto e come si era fatta dipingere agli occhi della comunità, e non c'era rimedio.

Non avrebbe più potuto sperare di andare da lui, chiedergli perdono e venire perdonata come se nulla fosse. No, purtroppo il mondo non andava così.

Perciò aveva abbandonato tutte le sue speranze e aveva abbracciato l'oscurità, unendosi al Boss dei Villain e mettendo sulla bocca di tutti il suo nuovo nome: Nightmare, l'incubo di ogni suo nemico.

Ma nell'uccidere e nello spaventare non trovava alcuna soddisfazione, anzi, ogni volta che toglieva la vita a qualcuno non provava alcuna emozione, niente di niente. Ormai era apatica, grigia, solitaria.

In DarkMind aveva trovato un'amica, ma dopo essere stata ipnotizzata da quello strano Villain non le parlava più come prima.

Così era rimasta sola, senza nulla da fare, e allora si era imposta un nuovo scopo: stuzzicare Will.
Se non poteva ottenere il suo perdono lo avrebbe obbligato a tornare da lei in qualsiasi modo e uccidere Gwen, la sua ragazza, era il migliore tra tutti.

Schivò una fiammata con una mossa tranquilla, come se la sua avversaria fosse una piccola bambina inesperta che non aveva alcuna speranza contro di lei, e contrattaccò lanciandole un coltellino che le sfregiò il braccio strappandole parte del suo vestito.

«Puoi lottare fin che vuoi, ma sappiamo entrambe chi vincerà alla fine» disse Lucrecia, mostrandole un ghigno.

«Ma fammi il piacere» disse Gwen asciugandosi il sudore dalla fronte. «Non mi arrenderò mai. Specialmente con una feccia come te»

«E che vorresti fare? Bruciarmi viva? Oh, non puoi. La mia tuta è ignifuga e tu mi sembri piuttosto stanca. Qualche problema col tuo eroe?»
«Come fai a..?»
«Posseggo molte pedine e Flame era una di queste. È stato esilarante averti in pugno per tutto questo tempo, ma è arrivato il momento di levarti di mezzo una volta per tutte»

Si stancò di giocare con lei. I suoi sguardi terrorizzati non le davano più alcuna soddisfazione, no, lei voleva vedere i suoi occhi castani perdere colore e morire lasciando che l'ultima persona che vedessero fosse solo e soltanto lei.

Le puntò una mano contro e iniziò a irrigidire le dita schiacciandole la cassa toracica.
Riusciva a sentire le sue ossa scricchiolare e iniziare a rompersi, ma proprio sul più bello le arrivò un pugno metallico dritto in faccia che la fece rotolare via di qualche metro.

Era stato Ethan a tirarglielo, con la sua nuova armatura che aveva costruito lui stesso con un piccolo aiuto da parte dell'azienda di Hamilton.

Non poteva sopportare anche solo il pensiero di vedere Gwen soffrire per mano sua. Aveva già distrutto la vita di Hamilton e di Will, non le avrebbe permesso di fare un'altra vittima.

Corse dalla sua amica e la aiutò a rialzarsi, togliendosi i guanti metallici per tastarle le costole. Aveva paura che si fossero crepate o, peggio, rotte, ma fortunatamente non presentavano nulla di anomalo.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now