32.Primo giorno da stagista

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Finalmente era finita la scuola e tutti gli studenti avevano fatto le valige e si erano trasferiti momentaneamente dagli eroi a cui erano stati assegnati.
Will aveva fatto molta fatica a cercare il dojo di Red Slayer perché sembrava fosse stato tolto da Google Maps e l'eroe non gli aveva nemmeno detto dove fosse. Infatti si era dovuto far aiutare da Ethan, che prima di partire si era messo a smanettare col suo portatile per cercare la posizione del samurai.

Una volta trovata lo aveva ringraziato almeno un milione di volte e poi si era precipitato a prendere il primo autobus disponibile che potesse portarlo lì.

Il dojo era nella calma cittadina di Springville, sempre nello Stato di New York, e Will arrivò lì dopo tre ore e mezza di viaggio passate a sentire bambini scalciare il sedile dietro di lui, persone che si urlavano a vicenda e uomini leggermente ubriachi che volevano lottare tra di loro ma che venivano subito fermati dagli altri passeggeri.

Appena arrivato rimase stupito nel vedere dove si allenava Red Slayer perché gli sembrava un luogo così pacifico, con tutta quella natura che lo circondava e le pochissime macchine che gli passavano vicino.

Quel posto era totalmente differente da Brooklyn, ma sentiva che si sarebbe presto abituato. Amava la quiete dei piccoli paesini, lo aveva scoperto andando nel Connecticut da sua zia, e forse quella sarebbe stata un'ottima opportunità di dare una bella vacanza rilassante.

A Springville sembrava che non ci fossero tanti malfattori quindi era un posto abbastanza sicuro per lui che non aveva un potere utile nel combattimento.
Insomma, aveva quelli del tredicesimo titano, ma non riusciva ancora a controllarli quindi erano praticamente inutili per il momento.

C'erano due strutture che componevano la sua dimora: una era più lunga e aveva le porte scorrevoli da cui si poteva intravedere un'enorme sala vuota con tante spade appese ai muri, mentre l'altra era più sobria e non aveva alcun tipo di porte scorrevoli se non quelle poste a lato, vicino al dojo.

Aspettò che qualcuno lo invitasse ad entrare o almeno gli facesse segno che la porta fosse già aperta, ma non sentì e non vide nessuno.
Allora provò a bussare, a chiamare e infine, dato che la porta era aperta, decise di entrare da solo trascinando la sua valigia per gli scalini di legno.

La sala d'ingresso era un enorme soggiorno: c'erano dei divanetti disposti a ferro di cavallo rivolti verso un televisore da settanta pollici a cui erano attaccate delle casse, un enorme tappeto all'ingresso con una scritta in giapponese, un'ampia cucina all'angolo destro della sala e un tavolino basso con dei cuscini intorno.

Non fece in tempo a richiudere la bocca dallo stupore che arrivò un uomo sulla cinquantina poco più alto di lui che lo fissò dritto negli occhi e con tono scontroso gli disse: «Togliti le scarpe»

Nessun "ciao", nessun "benvenuto", solo quello. Possibile che una persona potesse essere così scontrosa con l'apprendista che aveva scelto?

«Salve, signore» lo salutò togliendosi le scarpe. «Io sono William Clark, il suo apprendista»
«Apprendista? Oh giusto, ti fermerai qui per tutta l'estate. Iniziamo col mettere in chiaro alcune cose: cucinerai tu, pulirai il dojo ogni fine settimana mentre ogni giorno pulirai varie stanze della casa che ti indicherò, la sveglia è alle sette del mattino precise e non è facoltativa, mi aiuterai a sventare qualche piccolo crimine anche se qui accadono di radi e dovrai fare tutte le commissioni che ti chiederò. Questo è quanto, domande?»

«Sì, ehm... non è che durante il tempo libero potrebbe... insegnarmi qualcosa?»
«Ragazzo, vai ad una scuola per supereroi, io non posso insegnarti nulla»
«Intendo le arti marziali»

L'uomo lo squadrò da capo a piedi, incrociò le braccia e se ne andò verso la parte della cucina a versarsi del tè. «Imparare un'arte marziale richiede tempo e capacità. Per ora sei in prova, ma se mi dimostrerai di avere tutte le qualità richieste io ti darò la possibilità di imparare qualcosina. Ovviamente non aspettarti di diventare cintura nera o cose simili, è già tanto che tu ne possa avere una bianca»

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now