53.Caos

132 8 270
                                    

"Years of love have been forgot in the hatred of a minute"
-Edgar Allan Poe

Lucrecia era in mezzo al vuoto.
L'oscurità dell'abisso che la circondava la cullava e la faceva sentire bene con se stessa.
Era nata per quello.
Sotto di lei c'erano centinaia di mani nere che si divincolavano e si allungavano nel tentativo di afferrarla e tirarla giù in mezzo a loro.
Il corpo della ragazza affondò ancora di più e si ritrovò in mezzo agli arti impazziti che iniziarono ad accarezzarla, stringerla, ferirla.

Aprì lentamente gli occhi e si ritrovò davanti un'ombra fatta di... be' tutto.
Era l'universo concentrato in una forma antropomorfa. Le stelle al suo interno si muovevano, nascevano, diventavano supernove, e intanto delle mandorle di luce rossa che dovevano essere i suoi occhi si posarono sulla ragazza.

"Io sono il Caos, l'anima che ha abitato nel tuo corpo per tutto questo tempo" cominciò. "Mi sono nutrito del tuo odio e del tuo risentimento fino ad ora e sono pronto ad uscire in superficie. Ma per farlo ho bisogno di stringere un patto col mio contenitore"

Lucrecia gli sorrise serenamente. Non era spaventata da lui, anzi, lo sentiva più vicino a lei di chiunque altro. Era l'unica cosa che le era rimasta... l'unico ad essere stato al suo fianco sempre, anche se era dentro di lei.

"Quale sarebbe il patto?"
La divinità ridacchiò. "Vedo che sei disposta a tutto... mi piaci" poi ritornò serio e con un semplice sguardo allontanò le mani lasciando libera la ragazza. "Voglio fondermi con te e riconquistare il mondo che mi appartiene. Voglio fargliela pagare a Gea, Urano, a chiunque mi abbia spodestato. Distruggerò il cielo e la terra, dovessi anche far estinguere tutti gli esseri viventi su questo mondo. Voglio far scatenare il caos"

Nightmare non si contenne e cominciò a ridere con una punta di malizia.

"Che c'è di così divertente?"
"Oh... semplicemente è anche il mio piano" ghignò modificando il sogno affinché le permettesse di camminare verso di lui. "Vogliamo la stessa cosa"
"Quindi posso prendere possesso del tuo corpo"
"No... sarò io a farlo"
"Una mortale nel corpo di un dio?"

"Vedila più come... una dea con poteri immensi e il completo controllo sul Caos che porta morte e distruzione ovunque vada. Può andare bene?"
"Sì, mi piace..."

Le mise bramosamente le mani sulle spalle e si preparò a fondersi con lei, ma prima volle sapere che cosa avrebbe fatto con l'unico ragazzo che la faceva sentire debole.

"E Will?"

Quel nome la fece sussultare. Sentì una lacrima scenderle lungo la guancia e strinse forte i pugni ripensando a cosa le aveva detto durante la loro battaglia.

"Lui mi odia, mi dà del mostro... E allora io diventerò quello che ha sempre odiato. Appena avrò i tuoi pieni poteri gli regalerò una morte lunga e dolorosa. Vedrai come si pentirà di avermi trattata così... di avermi abbandonata... Riderò di fronte alla sua lapide, semmai qualcuno rimarrà in vita per costruirgliela"

Il Caos annuì più che soddisfatto di quella risposta.
Il suo contenitore era pronto e aveva accettato il suo patto solo e soltanto perché sapeva che lei avrebbe veramente fatto le cose che gli aveva promesso.

L'ombra la attraversò come se fosse un fantasma, ma rimase in mezzo a lei.
Sentì il suo corpo riempirsi di energia, di potere.
I suoi occhi iniziarono a bruciarle, si accesero le iridi di un rosso sovrannaturale, i suoi canini diventarono più aguzzi, come quelli di un vampiro ma molto ridotti, e infine le sue vene diventarono totalmente nere e iniziarono a pulsarle forte.

School of Heroes - da revisionareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora