35.La battaglia di Springville (pt. 1)

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La mattina dopo la rapina nel minimarket, Will aveva dovuto spiegare tutto al suo sensei.
E con tutto si intende la questione del tredicesimo titano e di come era riuscito ad utilizzare poteri al di fuori di quello che era stato segnato sul suo fascicolo, ovvero la capacità di rigenerare le cellule e quindi di curare le persone.

Il suo discorso durò più di due ore e più parlava più Red Slayer empatizzava e si preoccupava per il ragazzo.

Secondo lui quel potere non prometteva nulla di buono e il solo pensiero che ci fosse un Villain che lo avesse ereditato lo terrorizzava e allo stesso tempo lo induceva a pensare che prima o poi i due si sarebbero scontrati e che la loro battaglia sarebbe stata così distruttiva da uccidere centinaia di vite.

Così decise di aiutare Will e di insegnargli come come ottenere il controllo del proprio corpo e di utilizzarlo in battaglia.

«Su, non fare domande e vieni nel mio dojo» gli disse con tono scontroso.

Will annuì, rigido come un pezzo di legno, e seguì il suo sensei nella lunga stanza aperta accanto alla sua casa.

Gli venne gettato addosso un kimono bianco e gli fu detto di metterselo nonostante fosse un po' troppo grande per lui.
Will aveva da poco superato il metro e settanta grazie ai suoi allenamenti, ma era ancora troppo basso per indossare qualcosa che stesse ad un adulto alto più di un metro e ottanta, perché era quella la taglia del kimono.

In sua difesa Red Slayer disse: «Pensavo fossi più alto e te l'ho preso di questa misura. Se non ti sta fai dei risvolti e fermali con le forcine che si trovano nell'armadio all'angolo della stanza»

Il ragazzo fece come gli era stato detto e in meno di cinque minuti si era già sistemato ed aveva iniziato a riscaldarsi correndo senza scarpe per tutto il perimetro esterno del dojo dove tirava un'aria piuttosto gelida. Avendo su solo il kimono e dei pantaloncini sotto stava congelando, ma non poteva lamentarsi altrimenti lo avrebbe fatto dormire fuori per ripicca.

«Perfetto ragazzo! Torna dentro e togliti le calze sporche» gli ordinò il sensei prendendo un bastone da combattimento.

Appena rientrò togliendosi le calze, il maestro gli tirò una bastonata sulla spalla facendolo piegare dal dolore.

«Oh, sei così fragile? E dove sono i tuoi riflessi da supereroe?» lo punzecchiò con un lieve sorrisetto. «Alzati in piedi e non fare scenate. Oggi imparerai due cose: la prima è avere dei riflessi pronti e veloci e la seconda è la resistenza al dolore. Ci sei? Iniziamo»

Per tutta la giornata Will prese bastonate su bastonate e non riusciva a schivarne quasi nessuna perché il suo sensei, essendo un samurai, aveva una rapidità e un'agilità che solo questi possedevano.
Se fosse riuscito a schivare i suoi colpi sarebbe riuscito a farlo con chiunque ed era questo il vero scopo del suo maestro. Dove non poteva attaccare doveva schivare e sopravvivere, è così che funzionava nei combattimenti.

Una volta calato il sole si potè finalmente riposare e concedere una gustosa ciotola di ramen fatto in casa e dei mochi comprati al minimarket che aveva salvato il giorno prima.

«Hai fatto schifo oggi» gli disse sinceramente Red Slayer, senza utilizzare alcun filtro delle parole per non ferire il suo allievo. «Ne hai schivati solo quattro e mi hai fatto annoiare a morte. E come se non bastasse ho mangiato poco a pranzo!»

Will abbassò la testa sconsolato e appoggiò le bacchette sul tovagliolo smettendo di mangiare, suscitando la compassione dell'altro.

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