50.Bacio dietro le sbarre

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«Non ti immaginavo capace di resistermi così a lungo» disse Ade facendo roteare la sua falce.
«Ecco un tuo problema: sottovaluti sempre i tuoi avversari»

Angel provò a penetrare le sue difese e a scagliargli la spada nel petto, ma fu costretto ad indietreggiare dalla falce.
La loro lotta era completamente squilibrata.

La falce era un'arma perfetta sia per combattimenti ravvicinati che lontani conferendo completa protezione a chi la utilizzava, mentre la spada aveva una lunghezza limitata e per quanto fosse lunga non aveva speranze contro un'arma come quella di Ade.

Il supereroe allora tirò fuori una pistola e sparò due colpi precisi.
Uno doveva essere parato dalla falce e l'altro doveva andare sul muro rimbalzando.

Così Ade parò il primo colpo e si preparò ad insultarlo quando improvvisamente un proiettile gli si conficcò nella schiena togliendogli il fiato.

«Come volevasi dimostrare» disse Angel avvicinandosi.

Il dio scoppiò in una sonora risata e riuscì finalmente a ferire il supereroe con la sua falce graffiandogli leggermente la guancia.
Era il re dei morti, un proiettile qualunque non poteva ucciderlo.

Solo il potere del tredicesimo titano poteva farlo e anche se lui stesso glielo aveva iniettato sapeva che non sarebbe stato mai abbastanza forte da riuscire a disintegrarlo come invece aveva fatto il titano millenni prima con le altre divinità.
Tuttavia sarebbe bastato lo stesso per aprire le porte degli inferi come aveva programmato.

Angel si portò una mano sulla ferita. Si sentiva prosciugato delle sue energie.
Le sue palpebre stavano diventando più pesanti della sua spada e pian piano si stavano abbassando.

Sul trono si addensò una nuvola di fumo nero e apparve Nightmare seduta là sopra come la perfetta regina delle tenebre che Shadow aveva sempre voluto avere al suo fianco.

Li osservava divertita mentre si mordicchiava il guanto. Starsene in camera sua non faceva per lei, specialmente se stava per scoppiare una guerra.
Voleva prenderne parte, uscire allo scoperto, far vedere al mondo di cosa era capace.

Vide Angel rialzarsi e piantare la sua spada nel petto di Shadow, ma non si scompose. Sapeva bene che il suo capo era immune a quel tipo di armi.

«Ti sta piacendo il combattimento, mia Persefone?»
«Sarebbe più bello se...» Schioccò le dita e si ritrovò in mano la falce di Crono. «...fosse alla pari. Mostrami i tuoi poteri, Ade»

Il Boss fece un lieve inchino e assestò un pugno nelle costole a Angel che lo fece volare dall'altra parte della stanza, fino al buco nel vetro.
Più di cento metri li separavano dal terreno e nessuno avrebbe potuto sopravvivere a una caduta del genere, a meno che non avesse un paio di ali.

«Sei debole, lo sei sempre stato»

Ade gli mise un piede sulla testa tentando di spingerlo indietro o quantomeno di spaccargli il cranio. Era il suo sangue che gli serviva per aprire le porte, non la sua anima.

«Ade» lo chiamò Nightmare con aria severa. «Non ucciderlo. Sarà più divertente vedere la sua faccia quando riusciremo ad aprire le porte degli inferi col suo sangue»

L'uomo si fermò di scatto e obbedì al volere della ragazzina. Gli piaceva come pensava perché lo faceva esattamente come lui, ma in modo più subdolo.

Prese Angel morente per i capelli e lo trascinò fino ai piedi del trono strisciando il suo sangue per buona parte della stanza.

La Villain si alzò dal trono e accarezzò i morbidi capelli biondi del supereroe. «Hai sofferto molto, non è così? Stai tranquillo, presto tutto quanto sarà finito e potrai riposare in pace... all'inferno»

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now