Five Nights at Freddy's - La Saga

Capitolo 9: La terza notte

Durante le prime ore di lezione il mio corpo ha minacciato più volte di cedere alla tentazione di farmi addormentare sul banco. Oggi mi sembra di essere messa peggio di ieri e so per certo che se dovessi tenere gli occhi chiusi per qualche secondo finirei diritta nel mondo dei sogni. Nelle ultime quarantotto ore sono successe molte cose, infatti è stato un lungo e traumatico susseguirsi di forti rivelazioni e di contrastanti emozioni. Sono fortunata a non essere sola in questo, a differenza delle altre guardie notturne che hanno dovuto sopportarlo con le loro forze io posso fare affidamento su Clara. Mi piacerebbe poterne parlare con Katrin e Roxy, vorrei tanto potermi sfogare con loro e avere la loro opinione su tutta questa faccenda, ma la mia amica ha insistito sul tenere la bocca chiusa. Effettivamente le farei solo preoccupare, non voglio che stiano in pensiero per una cosa del genere, soprattutto se alla fine non possono farci niente.

Sentire il dolce suono della campanella non è mai stato così bello. Non appena faccio ritorno a casa mi fiondo a capofitto nel mio amato letto e riposo per le ore successive. Vorrei poter dire di essere riuscita a dormire serenamente, ma purtroppo nella mia mente erano costantemente presenti le immagini di quel cadavere e degli occhi crudeli di quei robot. Mi sveglio grondante di sudore e con la tachicardia a mille; nonostante ciò, quando vedo l'orario, realizzo di essere comunque riuscita a farmi una lunga dormita. Prima di lasciare casa riesco a trovare il tempo per farmi una lunga doccia calda che mi aiuta a rilassarmi, tuttavia la pace sparisce completamente non appena arrivo alla fermata del bus. Dopo pochi minuti fa la sua comparsa anche Clara ed insieme aspettiamo l'arrivo del mezzo pubblico.

Quando arriviamo di fronte all'ingresso principale della prima pizzeria un brivido mi percorre la spina dorsale. Non so se sia a causa del freddo o perché ho un brutto presentimento, ma è molto probabile che si tratti di entrambe le cose. Siamo solo a metà della prima settimana e non mi sembra vero che sia passato così poco tempo. È ironico da pensare visto che le nostre ore di lavoro sono solo sei, tuttavia viverle all'interno di questo posto le fanno sembrare un'eternità.

«Ho avuto gli incubi» confesso di punto in bianco prima di chiudere la porta alle nostre spalle.

«Anch'io ieri, oggi invece ho fatto solo un sogno molto strano», risponde iniziando a dirigersi verso il nostro ufficio «non me lo ricordo, ma forse è meglio così dato che mi sono svegliata con la nausea».

Decidiamo saggiamente di non continuare questa conversazione dato che non sono sicura di voler sapere cos'ha sognato Clara e non credo che lei lo voglia ricordare. È meglio per tutte se questo discorso giunge al termine prima che possa prendere una brutta piega. Non parliamo molto mentre aspettiamo la mezzanotte, però, quando inizia il nostro turno, ci pensa il solito messaggio registrato a spezzare questo assordante silenzio.

«Hey, hey? Stai andando alla grande, la maggior parte delle persone non dura così a lungo. Voglio dire, sai, di solito passano ad altre cose. Non sto insinuando che siano morti. Non è quello che intendevo. Uh, comunque è meglio che non ti rubi troppo tempo. Le cose iniziano a diventare piuttosto intense stasera. Ehi, ascolta, ho avuto un'idea: se ti beccano e vuoi evitare di essere riempito di viti e bulloni prova a fare il morto!».

«È in vena di fare il simpatico?» la sua voce sembra piuttosto agitata, però non può fare sul serio.

«Secondo me ci sta solo prendendo per il culo» sibila Clara non apprezzando affatto questo suggerimento.

«Comunque è probabile che la mascotte principale del locale possa lasciare il palcoscenico anche se l'energia non è esaurita, faresti meglio a tenerlo d'occhio perché una volta che inizia ad avanzare non ha la minima intenzione di tornare indietro. Cerca solo di stare concentrato, d'accordo? Ora ti lascio al tuo lavoro, buonanotte!».