Capitolo 10: Un giovedì da incubo

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Le ore spese tra i banchi di scuola sono state solo una perdita di tempo, infatti dopo gli avvenimenti della scorsa notte mi è stato impossibile prestare attenzione a quello che spiegavano gli insegnanti. Tutto quello che dicevano entrava da un orecchio e usciva dall'altro, questo perché nella mia mente continuavano a manifestarsi le immagini del nostro ultimo turno. È stata la notte peggiore della mia vita, non mi sono mai sentita così debole, fragile e instabile. Ero completamente impotente di fronte a loro e non c'era niente che io o Clara potessimo fare: se non fossero mancati pochi minuti al termine del nostro incarico molto probabilmente, anzi sicuramente, adesso non saremmo qui. Abbiamo avuto moltissima fortuna, su questo non si può discutere e la cosa purtroppo non va bene perché, proprio come hanno detto loro, non possiamo sperare di riuscire a salvarci di nuovo all'ultimo secondo. Esiste il detto "la fortuna aiuta gli audaci", però ieri potevamo essere considerate soltanto come delle vigliacche. Ci servono più riflessi, migliori capacità di reazione, più attenzione su quello che ci circonda e soprattutto più cautela nell'agire. Quando siamo uscite dalla pizzeria avevamo gli occhi lucidi, la pelle era diventata bianca come la porcellana e i nostri sguardi erano persi nel vuoto. Fortunatamente quando sono iniziate le lezioni ci eravamo tranquillizzate, ma le nostre espressioni sono rimaste impassibili per il resto della giornata. Ci siamo giustificate più volte con le nostre amiche dicendo che si trattava di semplice stanchezza, che da un lato era la verità, però non mi sono sembrate molto convinte e quindi si saranno limitate a fare finta di crederci non volendo essere troppo insistenti. Anche le mie ore di riposo sono state uno spreco: riuscire a prendere sonno con la consapevolezza di quello che accadrà al mio risveglio non è un ottimo incentivo per riuscire ad addormentarsi.

L'arrivo in pizzeria è più traumatico rispetto alle scorse volte, nessuna delle due vuole mettere piede in questo dannato posto e la tentazione di appiccare un incendio doloso è molto alta. Purtroppo non possiamo farlo, anzi siamo costrette ad assicurarci che nessuno, interno o esterno all'azienda, causi danni al locale durante il nostro turno di guardia altrimenti verremmo considerate responsabili. Mi maledico sempre di più per non aver letto quello stupido contratto e scommetto che vendere l'anima al diavolo comportava meno sofferenze rispetto a tutto questo tormento. Clara prende posto sull'unica scrivania disponibile e si passa le mani sul viso, io mi appoggio alla parete di sinistra sapendo già che quello è il lato più problematico sin dall'inizio. Allo scoccare della mezzanotte sentiamo, come tutte le altre volte, la voce del tizio del telefono.

«Pronto? Hey! Hey, wow, è il tuo quarto giorno, sapevo che potevi farcela. Uh, ascolta, potrei non riuscire a lasciarti un messaggio domani».

Io e Clara ci scambiamo uno sguardo confuso dato che non comprendiamo il motivo di questa sua confessione. Mentre il tipo parla si sentono in sottofondo degli strani suoni: sembrerebbero essere dei colpi ed è come se qualcuno stesse bussando violentemente contro una porta.

«È... è stata una brutta notte per me, davvero molto brutta. Uh ascolta, sono piuttosto contento di essere riuscito a registrare questi messaggi per te», il suo tono di voce vacilla e i suoni non cessano «Hey, fammi un favore. Controlleresti, quando puoi, quello stanzino sul retro? Sai, quello dove tengono i pezzi di ricambio. Nel frattempo io cercherò di resistere finché qualcuno non verrà a controllare, forse non sarà poi così male».

Il suo discorso viene interrotto da un forte rumore di sottofondo, quella aveva tutta l'aria di essere una porta che veniva sfondata. Si riescono a sentire dei passi e dei versi che sembrano quasi demoniaci, non ho mai sentito nulla del genere prima d'ora.

«Oh no» queste sono le ultime parole che sentiamo prima che il messaggio venga brutalmente interrotto da un forte grido che ne segna la fine.

È facilmente intuibile quello che è successo, tuttavia mi rifiuto di pensarci. Non può essere vero, non è successo davvero. Seriamente il corpo che abbiamo trovato l'altro giorno apparteneva all'uomo che ci ha lasciato tutti questi utili messaggi? No, impossibile. La voce che abbiamo sentito ogni notte sembrava risalire a molto tempo prima, la qualità dell'audio è troppo scadente per essere stata registrata solo poche settimane fa. Non posso fare a meno di chiedermi quanto tempo sia passato da quando quella guardia notturna ha detto le sue ultime parole, visti i vari indizi è anche possibile che risalgano a parecchi anni fa.

Five Nights at Freddy's - La SagaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz