Capitolo 8: Nightmare Foxy

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L'ennesima giornata di scuola è stata solo un'altra perdita di tempo. Con tutto quello che è successo negli scorsi giorni prestare attenzione alle spiegazioni dei professori è diventata una cosa impossibile; infatti, da quando sono cominciati questi folli incubi, le mie prestazioni scolastiche sono diminuite notevolmente. Non riesco più a seguire i temi che ci vengono presentati e, inoltre, quando scrivo degli appunti tralascio almeno la metà delle parole. Questo non va affatto bene, ma perlomeno questa settimana non ci sono in programma verifiche o interrogazioni e sembra quasi un miracolo. Per mia fortuna posso contare su Dafne che, ovviamente, ha notato in che condizioni siamo messe io e Clara, dunque si è gentilmente offerta di passarci i suoi appunti per recuperare tutto quello che ci siamo perse in questi giorni. Purtroppo non è tutto rose e fiori dato che i professori non sono stati affatto clementi con i compiti.

«È la quarta volta che provo a risolvere questa equazione», borbotta Clara picchiettando la punta della penna sul foglio «non so cosa sia peggio, se la matematica oppure quei maledetti androidi».

«Non sono in vena per battute del genere» rispondo lanciandole un'occhiataccia.

«Cercavo di sdrammatizzare, già queste notti sono state orribili e se poi dobbiamo trascorrere le nostre ultime giornate facendo i compiti-» non le permetto di terminare la frase.

«Vinceremo noi, non mi importa quali assurde strategie si inventeranno e se tutto questo sta succedendo nella nostra testa», la interrompo non volendo sapere cosa stava per aggiungere «abbiamo capito cosa dobbiamo fare, questa volta senza nessun aiuto, quindi non ci resta che continuare a fermarli».

«Finché sono in due, però se il ritmo è lo stesso del periodo di prova allora la difficoltà aumenterà con il passare delle notti» spiega Clara ricordando molto bene questo dettaglio.

«Lo so, eppure siamo ancora qui», ribatto alzandomi dal tavolo del suo soggiorno «non dobbiamo mai smettere di combattere, dopotutto loro aspettano soltanto di vederci fare un errore».

«Cerchiamo di non farli», sospira per poi rimettere la penna nell'astuccio «non come ho fatto io per tutto il pomeriggio con queste stupide equazioni, mi sa proprio che chiederò le soluzioni a Dafne».

«La consegna è per la settimana prossima», la avviso prima di sistemare i miei compiti «questo è un problema che affronteremo più avanti, adesso ne abbiamo di più grossi e soprattutto più letali».

Abbiamo trascorso l'intero pomeriggio a provare a svolgere gli incarichi che ci sono stati assegnati dai docenti, tuttavia non siamo riuscite a concludere molto. Mi sa proprio che Clara ha ragione, infatti ci toccherà chiedere aiuto a Dafne perché di questo passo non riusciremo a fare nulla. Sebbene fare i compiti sia sempre una tortura questa volta sono stati un ottimo modo di tenere la mente occupata, almeno per buona parte del tempo. Verso la fine è stato inevitabile non parlare di quei mostri, dopotutto le ore che ci separano dalla notte diventavano sempre meno e questa è una grande preoccupazione per entrambe.

Cerchiamo di resistere il più a lungo possibile, tanto che si è quasi fatta mezzanotte, ma purtroppo la stanchezza comincia a farsi sentire e sta diventando sempre più difficile tenere gli occhi aperti. Non vogliamo addormentarci, non quando sappiamo cosa ci aspetta dall'altra parte. In ogni caso abbiamo già provato a tardare l'inevitabile e l'ultima volta ci siamo risvegliate sul pavimento. Non vogliamo che ciò si ripeta di nuovo, non se rischiamo di farci del male da sole. Decidiamo di affrontare la situazione e di andare a dormire di nostra spontanea volontà: se non possiamo fare a meno di riposare tanto vale farlo come delle persone normali. Raggiungiamo la camera di Clara e, poco distante dal suo letto, c'è un materasso per me.

«Potresti prendere dal mio armadio la maglietta bianca? È la prima della pila» domanda la bionda mentre sistema le coperte.

Annuisco e faccio come mi ha chiesto. Apro le ante dell'armadio e sussulto non appena noto che è tutto buio, non si vede assolutamente niente, nemmeno un misero capo di abbigliamento. Sbatto le palpebre incredula, ma poi realizzo che uno scenario del genere mi è familiare. Purtroppo non mi allontano in tempo: una mano artigliata fuoriesce dalle tenebre, mi afferra il collo e mi trascina nell'oscurità più totale.

Five Nights at Freddy's - La SagaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum