Capitolo 18: L'invito

107 12 27
                                    

Luogo: non precisato
Data: 5 dicembre 2016
Orario: 06.30 - l'intera mattinata

●○●○●○●○●○●○●○●

Mi ci è voluta una buona mezz'ora per riprendermi dal risveglio traumatico e per medicare il collo della mia migliore amica. Mentre disinfettavo i graffi siamo rimaste in silenzio, nessuna delle due aveva la forza di parlare, tuttavia nel suo sguardo riuscivo a leggere la gratitudine per non averla abbandonata. Non avrei mai potuto fare una cosa del genere, non quando avrei perso più di quanto mi avrebbe dato Puppet. Inoltre stiamo parlando di un branco di infami, come potevo fidarmi? La marionetta avrebbe potuto mentirmi: prima avrebbe preso Clara e poi, in un modo o nell'altro, sarebbe tornato per eliminare pure me. Fare un patto con loro equivale a vendere l'anima al diavolo, quindi era scontato che non avrei mai fatto una cosa simile. Sarò anche stupida ma solo fino a un certo punto.

Sistemo le bende sul collo della mia amica e mi assicuro che siano fissate correttamente, dopotutto non vorrei proprio che a scuola qualcuno le notasse. Sarebbe alquanto complicato trovare una spiegazione plausibile senza creare degli allarmismi. Fortuna vuole che è appena iniziato dicembre, dunque potrà indossare un maglione a collo alto senza destare sospetti.

Anche se è molto presto decidiamo comunque di fare colazione e di prepararci per la giornata. Oggi il mio soggiorno da Clara è ufficialmente terminato, infatti sua madre ritornerà a casa e spero che non si accorga di tutte le bende e i cerotti che abbiamo usato nelle scorse mattinate. Dovrà nascondere i suoi graffi fino a quando non saranno guariti e non è una cosa facile da fare con un genitore. Lo stesso vale anche per me, infatti le mie ferite sono ancora visibili, ma fortunatamente tra qualche giorno sarò come nuova e non si vedrà più nulla.

«Non riesco ancora a crederci», bisbiglia Clara mentre si mette la sua giacca grigia invernale «li abbiamo sconfitti addirittura nella nostra testa».

«È veramente assurdo, sembra quasi la trama di un videogioco horror», rispondo finendo di allacciarmi gli stivaletti neri «questo mi fa temere sempre di più quella marionetta».

«Puppet è la vera mente del gruppo, in realtà è lui quello che tira i fili in quel manicomio», ribatte con un sibilo «chissà di cos'altro è capace quel mostro».

«Adesso non è più un nostro problema» concludo prima di uscire insieme a lei.

Lungo il tragitto verso la fermata del bus lascio a casa mia tutto quello che avevo preso per stare da Clara, in questo modo avrò con me soltanto l'occorrente per affrontare la giornata scolastica. Il mezzo di trasporto è pieno e questa mattina i ragazzi sembrerebbero essere più agitati del solito, infatti c'è una confusione pazzesca. Di questo passo potrebbe venirmi un mal di testa lancinante. Per distrarmi penso a questa sera, quando finalmente potrò tornare a dormire nel mio letto e trascorrere una nottata tranquilla.

Una volta arrivate a destinazione notiamo che nei parcheggi della scuola, poco distante da dove gli studenti lasciano le loro bici, c'è un'enorme macchina di un nero brillante. È la prima volta che la vedo in vita mia e non ha l'aria di appartenere a nessuno dei professori, nemmeno la direttrice potrebbe permettersela. In ogni caso non ci do troppo peso siccome sono preoccupata per una possibile interrogazione durante la prima ora. Pure i nostri coetanei hanno la testa altrove e nessuno di loro ci dà troppa attenzione. Entriamo nello stabile e, mentre saliamo le scale, ci imbattiamo in Dafne.

«Avete passato un buon weekend?» ci sorride e questo ci fa capire che le nostre espressioni non ci fanno sembrare stravolte.

«Come al solito», rispondo cercando di essere convincente «tu sei uscita con Luca?».

Five Nights at Freddy's - La SagaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin