Capitolo 2: L'attesa

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Terminate le lezioni l'intero edificio scolastico si svuota nel giro di cinque minuti. All'esterno della scuola c'è parecchia confusione: molti studenti si incamminano verso casa, altri invece stanno andando a prendere le loro biciclette e altri ancora, come la sottoscritta, si stanno dirigendo verso la fermata del bus. Katrin e Roxy ci accompagnano e, dato che il mezzo di trasporto è prevedibilmente in ritardo, restano un po' insieme a noi per farci compagnia. A differenza nostra le due ragazze abitano verso il centro città, quindi per loro è più conveniente venire a scuola a piedi o in bici, così da evitare di dover stare ammassate su un affollato mezzo pubblico.

«Non ho intenzione di aspettare fino a lunedì per andare alla Freddy Fazbear's Pizza, ho deciso che ci andrò oggi e domani», annuncia con convinzione Roxy mentre si rigira sull'indice uno dei suoi tanti riccioli «Katrin, vieni anche tu?».

«Ovvio, così possiamo vedere un'altra delle loro esibizioni!» esclama la nostra amica al settimo cielo.

«Eccole che ricominciano», commenta Clara guardandole divertita «mi fa ridere come ne parlate ogni volta, fate sembrare quel posto come se fosse il locale più sensazionale del pianeta».

«Lunedì lo vedrete con i vostri occhi e ci darete ragione, non esiste luogo migliore dove trascorrere il proprio tempo libero» ribatte Roxy con fermezza.

«Se lo dite voi», intervengo mentre tengo lo sguardo fisso sul bus che si sta avvicinando «buon weekend!».

Dopo esserci salutate io e Clara saliamo sul mezzo di trasporto e prendiamo posto. Il viaggio è meno caotico rispetto a quello dell'andata, questo perché non tutti i ragazzi hanno deciso di tornare subito a casa, infatti molti di loro si staranno sicuramente recando verso il centro città. Arrivate a destinazione decidiamo, prima di tornarcene a casa, di fermarci a parlare un attimo su una panchina poco distante dalla fermata.

«A quanto pare siamo proprio le uniche a non aver mai messo piede alla Freddy Fazbear's Pizza, tuttavia ce ne hanno parlato così tanto che mi sembra quasi di conoscere quella pizzeria alla perfezione», commenta la bionda fissando la stradina di fronte a sé «il menù, le bevande, gli spettacoli, i servizi, le attrazioni e ovviamente le stelle del locale... abbiamo imparato tutto».

«Sì, hai ragione... ne sappiamo molto anche se sin da piccole non abbiamo mai avuto il minimo interesse ad andarci, dopotutto abbiamo sempre preferito uno stile di vita un po' più avventuroso», dico facendo un lieve sorriso nostalgico «domani potremmo fare un salto nella nostra piccola valle, dopotutto non è poi così distante da qui e stare un po' in mezzo alla natura non sarebbe male».

«Ci sto», concorda soddisfatta «allora sappiamo già cosa fare questo fine settimana».

Come avevamo precedentemente concordato il nostro weekend lo abbiamo trascorso fuori casa, lontane dal centro città e anche dal nostro tranquillo quartiere. Ho comunicato a mia madre quello che succederà lunedì, ma lei non era affatto sorpresa di questa notizia dato che ne era già informata per via del permesso che aveva dovuto firmare. Io e Clara abbiamo passato due giorni molto normali, dal nostro punto di vista, standocene in mezzo ai boschi oppure, quando si faceva sera, davanti ai nostri computer a giocare un po' a Minecraft. Non è nulla di esaltante per due quindicenni, ma a noi sta più che bene così dato che ci è sempre piaciuto passare il tempo in questo modo.

Con l'arrivo del lunedì mattina la mia normale routine scolastica sarebbe dovuta riprendere, ma questa volta la settimana comincerà in un modo un po' particolare, ovvero con una gita. Non appena mi alzo dal letto vado subito in bagno a sistemarmi i capelli e a vestirmi; dopodiché scendo per la colazione e, in men che non si dica, ho già salutato mia madre e mi trovo lungo la strada per raggiungere la fermata del bus. Questa volta non ci sono sorprese: Clara è in ritardo e così lo è anche il mezzo pubblico.

«Pronta?» domando ironicamente alla mia amica non appena vedo la sua faccia stanca.

«Ti sembra l'espressione di una persona psicologicamente pronta? Oh, non vedo l'ora di trascorrere l'intera giornata in un posto caotico, pieno di ragazzini urlanti e con la musica che è sempre ad alto volume» risponde con altrettanto sarcasmo.

«Lo sarà solo nel pomeriggio, ti ricordo che in mattinata non c'è molta gente» ribatto cercando di tirarle su il morale anche se tutto quello che ottengo è un lamento colmo di frustrazione.

Non appena raggiungiamo la nostra scuola camminiamo insieme a tutto il solito gruppo di studenti, soltanto che, a un certo punto, noi due prendiamo una strada diversa da quella di tutti gli altri. Mentre i ragazzi si recano all'interno dello stabile noi andiamo verso i parcheggi situati di fianco al cortile, dove si trova un enorme autobus bianco che è ancora vuoto. Poco distante dalla vettura ci sono i nostri compagni di classe, tra cui Katrin e Roxy che, non appena ci vedono arrivare, si incamminano immediatamente verso di noi.

«Sono sul punto di esplodere!» esclama Roxy che è vicina a una crisi d'euforia.

«Tranquilla, si vede» le assicura la bionda facendo roteare gli occhi divertita.

«Coraggio ragazzi non perdiamo altro tempo, salite in modo ordinato sull'autobus e prendete posto», annuncia il professore attirando l'attenzione dei presenti «tra cinque minuti si parte».

In men che non si dica la mia intera classe lascia il cortile. Sono stati tutti talmente veloci che sembra quasi che si siano smaterializzati per poi teletrasportarsi magicamente sui sedili del veicolo. Io e Clara ci ritroviamo tra le prime file, mentre Katrin e Roxy sono sedute nei posto subito davanti a noi. Il tragitto da percorrere è parecchio lungo, ma in ogni caso noi quattro ci teniamo compagnia a vicenda chiacchierando animatamente. A essere precisi quelle che non riesco a stare calme per un secondo sono le nostre amiche e a noi tocca subire la loro impazienza e la loro gioia per tutta la durata del viaggio.

«Sapete qual è la parte migliore di tutto questo? Il locale sarà praticamente vuoto! L'intera sala giochi e gli arcades saranno tutti per noi» spiega Katrin prima di sistemarsi nuovamente gli occhiali.

«Per non parlare del fatto che saremo la priorità dei camerieri, le nostre ordinazioni arriveranno in men che non si dica», aggiunge Roxy con l'acquolina in bocca «non avete idea di quanti frullati prenderò».

Naturalmente il tema principale del nostro discorso non poteva essere altro se non la pizzeria più famosa della città. Katrin e Roxy non sono le uniche a essere così entusiaste, infatti la felicità dei nostri compagni di classe è piuttosto evidente e tutti loro non vedono l'ora di arrivare a destinazione.

Dopo un'altra quindicina di minuti l'autobus si ferma in un enorme parcheggio che, per il momento, è quasi completamente vuoto, fatta eccezione per qualche altra vettura delle sue stesse dimensioni. Tutti gli studenti sono su di giri e la loro euforia cresce esponenzialmente non appena capiscono di essere finalmente arrivati. Il professore è il primo a scendere e noi altri lo seguiamo a ruota subito dopo. Nell'esatto istante in cui io e Clara mettiamo piede a terra restiamo molto impressionate dallo spettacolo che ci ritroviamo di fronte.

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Fine del capitolo!
Spero vi sia piaciuto :)
Siete tutti pronti per ritornare in pizzeria? Cercate di fare finta che sia la vostra prima volta ;)
Detto questo vi saluto!
Al prossimo capitolo 👋
Ciaooo 🎶

Five Nights at Freddy's - La SagaWhere stories live. Discover now