1.La Fiducia.

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I due poliziotti ci hanno trasportato all'IPM e appena siamo arrivate ho visto Liz nel cortile che ci aspettava. Ho fatto in modo che non mi riconoscesse,stando per tutto il tempo con la testa calata.

"Futura?" ma è stato inutile.

Alzo lentamente la testa imbarazzata e la guardo. Non mi dice nulla,anzi ha portato me e Martina da Paola e lì ho cominciato ad avere seriamente paura.

Mi guardo intorno nel cortile e noto un ragazzo che mi sta fissando seduto su una panchina che mastica una gomma.

"Futura, mi dispiace. Non volevo che fossi coinvolta pure tu. Ti lasceranno andare." cerca di farsi perdonare ma sono tanto arrabbiata per risponderle.

"Entriamo forza!" ci dice Liz.

Ho cacciato un lungo sospiro, mi sono fatta coraggio e sono entrata.

Paola è rimasta a bocca aperta, si è subito alzata dalla sedia della sua scrivania e si avvicina a noi due.

"Futura...Martina! Che è successo?" ci chiede, guardandoci molto confusa.

"Sono arrivate nella macchina della polizia." interviene Liz.

"Paola è tutto un errore..."provo a spiegarle ma lei mi parla sopra interrompendomi.

"Un errore niente,Futura! Adesso vi sedete e mi dite cos'è successo." ci urla e ha tutti le ragioni per farlo.

Ci siamo sedute e nessuna di noi due ha detto qualcosa. Questa volta è Martina che cerca il mio sguardo ma non le do retta e ora mi ha messo in una situazione difficile con Paola.

"Vi ascolto."

Martina sembra che vuole dire qualcosa, dalla sua faccia spero che dica la verità.

"Paola ho sparato un ragazzo innocente per sbaglio." Martina da la sua testimonianza ma non è quella che mi aspettavo.

La guardo di scatto e aggrotto le sopracciglia confusa.

"Bene adesso si spara anche per sbaglio! E cosa ci facevi con una pistola,era la tua?" Paola continua a farle domande.

Martina annuisce e io mi arrabbio sempre di più. Per proteggere un amore tossico e malato sta mettendo nei guai me e la nostra amicizia.

"Immagino che la signorina qui,era lì con te." mi guarda riferendosi a me e incrocia le braccia.

"No...io-" voglio dirle la verità ma Martina interviene per me.

"Sì, è mia complice."

"Non dire cazzate!" replico.

Paola ci esamina per bene e cerca di capire chi delle due sta dicendo la verità.

"Martina, c'entra per caso il tuo ragazzo?" le chiede Paola.

Lei scuote la testa subito, lo stava ancora difendendo.

"Ok, va bene così. Liz, portala nella sua cella."

Martina si alza e io la seguo, anche se Paola non me lo ha detto. Voglio evitarla perché adesso è troppo imbarazzante parlarle.

"Futura! Tu no, vieni qui." faccio come mi dice e ritorno indietro da lei. -"Dimmi la verità, siete qui per colpa di Peppe?"

Non so cosa rispondere. Per vendetta dovrei rispondere di sì, ma è comunque la mia migliore amica e non mi sento di tradirla in qualche modo. Aspetto solo che sia lei a confessare.

Scuoto la testa e silenziosamente me ne vado via. Liz è fuori che mi aspetta con Martina e insieme andiamo alla nostra cella.

Rimaniamo sole e abbiamo quindi l'opportunità per parlare.

"Amò, scusami veramente. Vedrai Paola ti tirerà fuori da qui." mi dice calma.

Come può prendere la situazione in modo leggero? Sembra che per lei sia tutto un gioco.

"Ti rendi conto di dove sono finita per colpa tua? Vaffanculo, Martina! Non voglio sentire nulla." le urlo contro e poi mi metto in disparte da sola.

Sono sicura che Paola mi caccerà fuori da qui prima o poi, perché anche se le ho detto di no lei sa che non è la verità. Il fratello di Peppe, ovvero Armando è stato chiuso qui dentro per circa tre anni e ora è libero ma continua comunque la sua vita da camorrista. Paola lo conosce e conosce la famiglia di Peppe. Sa che razza di gente è.

Sentendo la nostra cella aprirsi mi volto, curiosa di sapere chi sia. È una ragazza dall'aspetto seducente e con un'aria da persona che sta sempre a comandare, entrata nella nostra cella probabilmente per conoscerci.

"E quindi... voi due siete le nuove arrivate." ci chiede sicura di sé.

Martina mi guarda e poi guarda la ragazza per risponderle.

"Sì e tu chi sei?" chiede Martina.

"Calma, qua le domande le faccio prima io." con una risposta del genere Martina si zittisce ma io invece mi sento provocata perciò le rispondo a tono.

"Ma sentila, e perché tu chi saresti?" la prendo in giro, la squadro dalla testa ai piedi e ridacchio.

"Non ti conviene provocare una Di Salvo." mi dice scrutando gli occhi e già pronta all'attacco.

"Futura smettila per favore." interviene Martina per evitare che succeda qualche lite.

La ragazza sentendo pronunciare da Martina il mio nome si scansa da me, ma rimane comunque seria. Qualcosa l'ha disturbata.

"Va via che ho avuto una giornata di merda, non ti ci mettere pure tu." le rispondo per finirla una volta e per tutte.

La ragazza esce e ritorna nella sua cella. Mi chiedo cosa l'abbia turbata all'improvviso.

"Ma dove siamo finite?" borbotta Martina.

Crede che io non l'abbia sentita e se ha parlato a bassa voce non vuole farsi sentire perché sa che ho ragione io e nonostante lo sappia, lei si preoccupa solo della salute di Peppe, anche se a lui non è mai importato niente di lei.

Per far passare il tempo perlustro la cella e noto sulla parete una scritta e la recito ad alta voce.

"Carmine è un papà, è un amico. E Pino pure."

Sorrido a ciò che c'è scritto, una cosa molto dolce e importante come l'amicizia non esiste. Ridacchio anche vedendo il nome scritto, uguale a quello di mio padre, Carmine. Un pensiero di lui mi passa poi per la testa. Mi manca ogni giorno sempre di più e non averlo vicino a me e non sapere quando uscirà mi fa stare male.

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05|01|22
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