81.La Maledizione Dei Di Salvo.

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Flashback Edoardo 2 anni prima.
Sono uscito a permesso ma non so dove andare, mio figlio e Carmela non vogliono sapere niente di me. Mi mancano e ho bisogno di loro. Se non posso andare da loro un'altra persona ci sarebbe.

Busso alla sua porta  un po' teso, perché sicuramente neanche lei vorrà vedermi.

"Teresa." le dico, con un sorriso a trentadue denti appena apre la porta.

Come immaginavo non è per niente felice di vedermi, al contrario sembra infastidita.

"Ma che ci fai qua? Vai da tua moglie!" dice, poi subito dopo cerca di chiudere la porta ma io la fermo col braccio.

"Ti prego fammi entrare. Solo da te posso stare. Mia moglie e mio figlio non mi vogliono vedere." ritorno serio, perché solo così posso riuscire ad entrare a casa sua.

Fa uno sguardo di rassegnazione e poi mi fa cenno con il capo di entrare in casa.

"Mi spieghi perché non ti vogliono vedere?"

"Ho fatto troppi casini e ormai non posso più rimediare."

"C'è sempre tempo per rimediare, non pensare che a loro non faccia piacere vederti. Stanno soffrendo esattamente come te."

"Senti ma, mi dici la verità... Martina è mia figlia? Se magari facessi un test del DNA che confermerebbe la paternità potremmo iniziare una vita tutti e tre qui."

"Sei sempre il solito immaturo, Martina non è tua figlia. Poi pensa a tuo figlio, quello vero. Non riesci a capire che sta soffrendo?"

"Mia figlio sta bene, ha sua madre che lo tratta bene. Io non ne sono mai stato capace."

"Non so neanche perché ti ho fatto entrare." alza gli occhi al cielo.

"Io lo so invece..."- la guardo negli occhi e le faccio il mio solito sorrisetto malizioso - "Comm' si bella, Terè."

"Non ti azzardare proprio, Edo." mi respinge senza esitare.

"Hai ragione sono un immaturo, ma se non vado da loro è perché non vogliono e fanno bene perché sono un casino. Senza di me sicuro sono felici."

"Edo, io vivo sola con mia figlia. Il padre non si fa vedere mai... mai! Non sai quanto ci sto male, ma resto forte per mia figlia. Ammetto di essere stata la prima a dire al padre di starle alla larga perché non le interessa niente di lei, vuole solo sapere da lei io come sto, se ho qualche compagno..."

"Che omm e' nient!" borbotto.

"Tu invece anche se stai alla larga da loro vedo che ti interessi, perciò ti dico non ti arrendere. Riprovaci, anche perché l'ho capito che vuoi Carmela e non me."

Inarco le sopracciglia ma non dico niente. Lei ride.

"Vai da loro e non perdere tempo." mi dice.

"Ci devo pensare, non è facile." dico, poi mi decido ad alzarmi e ad andare via.

Teresa è così gentile ad accompagnarmi fino alla porta di casa sua.

"E comunque ti sbagli. Non è Carmela che voglio, e tu lo sai bene." le dico accennando un sorrisetto malizioso, poi mi volto e vado via non dandole il tempo di rispondermi, perché non ho bisogno di una sua risposta. Lei sa la verità.

Presente. Pov's Futura.
Un nuovo giorno è iniziato, scendo per andare a lavorare. Arrivo prima di Ciro, che passati appena dieci minuti ancora non si fa vedere. Non dovrebbe interessarmi il perché ha fatto tardi, non voglio intromettermi più nei suoi problemi,ma spero non gli sia successo qualcosa. Ogni volta che stava male, mi ricordo sempre che era a causa di suo padre.

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