72.Novembre Non Perdona.

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5 novembre.
A malincuore domani dovrò lasciare la mia Napoli e abbandonare tutta la mia vecchia vita qui, compresi amici e parenti. Non sono ancora convinta che sia una scelta giusta da fare ma in questo momento io e mio padre abbiamo bisogno di tranquillità, che stando a Napoli, non troveremo. 

L'ultima cosa che voglio fare prima di partire è riuscire a vedere Ciro in ospedale.

Anche oggi c'è Carmela al suo fianco, non lo ha lasciato un minuto solo e ammiro la sua forza; anche se adesso lei è arrabbiata con me io la saluto lo stesso.

"Ciao." la saluto timidamente.

Mi guarda senza dire niente poi rivolge l'attenzione su Ciro.

Mi avvicino al letto d'ospedale e lo guardo. Spero che ce la faccia a sopravvivere e che si risvegli, altrimenti rimarrò col senso di colpa a vita.

"I medici che dicono?" le chiedo.

"Non ci sono aggiornamenti, lui continua a dormire e non si vuole svegliare."

"Non è che potresti lasciarmi sola con lui?"

"E perché? Me lo vuoi uccidere stavolta?" alza i toni.

Rimango pacata perché so che è il dolore a parlare.

"No, voglio solo parlargli."

"La tua presenza non gli fa bene, te ne devi andare!"

"Ti chiedo solo due minuti, ti prego."

Mi guarda crucciando gli occhi, poi si alza lentamente dalla sedia tenendo il contatto visivo.

"Solo un minuto, non di più!" mi passa davanti ed esce dalla stanza.

Sospiro. Finalmente sto un po' sola con lui e posso parlargli in qualche modo. Mi siedo, gli prendo la mano e comincio a parlargli.

"Ciro, domani me ne vado via. Mio padre ha detto che è meglio trasferirci in un posto più sicuro, perché qua non stiamo bene. Forse me ne andrò per sempre e non ci sarà modo di rivederci. Non saprò mai se un giorno ti sveglierai oppure no." mi fermo per un attimo perché sento di star per piangere.

"Quindi ti prego, svegliati. Svegliati, fallo per me. Non voglio avere i sensi di colpa per tutta la vita. Svegliati, Ciro. Svegliati, perché senza di te non so se ce la faccio." non controllo le mie emozioni e scoppio a piangere.

Vedo Carmela poggiata al muro della stanza e capisco che è il momento di andare per non farla arrabbiare, infondo è già tanto che me lo abbia fatto vedere.

Mi chino a Ciro, gli lascio un bacio in fronte e gli sussurro ti amo. Probabilmente il mio ultimo ti amo che mai gli dirò. Poi mi asciugo le lacrime, mi alzo dalla sedia e intanto Carmela rientra e si avvicina a Ciro.

"Grazie." le dico sinceramente.

Mi guarda ma non risponde. Capisco di dover andare via subito perché non sono la benvenuta ma quando Carmela caccia un urlo di stupore mi volto verso di lei e la raggiungo.

"Ha aperto gli occhi! Ha aperto gli occhi!" Carmela comincia a piangere di gioia perché non può crederci.

Ciro si è risvegliato e mi dà sollievo. Sta bene, è vivo, ce l'ha fatta. Un peso dentro di me scompare appena vedo Ciro con gli occhi aperti che cerca di muoversi.

Chiamo il dottore più vicino in reparto e lo avverto del risveglio di Ciro. Subito corre da noi in stanza e inizia a visitarlo. Abbiamo conferma che ha riacquistato conoscenza e che sta bene; poi però ci fa uscire un attimo per rimanere solo con lui e dopo tre minuti pieni, ci permette di vederlo.

Carmela è contentissima, subito lo abbraccia e lo riempie di baci. Io resto in disparte per concedere loro un po' di privacy, ma poi Ciro si rende conto che effettivamente ci sono anche io e mi fa entrare, chiedendo poi a Carmela di lasciarci soli. Inizialmente lei si sente offesa ma poi fa come gli dice il figlio.

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