66.La Verità Viene Sempre A Galla.

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Pov's Edoardo 1h prima dell'incendio.
"È tutto pronto?" chiedo a Sasà.

"Sì, ho la benzina dietro al cofano della macchina. Devi solo darmi tu il via."

"Aspettiamo un altro po', adesso c'è gente." mi guardo intorno.

"Va bene. E intanto cosa cosa facciamo?" mi chiede.

"Il lavoro è nelle tue mani. Io devo passare un attimo a comprare le sigarette, poi chiamami e fammi sapere com'è andata." gli sorrido e gli dò una pacca sulla spalla.

"Come faccio a sapere chi c'è in casa?" mi chiede.

"Sasà ricordati che stai mmane all'arte! I miei uomini sono stati tutta la notte nei paraggi e hanno detto che non hanno visto nessuno uscire di casa."

"Quindi vuol dire che adesso stanno sia Carmine che la figlia in casa, tu mi avevi detto che Futura non si doveva toccare."

"Ho cambiato idea, devono prendere fuoco tutti quanti." dico, scendendo poi dall'auto.

Mi accendo l'ultima sigaretta rimasta, poi raggiungo il tabacchino. Soltanto quaranta minuti dopo mi arriva una chiamata da Sasà. In questo momento io mi trovo in un bar.

"L'ho fatto, Eduà."

Sentire queste sue parole mi dà sollievo. Il piano ha funzionato e già sento di aver vinto. I Conte finalmente si meriteranno il rispetto che non hanno mai avuto per conto loro e senza l'aiuto di nessuno.

"Bravo, 'mo dove ti trovi?"

"Me ne sono andato di corsa. Devo passare a prenderti?"

"Sì, così mi accompagni a casa che devo parlare con Ciro."

Aspetto Sasà e non ci mette niente ad arrivare. Salgo in auto e raggiungiamo casa mia. Apro il pacchetto nuovo di sigarette, estraggo la prima sigaretta e l'accendo. Scendo dall'auto e suono al campanello. Ad aprirmi è Carmela, ma in questo momento mi interessa solo di mio figlio Ciro. Appena gli ho detto la verità subito è corso dalla sua fidanzata per vedere se stesse bene. A me non importa. Adesso può fare ciò che vuole ma quel che è fatto è stato fatto. Neanche più un Di Salvo rimarrà vivo prima o poi, lo prometto.

"Ma come hai dato fuoco alla casa? Ma hai perso la testa?" mi rimprovera Carmela.

"Che ti incazzi a fare? Stai tranquilla che a tuo figlio l'ho rimasto fuori come volevi tu, non sei contenta?"

"Ma comm te schif!" mi urla, ma io non le do retta.

"Ma ti incazzi sempre, mamma mia!"

"Eduà dimmi che hai tenuto fuori la ragazza!"

La guardo, non le rispondo poi calo la testa. Il mio non risponderle e lasciarla col dubbio le fa perdere la ragione e comincia ad urlare.

"Hai dato fuoco pure a' figlia mia?" strilla, facendosi sentire da tutto il vicinato.

"Nun è figlia a te. Tuo figlio è solo Ciro Conte. Tu non hai niente a che vedere con i Di Salvo!" urlo anche io e capisco che si sta creando un litigio.

"Quella povera ragazza non è una Di Salvo e non ha niente a che spartere ch'e Di Salvo! Quella ragazza è innocente e 'mo muore pe colpa toja!"

Contraggo la mascella per trattenermi nel non risponderle perché so che andrei oltre e non voglio esagerare con le parole.

"Senti se vuoi andare a vedere se sta bene, va. Fallo, nisciun te ferma!"

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