7.Io Per Te, Tu Per Me.

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Iniziavo a pormi tantissime domande alla quale nessuna di essa riesco a trovare una risposta. Mio padre mi ha sempre detto la verità, cosa cambiava se avessi saputo che anche lui è stato qui? Non può essere che si vergogna a dirmelo, poiché so che ha passato tutti questi anni rinchiuso a Poggioreale e non cambiava praticamente nulla.

Domani sarebbe stata l'occasione giusta per parlargli. Porterò con me l'ecografia e gli chiederò tutto quello che c'è da sapere.

Torno di là dalle ragazze e faccio finta di nulla. Non voglio dire loro niente finché non avrò saputo prima io la verità.

"Bamboline, ho portato i pettini e gli specchietti!" ci dice Maddalena mentre li mostra.

Nad è la prima a prendere uno specchio ed esce dalla cella. Io e Martina la seguiamo e va in una stanza che pare proprio sia un posto per svagarsi in qualche modo e chiacchiere con le altre ragazze.

Ci sediamo su un divano che occupa giusto giusto tre posti. Nadia mantiene lo specchio e intanto Martina le pettina i capelli da dietro.

Io non volevo per niente divertirmi, ma non volevo neanche stare sola nella cella.

"We Futù, tutto apposto?" vedo arrivare Anna verso di me sempre con la sua solita aria da superiore per intimidirmi.

Non le rispondo e faccio finta di fare altro per farmi vedere impegnata. Prendo un pettine e inizio a pettinare Martina, ma lei sembra aver capito perciò accenna una risatina, mi toglie violentemente il pettine da mano e lo spezza.

"Ma che cosa fai?"

"Futura non mi provocare."

"E perché?"

Non mi risponde ride soltanto, poi improvvisamente mi tira uno schiaffo e allora io faccio lo stesso. Mi tira i capelli e io faccio lo stesso. Nadia guarda divertita la situazione mentre Martina ha avvertito Maddalena che poi ci ha divise.

"Sei una grande cessa!" mi urla in napoletano.

Io rido per stuzzicarla ma non le rispondo per non darle la soddisfazione di vedermi arrabbiata.
Maddalena la porta nella sua cella e poi ordina al resto delle altre detenute di ritornare nelle proprie.

Giunta la sera, non sono scesa a cenare in mensa ma sono rimasta nella mia cella a guardare il mare, è bastato un attimo però che io andassi a dormire. Al mio risveglio mi aspetta una grande giornata e probabilmente una delle più difficili.

"We we, in piedi! È iniziata un'altra giornata belle!" ci urla Maddalena mentre apre le celle.

Io apro gli occhi di scatto e mi alzo senza farmelo ripetere due volte. Ho preso le mie cose e Maddalena mi ha portato nelle docce per potermi dare una rinfrescata prima di poter affrontare la giornata. Anche oggi non vado in mensa a fare colazione ma rimango in cella a pensare. A pensare come poter dire a mio padre dell'ecografia.

"Futura, vieni con me." mi volto sentendo la voce di Liz.

Porto con me la foto, faccio come mi dice e arriviamo allo studio di Paola. Mio padre era già lì ad aspettarmi e intanto parlava con il comandante e Paola.

"Papà." lo chiamo e si volta.

Corre da me per abbracciarmi. Sono così felice di rivederlo e a quanto pare anche lui.

"Come sei bella a papà!" mi da un bacio sulla guancia.

"Mi raccomando, riportala qui entro stasera." dice Paola rivolgendosi a mio padre.

Mio padre annuisce e poi mi guarda sorridendo. Sposta una ciocca dei miei lunghi capelli ricci all'indietro e mi accarezza il viso.

"Potete andare ora." aggiunge.

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