16.Le Bugie Hanno Le Gambe Corte.

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Mi accomodo sul divano e aspetto che mio padre arrivi a casa. Accendo la televisione per tenermi compagnia ma d'improvviso suonano alla porta. Mi alzo convinta si trattasse di papà ma in realtà è una donna più o meno sulla sessantina con dei capelli corti che lasciano intravedere i suoi lunghi orecchìni a cerchio, una sigaretta in bocca e dall'atteggiamento molto sicuro.

"Mi scusi lei è?" le chiedo.

Cambia espressione in un attimo, vedendomi. La stessa faccia che ha avuto Anna, appena sentì il mio nome per la prima volta all'IPM.

"No scusami piccerè, credo di aver sbagliato. Io sto cercando mio figlio Carmine." si volta d'un tratto imbarazzata per la sua piccola confusione e va via.

Io non le dico nulla, chiudo la porta e mi risiedo sul divano. È una coincidenza assurda che quella signora cercasse suo figlio con lo stesso nome di mio padre.

Sarebbe bello se venissi a sapere di avere una nonna, uno zio o un parente qualunque con cui fare conoscenza. Non lo so se ho dei parenti, ma se così fosse vorrei conoscerli.

Risuonano alla porta e questa volta è davvero mio padre. Gli apro, entra subito in casa agitato. Lo guardo confusa ma rimango in silenzio continuando ad osservare le sue mosse. Cammina di qua e di là per il salone con il fiatone senza dire nulla. Poi mi ha guardato e ha smesso con il suo silenzio.

"Papà cos'è successo?" gli chiedo.

"Stai bene? Dimmi di sì. È entrato qualcuno in casa? Ti ha fatto del male?" mi riempiva di domande molto preoccupato e non ne riuscivo a capire il motivo.

Ho aspettato che si tranquillizzasse per poter parlare di argomenti che finora non abbiamo affrontato ma che mi sembra il momento per farlo.

"Scusa Futù. Non volevo spaventarti." sospira e si avvicina per darmi un bacio in fronte.

"Perché sei così agitato? Prima ha bussato una signora che cercava suo figlio Carmine. Non lo so, sei agitato perché c'entra qualcosa con te?" gli chiedo.

Lui rimane zitto, mi guarda come uno sciocco senza dire niente. Probabilmente vuole cercare di capire cosa dire ma alla fine ha scelto la verità che mi ha sempre raccontato.

"Niente lascia stare, ricordati che faccio tutto questo per il tuo bene." con la voce stanca, si rassegna anche questa volta ad affrontare il discorso.

"Papà già lo so. Ma non mi basta. Io voglio sapere cos'è successo a mia madre, voglio sapere se ho dei nonni o degli zii qui a Napoli, voglio sapere perché sei stato arrestato."

"Futura per favore non è importante."

"Ma io lo voglio sapere. Io voglio conoscere mio padre. Apprezzo la tua dolcezza ma vorrei apprezzare anche la tua sincerità."

Sospira e anche questa volta rimane in silenzio per trovare le parole giuste probabilmente per non ferirmi.

"Sarà peggio se ti dico la verità."

"No invece no! Io voglio sapere con chi sto realmente vivendo!" alzo il tono della voce.

"No, Futù sarà peggio se vuoi sapere la verità. Perché arriverai sempre più in fondo e farà male pure a te!" lo alza anche lui, lasciandomi a guardarlo come una tonta.

"Come pure a me? A te cosa fa male?" riporto il tono di voce alla normalità e gli parlo seriamente interessata.

"Vuoi sapere che cosa mi fa male? Voler avere una carezza di tua madre anche se è impossibile. Futura io vengo da una vita molto difficile e non puoi sapere cosa ho passato e neanche te lo immagini. Tu sei la mia unica ragione di vita, non posso perdere pure te." il tono di voce cambia di nuovo. Questa volta pare che sia sul punto di piangere.

Si avvicina e mi abbraccia. Io comincio a lacrimare e cerco di non darlo a vedere.

Lui va in bagno a farsi una doccia poiché è tornato da una giornata di lavoro e io mi chiudo nella mia stanza, dove senza volerlo ritrovo l'ecografia. Rimango spiazzata, è quasi come se qualcuno volesse mandarci un segnale. La mia mamma. Non ne ho idea di come sia finita sul pavimento della mia camera. Ho cercato e ricercato dappertutto anche nei posti più semplici ed è impossibile che adesso compaia come se nulla fosse in un luogo scontato.

La raccolgo, rileggo la scritta dietro e mi domando ancora se si tratti proprio di me.
Questa volta la ripongo nel cassetto di camera mia così da ricordarmi sempre il suo posto e dove cercarla quando ne parlerò con mio padre.

Adesso non sembra il momento giusto, lui è tornato a casa agitato per un motivo ma ora non credo voglia parlarne. Non so se sia solo un momento in cui vuole restare da solo, ma spero soltanto che non sia così sempre perché altrimenti mi sentirei inutile nella sua vita se non c'è dialogo tra di noi.

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28|02|22
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