25.L'Abito Da Sposa.

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Al mattino seguente io e Paola siamo andate da Naditza. Ci accolto come sempre in modo caloroso e ci ha fatto accomodare. Era sola, Filippo non c'era perché come ha detto lei era a lavoro. Paola si è congratulata con lei per il futuro nascituro.

"Non vi ho voluto dire niente ma voglio portarvi alla prova del mio abito da sposa."

"Davvero Nadì?" le chiedo contenta.

"Sì, adesso. Vi dispiace?"

"Ma guarda a me sembra una bellissima idea." si intromette Paola.

"Lo sapevo. Vado a prendere la borsa allora." dice.

"Aspettiamo anche tua madre... o non so tua sorella?" chiedo.

Paola mi guarda e scuote leggermente la testa con una certa tensione. Probabilmente ho sbagliato a chiedere della sua famiglia.

"Piccolì la mia famiglia non ne vuole sapere niente, è per questo che abbiamo aspettato molto prima di decidere di sposarci."

"E ora come farete?"

"Come dovremmo fare, Futura? Ci sposiamo anche senza i miei genitori. Ed è meglio così."

"Perché dici così? La tua famiglia non è d'accordo?"

"Non lo è mai stata ecco perché non verranno. Ma sono felice che ci sarete voi e l'importante è che mi sposerò con Filippo."

"Va bene ora basta domande andiamo." interviene Paola ancora una volta.

Raggiungiamo a piedi l'atelier e dopo circa dieci minuti di passeggiata arriviamo in uno degli atelier più costosi di Napoli. Appena entrate non ho potuto fare a meno di curiosare, toccare vestiti e girovagare per il negozio. Poi d'un tratto mi capita di sfiorare un vestito alquanto bellissimo. Di un azzurro chiaro lungo fino alla caviglia e con degli strass d'argento sul petto.

"Futura,vieni." mi chiama Paola.

La seguo e arriviamo in un salottino privato, riservato solo alla sposa che prova l'abito e a chi l'accompagna.

Naditza è già dentro il camerino per provarsi l'abito e intanto io e Paola fantastichiamo su che tipo di abito lei possa aver scelto. Dopo qualche minuto di supposizioni, Nad si presenta con un bellissimo e semplice abito bianco a sirena. Il lato di sopra era realizzato in pizzo e copriva anche le spalle. Le calzava a pennello, sembrava che quel vestito la stesse aspettando da tantissimo tempo per essere indossato da lei.

Per un attimo ho pensato a mia madre e al suo vestito che ho visto tempo fa in foto. Mi sono emozionata e ho desiderato che adesso lei fosse qui con noi a godersi questo momento e vedere la futura moglie del migliore amico di suo marito.

"Allora?" ci chiede sorridendo.

"È bellissimo!" diciamo.

"Se volete guardatevi intorno nel negozio e scegliete un vestito pure per voi."

"Non ho soldi con me, e poi questi vestiti sono troppo appariscenti." ridacchia Paola.

"Paola non vi dovete preoccupare di nulla. Tu e Futura potete prendere quello che volete. Pago io."

"Non mi sembra il caso, hai visto quanto costano questi vestiti?" intervengo.

"Io e Filippo abbiamo già parlato. I soldi non sono un problema." ci sorride rassicurandoci di poter prendere effettivamente ciò che volevamo.

"Grazie ma non possiamo accettare lo stesso. I prezzi qui sono altissimi." aggiunge Paola.

"Allora vorrà dire che non prenderete niente qua, ma qualcosa dovete prendere. Altrimenti mi offendo."  ride.

"Cosa ne dici Paola?" le chiedo.

"Va bene ma se Futura vuole può prendere un vestito qui."

"Ho visto un bellissimo vestito azzurro prima, posso provarlo?" chiedo alla proprietaria dell'atelier.

"Certo signorina, mi faccia vedere quale." mi risponde e insieme andiamo a prendere il vestito.

Lo prendo e accuratamente lo indosso, stando attenta a non rovinarlo in qualche modo. Mi sono sempre piaciuti i vestiti da principessa e sentirmi come tale. Ma a differenza loro io non ho bisogno di nessun principe che mi venga a salvare perché so di potercela fare da sola.

"Ah wow, sei bellissima." mi dice Paola.

"Ma guarda che principessa! Lo prendiamo subito." esclama Naditza.

"Non ti interessa il prezzo?" le chiedo.

"Futura neanche per sogno, questo vestito è tuo."

"Grazie. Davvero." le sorrido.

Nad da i soldi alla proprietaria per il mio abito e io intanto non smetto di ringraziarla.

Siamo uscite dal negozio e ci siamo fermate in un bar per fare un aperitivo tra donne, come ha detto Naditza.

Peccato che tra donne comprendesse solo me e Nad. Paola anche oggi è indaffarata con il lavoro, infatti si allontana da noi per poter rispondere a una chiamata e Nad prende a parlarmi.

"Lo sai prima ho visto che ti sei emozionata quando ho indossato il vestito."

"Sì, Nad... è che mi ha ricordato mia madre."

"Deve essere difficile essere cresciuta senza di lei."

"Io ho Paola e le voglio tanto bene, ma sai tutte le mie amiche sono cresciute con una madre e con un padre e non averli avuti durante la mia infanzia mi ha segnato molto."

"So che è difficile da credere ma io sono cresciuta come le tue amichette... con un padre e una madre ma nessuno dei due mi ha amata o almeno non me l'hanno saputo dimostrare. Voglio dire che quello che conta è che vieni cresciuta con amore, non importa da chi."

"È da stamattina che menzioni i tuoi genitori, ti hanno fatto davvero del male?"

Fa fatica a rispondere ma alla fine ci riesce prendendo prima un bel respiro.

"È da tutta la vita che mi hanno convinto di avermi fatta nascere solamente per farli mantenere. Volevano vendermi e darmi in sposa a molti miei cugini già da bambina. Futura tu sei il frutto del vero amore, io sono solo una che sin da piccola ha dovuto portare avanti la famiglia, sfruttandomi in ogni modo."

Non le rispondo, ma resto ad ascoltarla con interesse. Se magari le rispondessi lei avrebbe la mia compassione e in questo caso le potrebbe dare fastidio, poiché niente di tutto ciò è facile da vivere.

Mi soffermo soprattutto su quanto ha detto su di me. Io sono il frutto del vero amore. Ma come faccio a sapere che sia vero? Io non so niente di mia madre e di mio padre. Come faccio a rendermene conto anche io stessa? Deve esistere per forza qualcosa che mi faccia capire che sono realmente frutto del vero amore.

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17|05|22
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