4.Imprevisto Piacevole.

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Mi sono diretta da Maddalena per poterle chiedere di parlare con Paola.

"In questo momento la direttrice non può ricevere visite.Riprova domani."

"Non posso aspettare a domani."

"Eh piccerè io non ci posso fare niente. La direttrice così ci ha comunicato. Mo va nella cella forza!"

Non sono per niente abituata a questo stile di vita. Ordinarmi di andare in cella è come chiedermi di andare in camera mia.

"Futura ti prego cerca di capirmi. Non posso tradire Peppe." Martina cerca di chiarire ma io non voglio sentirla più.

"Capisco tutto Martina,davvero! Ma è possibile che tu non te ne renda conto? Guarda dove siamo per colpa sua? Non dovrebbe bastarti per farti capire di mollarlo?"

"Ma non è così facile."

"Perché? confessi tutto e poi lo lasci così lui e il fratello andranno in carcere e non ti potrà far del male."

"Ma io non voglio. Ha promesso che mi sposerà, vuol dire che mi amerà per sempre."

"Ma cosa dici? Anche i matrimoni finiscono."

"Sì certo come quello dei tuoi genitori..."

La guarda di scatto e divento seria. Sta oltrepassando il limite. Le avrei permesso tutto ma non di parlare male dei miei genitori, non ne ha il diritto se poi non conosce la verità dei fatti.

"Non metterli in mezzo,ma come ti permetti? Mi hai stancata. Appena sarà possibile confesserò tutto."

"Devi prima chiedermi se sono d'accordo però, perché riguarda anche Peppe."

"Non mi interessa di lui, non mi interessa di te. Io voglio solamente uscire da qua dentro e stare con mio padre." inizia a tremarmi la voce.

Stare con mio padre è tutto ciò che ho sempre voluto, e Martina lo sa. Ma adesso siamo ancora distanti e non è per colpa mia. Confesserò perché non sono io che devo stare rinchiusa qui dentro.

Alla solita ora di ieri Maddalena ci chiama e ci porta fuori per l'ora d'aria. Arrivate in cortile mi siedo sulla stessa panchina di ieri. Rimango seduta a pensare e intanto guardo i ragazzi giocare a pallone.

"Ciao bellissima." sento dietro di me la voce di un maschio che mi suona familiare.

Ovviamente è Ciro che richiama la mia attenzione. Mi volto e lo guardo seria, a contrario suo che sembra felice di vedermi.

"Ancora tu? Non sei uno che molla facilmente." mi sorride e scuote la testa per dirmi di no.

Resta a guardarmi imbambolato, prima gli occhi poi le labbra.

Ha un sorriso talmente bello e non nego che il mondo in cui mi guarda mi piace, ma è meglio che non lo rifaccia; distolgo lo sguardo.

Si siede vicino a me e si accende una sigaretta. Avvicina il pacchetto per offrirmene una, ma rifiuto poiché non fumo.

"Non mi hai ancora detto come ti chiami."

"Te lo ripeto, non è necessario che tu lo sappia."

"Ma io devo sapere il nome della persona a cui non smetto di pensare."

"Smettila sei ridicolo." rido ma dentro di me si sta smuovendo qualcosa.

"Hai dei bei occhi..." mi dice con un tono sincero.

Ridacchio ma non per il finto complimento, perché lo faccio talmente disperare che non sa come approcciare.

"Fidati, hai guardato tutto di me, ma di sicuro non i miei occhi."

"Invece sì e ti dico che hai dei bei occhi azzurri,lo sapevi che al sole diventano molto più chiari? Direi quasi grigi." mi stupisce.

Non so se lo fa apposta, comincio a dubitare.

"Fai sempre così?"

"Così come?"

"Fai cadere le ragazze nella tua trappola e poi le ferisci?"

"Io non sono come credi, non sono come mio padre." cambia espressione, sembra proprio di aver toccato un tasto dolente.

Non ho tempo di rispondergli che si avvicina Anna, ma questa volta è da sola.

"Brava Futù, hai capito chi farti amico qua dentro."

"Ma che vuoi ancora?" roteo gli occhi.

"I falliti stanno con i falliti e i vincenti stanno sempre da soli per scelta propria."

"Anna, vedi di finirla." interviene Ciro.

"Vi conoscete?" chiedo a Ciro.

"Conosco la sua famiglia, i Conte. Tempo fa si allearono con i Ricci per prendersi tutta Napoli ma i Di Salvo hanno fottuto tutte le piazze di spaccio."

"Che stronzate." borbotto.

"Futura e tu a chi appartieni?" mi chiede poi Anna.

"Io non vengo da famiglie come le vostre. Mi ha cresciuta una donna per bene."

"E che vorresti dire, che noi siamo brutta gente?"

"Sinceramente sì." rispondo sicura di me.

"La gente ci rispetta, e vuole stare dalla nostra parte. Un motivo c'è non credi?"

"La gente ha paura di quelli come voi."

"Nennè ma tu qua dentro sei venuta a comandare? Vedi di non scassare il cazzo e se non vuoi problemi ti conviene stare dalla mia parte." mi guarda dritto negli occhi per intimorirmi.

Il mio battito aumenta, mi sta istigando e preferisco non andare oltre.

"Anna hai rotto il cazzo,vedi di andartene." si intromette Ciro e mi difende rispondendola a tono in napoletano.

Attiriamo l'attenzione delle guardie e perciò sia Lino che Liz si avvicinano.

"Futura, Anna la volete finire?" ci rimprovera e io sono la prima ad allontanarmi da quella panchina.

"Ciro, alzati dai!" anche Lino fa lo stesso con Ciro e lo porta via dal cortile mandandolo alla sua cella.

"Liz ma perché lo porta via? L'ora d'aria non è finita."

"Bambolì è meglio che non sai quello che ha fatto."

"Ma è ingiusto..."

"Piccerè non ti mettere in mezzo."

Non le rispondo, mi arrendo a farle domande e mi allontano da lei per stare sola. Per far passare il tempo guardo gli altri ragazzi che giocano a pallone e mi chiedo perché hanno portato via Ciro prima degli altri.

C'è forse un collegamento tra ciò che ha fatto per essere qui e per portarlo via così da evitare incidenti simili? Quel ragazzo mi incuriosisce ma non voglio dargli troppa importanza. Uscirò da qui a breve e non lo rivedrò mai più e forse è meglio così.
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06|01|22
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️

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