28.L'Altra Verità.

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Dopo il gustoso pranzo con Paola, lei è dovuta ritornare a lavoro e io un po' dubbiosa e piena di domande ho chiamato la donna che si riteneva mia nonna. Ci siamo date appuntamento a casa sua perché voleva mostrarmi le foto di mio padre che aveva, per farmi capire che effettivamente era davvero suo figlio.

Quindi ci sono andata con una testa piena di domande e pronta a sapere cosa avesse da dirmi.

"Mi fa piacere che tu sia venuta, siediti." mi ha detto.

Ho fatto come mi ha detto e ho aspettato che cominciasse a parlare.

"È da tanto tempo che speravo di conoscerti. Ci sono state pochissime occasioni per stare insieme."

"Perché? Mio padre non voleva che stessi con me."

"Esatto. Non capisco perché però. L'ho cresciuto senza fargli mancare mai niente. Ma ha sempre fatto così... è sempre stato egoista."

"Egoista su che cosa?"

"Su tutto, Futura. Io e tuo zio gli abbiamo fatto capire sin da subito cosa doveva fare e come doveva fare per guadagnarsi il rispetto della gente e di suo padre soprattutto."

"Mio nonno...mio zio? Adesso dove sono?"

Accenna un sorriso, sospira e poi risponde.

"Non sono molto presenti, diciamo. Tuo nonno Franco è in prigione."

Non ha accennato di mio zio e questo mi fa incuriosire. Non voglio chiederglielo però.

"Cos'ha fatto?"

"Non è importante che tu lo sappia. Lascia stare."

"Va bene, allora che ci faccio qui?"

"Volevo solo vederti, ma immagino che hai molte domande sulla tua famiglia."

"Papà non me ne parla. Dice che è per il mio bene."

"E questo come ti fa sentire?"

"Male. Ho bisogno di sapere per potermi fidare. Io non lo vedo da quindici anni. Praticamente lo sto conoscendo adesso."

Annuisce come per farmi capire che mi ascolta interessata a ciò che le sto dicendo.

"Io lo sapevo che tuo padre non era capace a fare il padre. Piccerè a me dispiace che stai così... potessi ti direi tutta la verità."

"Verità? Cosa dici, cosa sai?" sobbalzo.

"Mo' è meglio che vai. Ho delle cose da sbrigare. Torna quando vuoi. Io ti aspetto." si alza dalla sedia e ignora l'argomento per adesso.

So che sta facendo così apposta per farmi ritornare, ma anche se fosse io ritornerò per sapere la verità. Ne ero certa che papà mi nascondesse qualcosa e addirittura una famiglia che conosce la verità. Io ritornerò.

Vado via da casa di mia nonna Wanda e raggiungo quella di Martina. Ho pensato alle condizioni della casa, molto discutibili e soprattutto vuota. Ho prestato attenzione al viso di mia nonna, spento e raggrinzito. È molto sola e ha bisogno di compagnia, forse è per quello che mi ha cercata e vuole che io domani torni.

"Ciao amò, com'è andata con Paola?" mi chiede Martina appena mi vede.

"Bene, le ho parlato anche di sto fatto del tutor e domani cominceremo insieme."

"Perfetto! Farò una sorpresa a Nadia." sorride.

È da settimane che non teme più Peppe. Stare con Nadia, e solo con lei in qualche modo, le ha fatto ritrovare la pace. Non le importa più di Peppe anche se è scappato senza lasciare tracce o che potrebbe ritornare da un momento all'altro.

"Di là c'è mia madre vieni." mi dice.

Ho un bel rapporto anche con la madre di Martina. È una donna rinata dopo il divorzio con il suo ex marito, è molto più sorridente come una volta e ci prepara sempre buone cose da mangiare quando resto a dormire da loro.

"Teresa, ciao! Come stai?" le dico.

"Ciao Futura, è da tanto che non ci vediamo. Siediti e raccontami un po'. Martina mi ha detto che domani fate tutoraggio all'IPM. Lo sai che un tempo lo facevo anche io?"

"Sì iniziamo domani."

"Mamma lei ha accettato solo per vedere un ragazzo dell'IPM." scherza Martina.

"Non è vero sciocca, sono stata io a costringerti a venire perché non potevo stare sola con lui che ci provava."

"Aspetta, ti piace un ragazzo dell'IPM?"

"No... io...non lo so." ammetto per la prima volta.

Teresa rimane in silenzio, a fissare un punto della stanza e quasi quasi sorride.

"Cosa c'è mamma?" chiede Martina.

"No niente, solo dei ricordi che preferisco dimenticare."

"Si dimenticano solo ricordi brutti, ma quel sorriso non è da un ricordo che si può dimenticare." le dico per farla parlare.

"È che mi hai fatto ricordare di quando facevo tutoraggio all'IPM e mi innamorai anche io di un ragazzo là dentro."

"Davvero? E lui ricambiava? Tu cosa hai fatto? Non hai pensato alle conseguenze?" la riempio di domande per togliermi ogni dubbio che avevo finora su tutta questa situazione.

"Sì, lui ricambiava anzi è stato lui a fare il primo passo. All'inizio non gli davo retta ma ho ceduto subito perché mi faceva impazzire. Mi piaceva così tanto che non ho pensato agli altri per una volta, ma a me." ne parla per tutto il tempo con il sorriso e gli occhi lucidi.

"Wow, sembra una bella storia d'amore."

"Sì, lo era. Ma tutto ha delle conseguenze e la nostra storia le aveva. Tu pensi di conoscerlo abbastanza questo ragazzo?"

"No, ma vorrei credo."

"Ne parli insicura ma i tuoi occhi dicono tutt'altro. Levati ogni dubbio, non pensare agli altri, ma solo a come ti fa sentire. E dimmi, ne vale la pena?"

Istintivamente chiudo gli occhi e mi scaccio via ogni insicurezza e mi soffermo solo su come mi fa sentire. Al nostro primo incontro, la chiacchierata in barca, la poesia che mi ha dedicato e la serata in discoteca. Un sorriso bello lungo e sincero, che per tempo ho nascosto pensando a lui, adesso viene fuori. Io provo qualcosa per Ciro.

"Sì, ne vale la pena." rispondo.

Riapro gli occhi e vedo Martina sorpresa. Probabilmente neanche lei crede al fatto che ho confessato i miei sentimenti.

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08|06|22
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