8.Vecchi Amici.

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Non ti lascerò mai più.
Mio padre, la persona più buona che io conosca.
Le sue parole mi hanno emozionata.
Quanto può aver sofferto per arrivare a dirmi queste parole?
Lui ha sbagliato e non c'è mai stato per me quando ne avevo bisogno ma non ho mai smesso di volergli bene. L'ho pensato notte e giorno e desideravo uscisse presto di prigione e lui sa bene quanto ho sofferto la sua assenza.
Le sue parole sono una promessa e anche un nuovo inizio.

Arriviamo nella sua nuova casa che da tempo il comandante gli stava procurando e sistemando così che alla sua libertà, avrebbe potuto abitarci.

"Che ne pensi?" mi chiede.

Mi guardo intorno ed è molto accogliente. Gli spazi che occupa sono ancora vuoti e c'è ancora molto da sistemare e quando ne avrò le opportunità lo aiuterò.

"Vieni con me, ti faccio vedere una cosa." aggiunge.

Lo raggiungo e proseguiamo lungo un corridoio, apre una porta della casa e fa entrare prima me.

La camera occupava un letto singolo e al lato destro c'era un piccolo quadro, raffigurato mio madre in abito da sposa con una bambina in braccio e quella bambina ero io.

Mi volto verso mio padre e mi sorride. Io lo guardo confusa per capire il perché mi avesse portato qui.

"Ti piace? Questa camera è tua." mi dice.

Spalanco gli occhi. Sta forse pensando di farmi venire a vivere qui?

"Vuoi che venga a vivere qui?" gli chiedo.

Lui annuisce e si avvicina a me.

"Ho già parlato con Paola e a lei sta bene. Futura io voglio recuperare il tempo perso e se tu venissi a vivere qui sarebbe perfetto."

Si stava davvero sforzando per rendermi felice e per stringere i rapporti. Come potevo dirgli di no se lo volevo a tutti i costi?

"Che bello, si!"gli sorrido e poi mi abbraccia.

Sentiamo suonare al campanello e mio padre va ad aprire. Sembra tranquillo quindi può darsi che aspettava qualcuno. Apre la porta e vede un uomo alto con i capelli ricci, accompagnato da una donna con dei lineamenti molto particolari. Sicuramente stavano insieme.

"O' chiattillo!" lo saluta mio padre dandogli poi un caloroso abbraccio. -"Naditza!" saluta poi la donna e li invita ad entrare.

Io continuo a sorridere per cortesia, poiché non li conosco. L'uomo appena mi vede rimane sorpreso e io guardo mio padre sentendomi in imbarazzo. Mio padre non ha reagito e continuavo a non capire.

"Futura..." mi dice l'uomo.

"Mamma mia quanto sei bella piccerè, uguale a Nina." aggiunge la donna al suo fianco.

"Voi conoscete me, ma io non conosco voi." ridacchio nervosa.

"Hai ragione, io sono Filippo e lei è la mia fidanzata Naditza."

"Sono tuoi amici?" chiedo a mio padre.

"Sì, stai tranquilla." mi dice.

Ci accomodiamo in salotto e intanto mio padre prende qualcosa da poter offrire ai nostri ospiti.

"Quanti anni hai, piccerè?" mi chiede Naditza.

"Diciassette, compiuti da poco."

"Ah è passato tutto questo tempo!" aggiunge Filippo.

"Perché mio padre ti chiama o chiattillo?" gli chiedo per poi ridere per il simpatico nomignolo.

"Non si sente che sono milanese?"

"In realtà poco, ma da quando stai a Napoli?"

"Sono più di quindici anni ormai. Io e Nad siamo rimasti per qualche anno ma poi a causa della sua famiglia siamo tornati a Milano."

"La famiglia è contraria alla vostra relazione?"

"Sì ma adesso abbiamo sistemato già la situazione." dice per poi guardare Filippo e sorridono entrambi.

Mio padre ci raggiunge e si siede con noi.

"Carmine, io e Nad ci sposiamo." prende la mano della sua amata e la guarda.

"Wow, ragazzi che bello!" esulta mio padre in napoletano e poi abbraccia entrambi.

"Grazie Cà, abbiamo portato pure la partecipazione al matrimonio." Nad mostra a mio padre l'invito al loro matrimonio.

Curiosa, lo sfilo a mio padre e leggo quando si terrà e dove il matrimonio.

"Vi sposate a settembre?"

"Sì, poi volevo chiederti una cosa... non ho nessuna damigella quindi ho pensato a te."

"Wow Naditza è una cosa importante quella che mi chiedi. Ci conosciamo da dieci minuti ma se ci tieni tanto."

"Futura.." mi richiama mio padre per l'atteggiamento poco rispettoso.

Non voglio offenderla, semplicemente la conosco da poco e non mi va di prendere una decisione così importante subito.

"No no, tranquillo Cà. Ha ragione non ci conosciamo."

"Scusa non volevo risponderti così."

"Futura sta tranquilla, tutto apposto. Noi non ci conosciamo e io vorrei conoscerti. Purtroppo non ho avuto l'opportunità di conoscere tua madre e vorrei rimediare con te."

"Sì va bene. Ma come fai a non conoscere mia madre se mio padre e Filippo sono amici da tanto tempo?" chiedo per curiosità.

Tutti e tre si sono guardati negli occhi imbarazzati, immagino per la mia domanda. Non capisco perché tanto mistero.

"Semplicemente perché io e Filippo a quei tempi ci eravamo lasciati e non stavo con loro." mi risponde Naditza con un tono convincente, ma a me la cosa non convinceva per niente.

Tutto piano piano inizia a farsi chiaro, ma non è abbastanza per sapere tutta la verità.

"Carmine, io e Nad adesso andiamo perché dobbiamo dare gli inviti anche al comandante e alla direttrice." dice Filippo.

"Li conoscete anche voi?" chiedo confusa.

"Sono amici dei suoi genitori piccerè e hanno visto Filippo crescere." interviene Nad.

Anche questa non mi convinceva, ma non me la sentivo di discutere con mio padre ora che ci stavamo riavvicinando.

"Ah a proposito, hai visto Pino? Vorrei invitare lui è Kubra." aggiunge ancora Filippo.

Noto che mio padre non gli risponde ma gli lancia un'occhiata per farlo smettere.

Pino. Mio padre conosce un certo Pino. Ho un'altra conferma che mio padre è stato all'IPM, ricordando la scritta sul muro.

"Ok Filì ora basta dobbiamo andare." Nad pare che stia coprendo mio padre e trascina via Filippo.

Entrambi ci salutano e poi vanno via. Io e mio padre rimaniamo da soli e adesso che la situazione in confronto a oggi si è calmata, sento di dovergli parlare. Ma non ne ho avuto coraggio ed è stato anche lui ad evitare la conversazione.

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10|01|22
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