3.Cuore Incatenato.

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Il mattino dopo mi sento più tranquilla perché finalmente sarei ritornata a casa. dove è giusto che io stia. Stare qui rinchiusa per poche ore mi ha fatto molto male mentalmente, sarà che non sono abituata a questa vita.

Mi alzo dal mio letto per una notte e noto che Martina non è lì. Si è svegliata prima di me per parlare con Paola?

Mi reco alla finestra e respiro l'aria del mare. La freschezza mi avvolge interamente il corpo e mi senti bene rispetto a ieri. Sento la cella aprirsi, mi volto e vedo Martina. Sono felice di vederla e lo si può percepire dal mio sorriso in volto ma lei non lo è per niente.

"Martina, hai parlato con Paola?" le chiedo per prima cosa.

abbassa lo sguardo e poi lo rialza. sospira e mi guarda senza dire nulla. c'è qualcosa che non va, lo percepisco.

"Mentre aspettavo Paola, si è avvicinato un ragazzo e mi ha dato un bigliettino. Era da parte di Peppe."

Non continua a parlare, forse perché non ne ha il coraggio ma io ho già capito.

"Quindi immagino che non hai più parlato con Paola?"

"Scusa, è che Peppe mi ha mandato questo bigliettino e io..."

"No zitta non dire niente! Non voglio sentire niente più di te e di Peppe." le urlo talmente forte che Maddalena arriva da noi per rimproverarci.

"We we, la volete finire di urlare? Forza uscite per andare a fare colazione."

Facciamo come ci dice anche se non ho molta fame, mi va solamente di cambiare aria e tornare a casa. Qui dentro non mi piace.

Prendo giusto qualcosa al bancone e mi siedo in disparte da sola. Vedo arrivare le tre ragazze di ieri sedersi al mio stesso tavolo, ma non reagisco.

"We Futù, ci possiamo sedere vero?" mi chiede Anna.

La guardo e annuisco. Non voglio darle troppa confidenza e neanche si merita le mie attenzioni.

"Ma poi che cazzo di nome è Futura? scherza e inizia a provocarmi.

Non voglio problemi perciò non reagisco neanche questa volta. Starò in silenzio ad aspettare che passi l'ora per ritornare in cella.

"Futura, la direttrice mi ha mandato a chiamarti." mi dice Maddalena.

"Vai vai Futura, puoi andare." mi dice Anna.

Sogghigno.

"Ma perché tengo bisogno del tuo permesso?"

"E certo, bella mia."

Non le rispondo, perché chiaramente mi sta provocando e insieme a Maddalena raggiungiamo l'ufficio di Paola.

Entro nel suo ufficio ma ad aspettarmi oltre lei, c'è mio padre. Sono rimasta pietrificata per pochi secondi. Il cuore mi batte all' impazzata. Finalmente dopo più di quindici anni lo rivedo senza alcun vetro che ci divide, perché è lì davanti a me che mi sorride e spera che io lo abbracci per prima. Mi butto fra le sue braccia e mi stringe fortissimo, un modo per farmi capire che gli sono mancata.

"Futura a papà come ti sei fatta grande! Come sei bella.." mi accarezza il viso e mi abbraccia di nuovo.

È finita per lui la vita la dentro e ora ne inizia una nuova. Peccato che adesso sono io quella in carcere. Sento che non ci sarà mai modo di godermi mio padre.

"Papà...Paola ti ha detto perché sono qui?" cambio espressione.

Mi duole parlarne ma è giusto che lo sappia.

"Si vita mia, però non tu preoccupare. Paola mi ha detto tutto e tu devi stare solo tranquilla. Ce lo vediamo noi. Adesso non ci pensiamo però." mi accarezza i miei lunghi capelli ricci e mi sorride, probabilmente ricordando mia madre.

Sono d'accordo nel non parlarne oggi, perché è da tanto che non vedo mio padre e non voglio stare di malumore, voglio solo stare un po' con lui.

"Ho aspettato la tua libertà per moltissimi anni, quando ero piccola ti volevo fuori subito perché non vedevo l'ora di giocare alle bambole con te. Proprio come facevano le mie amiche con i loro padri." ridacchio.

Non ho mai saputo perché è stato in carcere, non abbiamo mai affrontato il tema. Paola non ne sa nulla e io in questi anni ho visto pochissime volte mio padre. Da oggi spero che le cose possano cambiare, ma sarà difficile dato che mi trovo qua dentro.

"Mi dispiace piccerè, ti meritavi un padre migliore." mi tira a se e mi sussurra dolcemente queste parole.

Non posso negarlo; ha ragione io mi meritavo un padre presente perché essere cresciuta senza una figura paterna mi fa sentire ancora oggi vuota, come se mancasse un pezzo di vita.

"Ricordati che tutto quello che ho fatto è stato per proteggerti." mi ripete ancora una volta.

Tutte le volte che ci siamo visti mi ha sempre detto questa frase. Non so cosa volesse intendere e non gliel'ho mai chiesto.

Mio padre mi abbraccia fortissimo e non riesce a staccarsi e io non voglio che lo faccia. Stare tra le sue braccia mi fa sentire ogni volta protetta e al sicuro.

"Direttrice,grazie per avermi portato da mia figlia. Era tutto ciò a cui pensavo mentre stavo in carcere." mio padre mi guarda e mi sorride e io sorrido a mia volta. "Mamma mia, Futura! Sei uguale a tua madre." mi accarezza una guancia e si avvicina per abbracciarmi di nuovo.

"Di niente. Ma d'ora in poi la vedrai solo ai colloqui. Non è possibile farvi incontrare in privato. Rischio il licenziamento." Paola ci avverte ma pare che per mio padre non ci sia alcun problema.

"Futura io e te dobbiamo andare adesso." Maddalena si intromette.

I miei minuti di gioia sono terminati, devo ritornare per forza in cella. Guardo mio padre e lo abbraccio ancora, ma non per l'ultima volta perché ci rivedremo e questa volta non ci sono dubbi.

"Fa la brava amore di papà." mi dice.

Io ridacchio e poi controvoglia ritorno in cella.

"Ma dov'eri?" mi chiede Martina.

"Paola mi voleva nel suo ufficio." non le dico di mio padre, perché voglio rimanga una cosa tra me e lui.

Martina sentendosi più tranquilla della mia presenza si posiziona vicino la finestra e senza farsi notare da me apre di nuovo il bigliettino di Peppe e lo rilegge.

"Cosa c'è scritto?" le chiedo curiosa.

Lei non esita a farmelo leggere e me lo porge con un sorrisino.

Grazie per tutto quello che stai facendo per me,
mi dispiace che ti abbiano arrestata
farò in modo di farti uscire presto e giuro che ci sposeremo.

Finisco di leggere e la guardo. Peppe sa come manipolare Martina ma lei non vuole capirlo. È terribilmente innamorata di lui che sapere che un giorno la sposerà le ha fatto cambiare idea. Arrabbiata strappo il bigliettino e lo butto nel mare.

"Cosa hai fatto, sei impazzita?"

"Martina, sono stanca. Se non confessi tu allora lo farò io."

"Era l'unico ricordo che avevo di Peppe!" era sull'orlo di piangere.

Non l'ho mai vista così, sta delirando e la mancanza di Peppe le fa male. Ho resistito abbastanza, ora devo confessare che è ovviamente la cosa giusta da fare e che avrei dovuto fare molto prima. Ho retto fin troppo questo gioco e ora per il bene di entrambe devo fare ciò che è giusto.

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06|01|22
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️

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