DEREK

1K 21 0
                                    



Tornato a casa aprii il frigo in cerca di qualcosa da mangiare, inutile dire che non vi trovai nulla.
Il deserto più totale.

<<Aaron quando la smetterai di scofanarti tutto il cibo all'interno della casa? Ti ricordo che anche io sono un essere umano e come tale necessito di energia per continuare a vivere...a meno che tu non mi voglia morto e questa comporta ad avermi anche sulla coscienza>> spostai lo sguardo sul mio amico, svaccato sul divano a guardare un documentario su persone in sovrappeso con un pacchetto di patatine in mano. Come non detto.
Lo affiancai lanciando un'occhiata al programma in tv.

<<Diventerai così se non ti dai una regolata bello mio, e fidati che le ragazze manco ti guarderebbero>>lasciai fuoruscire una piccola risata.
<<Ma smettila, guarda che fisico asciutto che ho, neanche un filo di grasso>>confabulò con la bocca piena alzandosi la maglia facendo intravedere l'addome.
<<Chiudi quella cazzo di bocca babbeo o mi farai salire il vomito>>dissi ridendo di gusto imitando un conato.
<<Piuttosto che giudicare me, dove sei stato tu? Fammi indovinare, ti sei fatto una bella scopata con Karen>>
<<No. Probabilmente sarebbe stata la scelta migliore>>mandai giù un sorso del liquido giallastro che tenevo in mano.
<<Che è successo?>>
<<Succede che quella ragazzina mi fa uscire
completamente fuori di testa>>
<<Chi, Karen?>>
<<No. Lydia>>
<<Che ha fatto?>>
<<È testarda, incosciente e troppo bacchettona, oggi di punto in bianco se ne è andata lasciandomi lì come un fesso>>il mio tono era a dir poco irritato.
<<La colpa è tua, sei troppo stronzo, lei è una ragazza d'oro, non se ne trovano molte in giro>>
<<Io non sono stronzo>>
<<Beh dai, lo sai anche tu che non riuscirai mai ad avere un'amica senza scoparci, è nel tuo modo di essere>>
<<Non scopo da una settimana, potrei benissimo resistere di più>>non ero molto sicuro di ciò che dissi.
<<Lascia stare Lydia, è fragile non dovresti girarle attorno>>
<<È lei che gira intorno a me, è diverso>>
<<Sarà, spero solo che James sia in grado di darle ciò che merita ora che stanno insieme>>

Quindi era vero.
La principessa e l'orco biforcuto.

<<Ha ancora la bocca sporca di latte, figurati se riesce a darle ciò che merita>>mi alzai dal divano nell'intento di farmi una doccia bollente sotto le note di Another love.

Quella non era una semplice canzone, era la canzone.
L'unica in grado di rappresentare al meglio la mia situazione, l'unica a parlare al posto mio, l'unica che non avrei mai dedicato a nessuno.

L'acqua bollente prese a scorrere sul mio corpo ed io non feci altro che pensare a quella mattina, al perché quella ragazzina se ne fosse andata di punto in bianco.
Non ho mai inseguito nessuna ragazza in vita mia e non avrei iniziato ora, tantomeno con lei, nonostante ciò mi assicurai tornasse a casa sana e salva, la seguii fino a quando non salì a bordo della macchina di Nathan, se avesse saputo che a mandarlo fossi stato io, probabilmente ora sarebbe ancora seduta dinanzi a quel ruscello.

Avevo bisogno di sfogarmi e liberale la mente.
Così chiamai Karen.
Legai l'asciugamano intorno alla vita dirigendomi verso il soggiorno.

<<Sta venendo Karen, ti avviso, guai se entri in camera mia che ti spezzo il cranio in due,
intesi?>>mi rivolsi ad Aaron in procinto di aprirsi un'altro pacchetto di patatine.
<<Tranquillo divertiti, ora inizia un nuovo episodio di vite al limite, non sentirò neanche i tuoi orgasmi>>lo guardai pietrificato e con disgusto, quel programma gli avrebbe dato alla testa.
<<Ti ricordo che non orgasmo mai, in caso te ne fossi dimenticato>>misi in chiaro.
<<C'è sempre una prima volta>>

L'orgasmo per me era inesistente, diciamo più una regola a cui sottostavo. Non mi sarei mai fatto travolgere dal piacere totale per merito di una ragazza, non avrei mai dato loro questa soddisfazione, le uniche volte in cui lo raggiungevo era masturbandomi.

La seconda regola fondamentale era il preservativo, non c'è mai stata una volta in cui io non l'abbia usato, probabilmente sarò uno dei pochi ragazzi a pensarla così, ma ho i miei motivi, ed Aaron è l'unico ad esserne a conoscenza.
Terza regola, cambiare le lenzuola dopo ogni rapporto, l'idea di dormirci sopra mi rivoltava lo stomaco ed infine l'ultima regola, la più importante, quella che nessuno avrebbe dovuto trasgredire; niente baci sulla bocca, neanche a stampo, ero molto ferreo su quest'ultima, mi rivangava il passato, un passato che volevo dimenticare.

<<Amico c'è la biondina!>>sentii le urla di Aaron e mi affrettai ad aprire la porta di ingresso, ritrovandomi Karen in tutta la sua altezza, capelli legati, minigonna, un top striminzito e
stranamente scarpe da ginnastica, mi stupii.
<<Dai entra>>fece come le dissi e si diresse subito in camera mia.
<<Ciao Aaron...che diamine stai guardando?>>si fermò ad osservare il mio amico seduto sul divano.
<<Vite al limite, è interessante dovresti guardalo>>esordì portando la bottiglia di birra in bocca.

Karen assunse un espressione mezza schifata.

<<Non fa per me>>e detto ciò continuò a camminare, la seguii chiudendo la porta della camera alle mie spalle.
<<Allora...>>legò le braccia intorno al mio collo <<Come posso liberarti dai tormenti che ti inseguono...>>scese ad accarezzarmi il petto.
<<C'è solo un modo, e credo che tu sappia bene quale>>mi tolsi la maglia e feci la stessa cosa con lei, niente preliminari, mi annoiavano, andai direttamente al sodo, come era mio salito fare.

Indossai il preservativo e le affondai dentro, le diedi una serie di stoccate facendola ansimare, il suo corpo sudava, il mio altrettanto, teneva le braccia sui miei fianchi, io inchiodate alla spalliera del letto che sbatteva ad ogni affondata, i suoi gemiti si fecero più acuti e ripetivi, era al culmine del piacere, lo potei constatare dal respiro affannato e il viso accaldato.
Aumentai la velocità, mi ero già stufato, venne travolta dal massimo piacere. Uscii da lei e buttai il preservativo.
Niente baci, carezze e parole belle, solo sesso.
Corsi in bagno a darmi una lavata, mi sentivo sporco, il solo pensiero che le mani di una ragazza potessero entrare a contatto con la mia pelle mi provocava disgusto.

È colpa del passato.

<<Devo andare a surf, avvisa Aaron quando esci, dubito che possa accorgersene stando attaccato al televisore>>presi le mie cose e mi diressi verso l'uscita, lanciando un'ultima un'occhiata al suo corpo disteso sul letto.

Ero ancora sudato, arrivato in spiaggia mi sarei buttato direttamente in mare per ripulirmi dal sesso.
Karen era l'unica ragazza con cui andavo a letto più di una volta, non ero il classico bad boy che le trattava male, è grazie alla donna se l'essere umano esiste, però mi stancavo facilmente, era nel mio modo di essere, non riuscivo a controllare questa cosa, motivo per il quale non mi fidanzavo mai, le avrei fatte solo soffrire, a Karen non fregava nulla, le bastava essere soddisfatta da quel punto di vista ed io ero l'unico a poterlo fare a regola d'arte.

Arrivai in spiaggia, mi affrettai a togliere la maglietta e iniziai a correre verso il mare con la tavola sotto braccio.

Il surf era tutto per me, una valvola di sfogo che mi permetteva di innalzarmi insieme alle onde, di vedere il mondo, la vita da un'altra prospettiva, mi dava forza, mi faceva sentire capace di affrontare anche gli ostacoli più grandi, ma ne rimaneva sempre uno che non riuscivo mai a varcare.

Il mare era il mio posto felice, Santa Monica lo era, rappresentava l'inizio di un nuovo me, mi lasciai alle spalle tutto quando venni per la prima volta qui, le cose brutte ma anche quelle belle.

Stetti a contatto con l'acqua salata per una buona mezz'ora, il sole cuocente batteva su di me facendo scottare la mia pelle, uscii da lì dirigendomi in un posto tranquillo in cui riposare, un posto dove nessuno poteva disturbarmi, una piccola spiaggia circondata da rocce rosa, in un punto periferico dove nessuno era in grado di vederla, mi sentivo al sicuro lì dentro e l'idea che nessuno potesse entrarci mi sollevava.

Mi sollevava sapere che c'era un posto dove potevo essere me stesso, senza essere giudicato, senza essere definito fragile, perché anche io possedevo le mie fragilità, quelle che tutti hanno ma che in pochi esternano, e io sono uno di quelli.

Rimuginavo a cosa sarei potuto diventare o essere se non avessi vissuto quel che ho vissuto, dove sarei ora e con chi, cosa starei facendo...cosa ne sarebbe stato di me se quel giorno avessi negato tutto, se quel giorno non fosse andata come realmente doveva andare...quasi sicuramente non sarei qui, anzi, ne sono più che certo, non sarei qui a pormi domande su domande rivangando il passato che ormai passato doveva rimanere, non sarei stato qui a riflettere su cose che ormai erano futili ma che dentro di me sapevo che non lo sarebbero state mai.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Where stories live. Discover now