LYDIA

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Era ormai passata una settimana e di Derek non c'era alcuna traccia e non nego di non averci pensato, anzi nei giorni di noia era l'unico mio pensiero. Mi sforzavo così tanto di capirlo, di scovare qualcosa, c'era una parte di lui che mi impediva di eliminarlo definitivamente dalla mia mente.

Quel giorno pioveva ed io non avevo la benché minima voglia di andare a scuola, infatti non lo feci, ne potevo approfittare per leggere un buon libro in compagnia di una bella cioccolata calda. In pieno Maggio. Prima di iniziare la mia fantastica maratona feci una doccia calda, tanto per preparare il mio cervello al meglio, mi infilai dei leggings ed una maglia crop a maniche lunghe che lasciava in bella vista il piercing all'ombelico, presi il mio amato libro, la cioccolata calda, e mi sistemai comodamente sul divano, ma nell'esatto momento in cui sfogliai le pagine il suono del campanello interruppe la mia quetitudine.

"Chi cavolo sarà mai a quest'ora della mattina?"
Irritata mi alzai fugace dirigendomi verso la porta, feci il grande errore di non guardare dallo spioncino.

"Si può saper...che ci fai qui?"

Chi poteva mai essere se non il nostro caro acerrimo amico Derek? Se ne stava lì, appoggiato su un braccio contro lo stipite della porta, la gamba incrociata ed uno stuzzicadenti tra le labbra, il quale roteava con una mano, alzai lo sguardo sul suo viso ed ebbi l'impressione si fosse allungato, altro che giraffa sembrava una gru. Quell'aria da sicuro di sé mi dava letteralmente sui nervi.

"Buongiorno anche a te, principessa"

"Perché sei qui a casa mia?" il mio tono era tutto fuorché cordiale. Mi ero decisamente stancata di lui.

"Non mi fai entrare? Non vorrai mica che resti qui al freddo?" proferì con tono magnanimo.

"Siamo a Maggio, il minimo che può succederti è inciampare e finire investito" controbattei fissandolo negli occhi.

"E tu quello lo definisci il minimo? Mi odi con tutta te stessa a quanto vedo"

"Certe volte ci arrivi alle cose... ed ora se vuoi farmi il piacere, puoi anche andare" feci per chiudere la porta quando la sua mano la rimandò indietro insinuandosi nella fessura.

"Non così veloce"
Con uno scatto furtivo entrò e richiuse la porta dietro di sé facendo tremare il pavimento ai nostri piedi.

"Ma chi ti credi di essere eh? Questa è casa mia di certo non un centro psichiatrico per quelli come te!" gli inveii contro cercando di mantenere i nervi saldi nonostante li sentissi scoppiettare poco alla volta. Sarei esplosa.

"Da che cosa deduci io sia uno psicopatico?" assottigliò lo sguardo per poi lasciare che le sue gambe compiessero alcuni passi inoperosi verso di me.

"Perché sei bipolare! Scompari per una settimana e pretendi di ripresentarti qui a casa mia?" sorrisi nervosa. I suoi occhi color smeraldo rimasero stanziati nei miei, la sua postura era rigida ed in pochi secondi mi fu davanti.

"Cos'è? Ti sono mancato? Non riuscivi a stare un giorno senza vedermi?" mi provocò.

"Che diavolo vuoi Derek? Se sei venuto qui per prenderti gioco di me quella è la porta" dissi indicandola con il dito.

"Non ti chiederò scusa per non essermi fatto sentire, succederà altre milioni di volte, scomparirò senza dire nulla a nessuno, perché sono fatto così, fa parte di me, e non verrò ogni volta da te a darti spiegazioni che nemmeno ti riguardano, Lydia"
Rimasi in silenzio a guardarlo per un paio di minuti.
Dovevo metabolizzare le cose che aveva appena detto.

"Sono stanca di litigare, ti sei comportato di merda, perché è così, non pretendevo di sapere dove fossi o con chi, ma potevi avvisare, Derek, perché sembra che a quella gara ci tenga più io che te" dichiarai flebile, mi ero stancata delle nostre continue discussioni e dei battibecchi.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Место, где живут истории. Откройте их для себя