LYDIA

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Un mese dopo.

"Aaron smettila! Finirò per avere una polmonite!" schivai il palloncino d'acqua che colpì Cheryl dritto allo stomaco.
Scoppiai a ridere correndo verso la bacinella nell'intento di prenderne uno.

"Brutto stronzo!" Ryl ne lanciò uno a sua volta che purtroppo finì in mare.

"Time out, sono esausto" Aaron si abbandonò stanco sulla sabbia portandosi una bottiglietta d'acqua alla bocca.

Il sole batteva forte e caldo sui nostri corpi, come ogni singola giornata di agosto.

Era il compleanno di Sharon ed io non riuscii ad essere lì con lei.

I voli erano pieni e a mio malgrado costavano troppo, ma nonostante ciò le spedii il mio regalo.
Poi decisi di chiamarla.

"Ei, pensavo ti fossi dimenticata di chiamarmi" si lamentò lei simulando un pianto finto.
Sorrisi.

"Non potrei mai dimenticarmi il compleanno della mia migliore amica. Tanti auguri, spero che questo giorno ti porti tanta felicità" se la meritava.

"Grazie Lydia...tu invece? La felicità ha fatto di nuovo capolino nella tua vita?" la sua domanda mi scombussolò un attimo.

Era da ormai un mese che non provavo più quella sensazione. Da quando lui mi lasciò senza dire nulla. Se avessi saputo che quel giorno fosse stato l'ultimo, avrei fatto in modo di prolungarlo.

"Lo vorrei tanto. Sto cercando di distrarmi il più possibile ma è come se ogni cosa mi ricordasse lui" sibilai malinconica.

Quando se ne è andato ha portato con sé ogni cosa bella, lasciando solo il marcio.
Sono sprofondata in un abisso buio e profondo da cui non sono più riuscita a risalire. Ha causato in me un dolore talmente grande da dover assumere delle medicine per poter liberare la mia mente dalla sua presenza. Una sofferenza che ancora oggi è impressa sulla mia pelle e sul mio cuore.

Non sarei mai riuscita a perdonarlo per essersene andato senza avvisarmi, per avermi lasciata qui da sola, senza qualcuno che si prendesse veramente cura di me come faceva lui.
Ogni notte andavo in spiaggia per guardare le stelle, speravo che in qualche modo quello potesse aiutarmi ad averlo più vicino a me.

Non sapevo se l'avrei ancora rivisto o se sarebbe rimasto solo un ricordo lontano, e non ci volli pensare perché questo non faceva altro che aumentare quel senso di vuoto che tanto sentivo.

"Stai vicino a chi ti fa stare bene. Circondati di persone in grado di farti sorridere. Io sono sempre al tuo fianco, in ogni istante, anche se non posso essere lì fisicamente".

"Ti voglio bene"

"Te ne voglio anche io" mi diede un bacio virtuale prima di chiudere la chiamata.

E improvvisamente mi sentii nuovamente triste.
Quando finalmente l'amore mi si palesò davanti, la mia vita cominciò ad andare a rotoli.
Era così quando ci si innamorava? Sentire quel fastidio al petto che ti provocava solletico, le risate insensate che prendevano il sopravvento, i brividi che si espandevano in tutto il corpo, l'eccitazione. Perché io provavo questo, ma anche vulnerabilità, tristezza, paura di non essere all'altezza, timore di rimanere sola.

E come se l'amore fosse bellezza ma allo stesso tempo fosse dotato di un lato più oscuro, più nascosto.
Se ne era andato perché non provava ciò che provavo io e forse la cosa lo spaventava più di quanto pensassi.

Ho provato più volte a chiedere ad Aaron cosa gli fosse successo e perché tutto d'un tratto fosse spartito senza salutarmi, ma è come se non volesse spiaccicare una parola.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Donde viven las historias. Descúbrelo ahora