DEREK

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Ballai con lei sulle note di Another Love, quella canzone che mai avrei dedicato a nessuno. Tantomeno ad una ragazza.
Ma lei, lei è come se incarnasse quella parole alla perfezione.
Come se fossi stato io a proferirle.

Voglio portarti da qualche parte e dimostrarti che mi importa. Voglio baciarti e farti sentire bene, ma sono così stanco di condividere le mie notti.
E se qualcuno ti ferisce voglio combattere, ma le mie mani sono state rotte una volta di troppo.
Quindi uso la mia voce, sarò fottutamente rude, le parole vincono sempre ma so che perderò.

Voglio piangere e imparare ad amare, ma ho esaurito tutte le mie lacrime per un altro amore.

Quell'amore che tre anni fa non ha accettato le mie lacrime, spezzandomi il cuore in mille piccoli pezzi.
Non sarei stato pronto a riprovare quel sentimento perché il mio cuore non era ancora stato risanato, ma l'avrei protetta da ogni cosa, avrei combattuto con tutte le forze per far sì che non soffrisse nonostante non potessi darle ciò che meritava.

Se solo Cheryl non ci avesse interrotto avrei assaggiato ancora e ancora la sua pelle, il suo sapore, mi sarei inebriato di lei fino a quando le forze non mi avrebbero abbandonato.
Sapevo che prima o poi avrebbe chiesto spiegazioni che io non ero pronto a darle, tutto ciò che facevo aveva una spiegazione, ma non quella che lei desiderava sentire.

Avrebbe perso solo tempo a capirmi, mi comportavo da stronzo e non ero nemmeno capace di chiederle scusa, ero destinato a restare solo senza nessuno al mio fianco per il resto della mia vita, dovevo convincermi solo dell'idea e farmi l'abitudine.
Vi erano cose che mi impedivano di avvicinarla a me, cose che non avrebbero fatto altro che farla soffrire, dovevo essere meno egoista per una volta e tutelarla da quel dolore, anche se questo avrebbe comportato allontanarla da me.

Quel bacio, le sue labbra. Non avrei dovuto farlo, cazzo.
Come ho potuto trasgredire ciò a cui più tenevo?
Non avrei commesso lo stesso errore un'altra volta.
Fanculo, fanculo, fanculo.

Mi buttai in mare per fare una nuotata, sapevo che di lì a poco la ragazzina sarebbe venuta da me per avere risposte ed io non avrei fatto altro che trattarla male. Perché ero così. Non per colpa mia, per colpa di quello che avevo dentro.

Quando uscii dall'acqua mi diressi immediatamente a casa, volevo starmene da solo, volevo mettere pace ai miei tormenti anche solo per un po'. Non chiedevo altro. Ne avrei approfittato per studiare, ero indietro con il programma e se non l'avessi fatto non sarei riuscito a passare l'esame di fine anno. Non mi sarei mai perdonato una sconfitta, dovevo realizzare ciò che il me piccolo desiderava così assiduamente. Dovevo diventare un avvocato.

Sarebbero cambiate tante cose da lì a poco, non potevo permettere di rovinare ogni cosa per un'infatuazione che nemmeno sarebbe durata.

Sei sicuro, Derek?

Lei ed io non eravamo fatti per stare insieme, era stupido che lei pensasse che potesse essere possibile tale cosa. Eravamo a due poli opposti, poli che mai sarebbero stati capaci di unirsi. Ci respingevamo a vicenda, io la respingevo.

Ognuno di noi doveva proseguire per la sua strada, io sarei diventato avvocato e lei avrebbe girato il mondo. Due futuri completamente diversi e così lontani tra loro.
Smisi di pensarci, cercai di togliermela dalla testa, in quel momento volevo solo spaccare tutto e lanciare oggetti a destra e manca, proprio come ho fatto con la lampada di sale.

Quella notte sognai Trevor e la ragazzina, lui la stava toccando, stava ispezionando ogni centimetro del suo corpo, le immagini erano nitide nella mia mente, lui che se la scopava e lei che non opponeva resistenza. Non appena mi svegliai la prima cosa che feci, fu scaraventare quella lampada contro il muro, così forte da creare un buco. Quell'incubo mi perseguitava ormai da giorni, non riuscivo a togliermelo dalla testa.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Where stories live. Discover now