LYDIA

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"Sono tornata!" tolsi la felpa lanciandola sul divano.

"Cazzo Lydia, dov'eri finita?" Luke spuntò dalle scale dirigendosi passo spedito verso di me. Se Derek mi avesse avvisato prima della chiamata probabilmente l'avrei richiamato.

"Da un'amica, e poi tu non dovevi dormire da Frank?" chiesi curiosa aprendo il frigo in cerca di qualcosa da mangiare, ma con scarsi risultati visto che l'unica cosa che vi trovai fu un pezzo di pizza andato a male.

"Possibile che in sta casa non ci sia mai nulla da mangiare?" mi lamentai buttandomi a peso morto sul divano mentre mio fratello mi si appostò davanti con un'aria inquisitoria.

"Questa amica sarebbe Cheryl?" non capii il motivo di tale perseveranza. "Sì" affermai con tono sicuro, se gli avessi detto la verità mi avrebbe tormentata di domande a cui non avevo la benché minima voglia di rispondere.

"Strano, dato che Cheryl è di sopra che ti sta aspettando da circa un'ora, dicendo che è da ieri che non vi vedete" per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva.

"Non potevi dirlo subito?"

"Così avresti inventato un'altra scusa del cazzo?" era alquanto agitato e non ne compresi il motivo.

"Senti, che importa da chi ho dormito? Sono viva e vegeta, è inutile farne un dramma" comunicai prima di alzarmi e dirigermi al piano di sopra.

"Perché ho passato la mattinata intera a preoccuparmi e a capire cosa diavolo ti fosse successo! E se la smettessi una buona volta di fregartene di come potrebbero sentirsi gli altri magari non saremmo qui a parlarne!" avevo sbagliato a non avvisare nessuno, e ne ero a conoscenza, ma la sua reazione fu esagerata.

"Avrò anche sbagliato a non avvisare te o la mamma ma non puoi dirmi che me ne sbatto di ciò che provano gli altri, forse tu sei troppo concentrato su te stesso per poterlo notare, quindi fammi il piacere, smettila di fare il buon samaritano!" odiavo con tutta me stessa quando mi si descriveva come la persona che non ero, ho sempre messo il cuore in tutto, preoccupandomi in primis per gli altri mettendo in secondo piano me stessa e per una volta, una cavolo di volta che decido di non farlo, devo essere etichettata come quella egocentrica che se ne frega degli altri?

Sembrava che di ogni cosa buona che io facessi, gli altri notassero solo il marcio. Entrai in camera sbattendo la porta.
Cheryl sussultò.

"Mi dispiace, non avevo idea che..." la interruppi. Lei non aveva nessuna colpa in merito, sarei dovuta stare più attenta.

"Non è colpa tua, avrei dovuto avvisarti, solo che ho la testa altrove ultimamente, non so più come comportarmi, mi va tutto uno schifo" mi sedetti sul bordo del letto portando la testa alle ginocchia. Prima l'incidente di James, poi Derek e ora...questo. Sembrava che il karma ruotasse esclusivamente intorno a me, e non credevo di essere l'unico essere umano a meritarselo.

"Non va tutto uno schifo, ti concentri troppo sulle cose negative senza soffermarti su quelle positive, purtroppo è normale avere dei momenti di down, capita a tutti, cerca di svuotare la mente e fare ciò che realmente ti piace, la tua visione cambierà" era incredibile come Ryl riuscisse a capire alla perfezione la mia mente contorta e a trasmettermi quel briciolo di positività che lei vedeva in ogni cosa, anche la più brutta.

"Il punto è che non so come...in questo momento vorrei solo sprofondare all'interno di un libro e scappare" era l'unica cosa che mi riusciva bene, rifugiarmi in una realtà diversa dalla mia, una realtà migliore.

"I libri non sono la vita reale, prima o poi le cose le devi affrontare, brutte o belle che siano" mi limitavo solo a rimandare, magari un giorno sarei riuscita ad acquisire quella forza che ancora oggi mi manca.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Where stories live. Discover now