DEREK

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Canzone capitolo-The night we met



Sentii il cuore stringersi. Una morsa stretta alla gola.
E improvvisamente tutto il dolore riaffiorò.
Quel dolore che come inchiostro si espanse nel mio sangue, scorreva nelle mie vene, quel dolore che arrivava dritto al cuore e lo rendeva debole, vulnerabile.

Quella sensazione che non sei in grado di spiegare perché fa talmente male che vorresti solo, morire.

Le lacrime scendevano come cascate ed io non mi preoccupavo nemmeno di asciugarle.
Quel tormento mi rendeva così piccolo da sentirmi un granello di sabbia in mezzo alla vastità del mare, colui che nemmeno ora, sarebbe stato in grado di aiutarmi.

Sentivo il vuoto dentro di me. Solo il vuoto.
Ed improvvisamente non ebbi più la forza di lottare.
Mi abbandonai alle mie fragilità, mentre il mio respiro cessava di continuare.
Io, solo, nel bel mezzo del mio dolore, una sofferenza che mi sarei trascinato per tutta la vita se lei non fosse stata con me.

Poi mi svegliai. Ritornai magicamente alla vita reale. Il mio corpo era debole, privo di energie. Feci fatica ad alzarmi in piedi.

Scroccai le dita delle mani, poi la schiena ed infine il collo.

Rigirai l'anello tra le dita, quello con la pietra lunare nera che mi regalò Blake prima che andassi in riformatorio.
Tende ad infondere armonia ed equilibro. Ha un effetto calmante e rasserenante nei confronti di chi si sente sopraffatto dalla vita e dai suoi disagi ed ha bisogno di ritrovare un senso di speranza.

Lo porto sempre con me. Sull'anulare destro. Non c'è stata volta in cui l'abbia tolto.

Sulla mano sinistra invece vi era un anello con un incisione: serendipity. Quando si scopre qualcosa di importante mentre si è intenti a cercare altro. Sono gli incontri che ti cambiano la vita.
Questo fu un dono da parte di Trevor.

Prometto solennemente di portare questo anello sempre con me, sarà l'oggetto più prezioso di cui avrò cura per tutta la vita.

Affianco, nell'indice, ve n'era uno particolare, in fil di ferro.
Lo abbozzai sul momento quando andai in campeggio con la ragazzina e credo che non abbia bisogno di alcuna descrizione.
È un modo per averla sempre con me.

Dopo aver concentrato un minimo di forze mi alzai dal letto dirigendomi nella terrazza, mentre con una mano portai la sigaretta alla bocca. Non ero un gran fumatore, tranne quando esso era l'unico rimedio per non pensare.

Vi era ancora la jacuzzi di Aaron. Un sorriso spontaneo si fece strada sul mio viso non appena i ricordi mi riaffiorarono in mente.

"Finalmente ti sei svegliato, pensavo fossi in coma" la sua figura spuntò dalla porta scorrevole portandomi ad alzare il capo nella sua direzione.

"Sarebbe stato decisamente meglio" aspirai del fumo per poi rilasciarlo nell'aria attraverso una nube che si dileguò subito dopo.
Avanzò verso di me.

"Sono preoccupato, Derek. Temo che tu non sia più in grado di reggere tutto questo" appoggiò la schiena alla ringhiera affrettandosi a togliermi la sigaretta dalle mani.
Lo guardi sottecchi.

"Ho solo avuto una stupida ricaduta. Passerà" infilai le mani in tasca.

"Non mi hai più detto nulla sulla visita con il Dottor Shepherd".

Cazzo. Mi strofinai il viso con una mano.

"Non c'è nulla da sapere, mi ha dato la conferma".
Il suo volto si fece cupo. La cosa lo destabilizzò alquanto.

Misi le mani sulle sue spalle facendo coincidere i nostri sguardi.

"Non ti preoccupare, doveva andare così. Magari un giorno potrò dire di essere stato migliore di lui, o almeno, ci proverò" sorrisi forzato. Un sorriso che celava solo cose brutte.

"Sei sempre stato migliore di lui. Questo non cambierà le cose".

Non so se fosse effettivamente così, ma una cosa era sicura, mai avrei fatto male ad una donna, mai mi sarei avvicinato a lei senza il suo consenso, mai avrei fatto ciò che mio padre si arrogò il diritto di fare. Questa era l'unica certezza che avevo.

Figlio mio, le donne sono la ruota motrice di questo mondo, senza di loro nulla avrebbe un senso.
Rispettale sempre, anche se loro non rispettano te.

La mamma ripeteva sempre quelle parole.
Avrei portato avanti quei valori. Ci credevo fino in fondo.

"Sono malato Aaron. Nulla potrà cambiare questa cosa" gli accarezzai la guancia mentre i suoi occhi si macchiarono di dispiacere.

"Cosa farai con lei?" domandò di soppiatto disorientandomi completamente.

"La lascerò andare, non potrebbe mai stare a fianco di uno come me. Preferisco avvenga ora prima che non abbia più la forza di farlo" l'avrei liberata, sarebbe stata un piccolo uccellino capace di volare nel cielo.

Non ero all'altezza di darle ciò che meritava, fingevo che non me ne fregasse nulla, era l'unico modo per fottere il sistema.

Perché la verità è che più mi convincevo del contrario, più la mia stabilità mentale ne risentiva.

Piccolo fiore, mi assicurerò che chi ti trovi sia in grado di accudirti e di proteggerti dalle tempeste.
Finalmente la tua sofferenza avrà una fine.
Ed io potrò mettermi da parte affinché tu possa realizzare tutti i tuoi sogni. Tutti quanti.

"Non credi che dovresti sentire il suo parere? Chi ti dice che è ciò che vuole?" si staccò dalla ringhiera sedendosi sul bordo della jacuzzi.

"Le rovinerei solo la vita, Aaron. Noi due non ci siamo mai sopportati, le cose sono sfociate in un'altra direzione ed ora è il momento che tutto torni come prima" mi voltai appoggiando i gomiti sul parapetto.

Le luci della città illuminavano anche il punto più buio e nascosto. In mezzo a tutte quante vi era anche la mia. Colei che illuminava esattamente la stessa cosa ma dentro di me.

"Perché cerchi di autoconvincerti di non provare nulla quando stai letteralmente bruciando per lei?" le sue parole mi colpirono dritto alla schiena come una macigno di pietra.

Ciò che provavo non era paragonabile a ciò che si dovrebbe provare. Sarei andato in fiamme ma ciò non mi avrebbe fermato nel darle un futuro migliore di quello che potessi darle io.

"È solo una stupida infatuazione adolescenziale"
Dopo un po' che lo ripeti va a finire che ci credi veramente.

"Sai anche tu che non è così, quello che cerchi di fare è solo creare una fottuta barriera. Barriera che lei è in grado di annientare".
Non c'era futuro per due come noi.

"Ciò che voglio io non ha più importanza, Aaron. Ho smesso di mettermi al primo posto già da tempo.

Qualunque cosa io provi per quella ragazza, non potrà mai vivere in questo mondo" mi stanziai davanti a lui "È talmente illusorio che sarei uno scemo a credere in una cosa del genere".
Si alzò di scatto, il suo viso era a pochi centimetri dal mio.

"Se vuoi soffocare quei sentimenti che entrambi bramate, fai pure, ma ti prego, smettila di convincerti che ciò che provi non sia amore. Perché saresti pronto a morire per lei, Derek" sputò acido prima di andarsene via. Lasciandomi lì. Ad affogare nel mio animo interiore.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora