LYDIA

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Canzone capitolo- Look after you, The Fray

Quella sera tornai presto a casa, non mi sentivo per niente a mio agio in mezzo a tutta quella gente che non faceva altro che mettersi in mostra e parlare di cose a me sconosciute.

Cheryl non mi lasciò sola nemmeno un attimo, rimase a dormire da me, la storia del bigliettino mi preoccupava alquanto, avrei dovuto parlane non mia madre o con mio fratello ma avrei solo peggiorato le cose, l'unica alternativa era aspettare e vedere se sarebbe successo nuovamente qualcosa.

"Ricordami di non andare mai più ad un Galà" sibilai esausta lanciando la borsa in un angolo remoto della stanza. Esperienza peggiore della mia vita.

"Mia culpa, non ti obbligherò mai più" si tolse le scarpe riponendole ai lati del comodino.
Abbassai la zip del vestito sfilandolo completamente.

La mia mente mi riportava sempre a lui, ai suoi occhi, alle sue mani e alle sue labbra.

"Ci pensi ancora?" Ryl irruppe nei miei pensieri.
Non ho mai smesso un secondo di pensarci.

Annuii debolmente. La cosa mi devastava. La sua indifferenza nei miei confronti lo faceva.

"Perché non provi a parlarci? Magari ora si sarà calmato e sarà in grado di darti delle spiegazioni"
Non l'aveva mai fatto. Si giustificava solo ed io ero stanca di starlo a sentire in continuazione.

"Magari domani, ora voglio solo dormire. Sempre che io ci riesca" commentati flebile distendendomi comoda sul letto.
Non sarei riuscita a chiudere occhio perché ogni rumore, ogni respiro, mi ricordava lui.

"È difficile quando quella persona è dentro di te. Ti sta consumando senza che tu te ne accorga"
Mi voltai celere verso di lei.
Sì, mi stava consumando poco a poco ed io glielo permettevo.

"È una storia di cui già conosco la fine. Finirà solo per farmi soffrire ed allora sarà troppo tardi per rimediare, siamo diversi, nulla potrà mai cambiarlo" spensi la about-jour mentre la mia voce affranta si spense nella stanza.

"L'amore può" Ryl si coricò affianco a me "Notte Lydia"

L'amore era qualcosa di troppo forte e incontrollabile per una come. Nemmeno esso avrebbe potuto salvare le cose.

E come premeditato passai la nottata in bianco, a rivangare pensieri su pensieri, perché per quanto potesse ferirmi era parte integrante di me.
Pian piano era riuscito ad entrarmi dentro come nessuno aveva mai fatto prima.

Provavo quel sentimento che tanto ricercavo, e che in quel momento mi spaventava da morire.
L'idea di non poter più toccare la sua pelle e sentire il battito del suo cuore, mi spaventava.

Perché lui? Dal primo giorno che l'ho visto non ha mai smesso un attimo di ripetermi quanto non mi sopportasse. Perché provavo tale sentimento? Quello che non ti fa capire più nulla, quello che ti mangia vivo e ti trascina con sé in un turbine violento di emozioni. Ti strappa il cuore dal petto e lo butta in mezzo al fuoco ardente per poi uscirne lesionato, afflitto, che solo la dedizione, l'impegno e l'amore, sono in grado di curare.

Mi ero innamorata. Un amore contrastante come noi due. L'inferno e il paradiso.

Quella mattina andai da lui. A casa sua. Non pensai nemmeno a cosa dovessi dire, perché l'unica cosa che volevo in quel momento era vedere i suoi occhi verdi in cui mi ci perdevo ogni volta.
Avrei dovuto prepararmi un discorso. Un qualcosa. Ma non lo feci. Avrei lasciato parlare il mio cuore.

Bussai alla porta.

"Ei Lydia" Aaron se ne stava a petto nudo con gli occhi socchiusi. Lo salutai con la mano.
"C'è Derek?"
Lui si grattò la testa con l'indice prima dia lanciare un'occhiata indietro.
"A dire il vero non è tornato, sarà in spiaggia, prova a vedere lì"

until the last breath-fino all'ultimo respiro Where stories live. Discover now