DEREK

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La trattai di merda, per l'ennesima volta.
Mi meritavo il suo rancore, la sua indifferenza.
Ero stronzo.

Quella sera non feci altro che starmene rinchiuso in camera con la musica a palla in compagnia di una paio di sigarette, o forse poco più.
Le mie amate Marlboro gold.

Un'altro cambio di umore a cui io non seppi dare un nome.
O forse sì, ma la paura mi impediva di etichettarlo.
La stanza era diventata una ciminiera, il fumo che aleggiava nell'ambiente aveva creato una nebbia fitta ed io avevo bisogno di respirare aria pulita, così dopo aver aperto la finestra me ne andai al mare.

Erano le quattro di notte ed io ero l'unico a vagare per la città come un drogato.

Chissà cosa starà facendo la bimba.
Non ho smesso di pensare a lei per tutta la sera, ogni fottuto secondo lei era nella mia testa.

La distesa azzurra era piatta.
Non si avvertiva nemmeno il rumore delle onde frastagliarsi contro gli scogli. Era tutto fin troppo tranquillo da sembrare surreale.
Forse il fumo mi aveva dato alla testa e quello era solo uno stupido sogno. Incubo, per l'esattezza.
Avrei dovuto seguire il consiglio di Aaron e recarmi dal Dottor Shepherd, mi avrebbe aiutato con questa situazione, con il casino il quale era la mia vita.

Mi sarei dovuto affidare nelle sue mani prima che la situazione degenerasse. Prima che Lydia soffrisse per colpa mia. Avrei fatto uno sforzo, mi sarei sacrificato. Per lei.
Mi sarei dovuto tuffare nei ricordi, nei tormenti di una vita, avrei dovuto affrontare cose più grandi di me e magari dichiarare la mia sconfitta. Oppure la mia vittoria. Chi lo sa.
E più il tempo passava, più il mio cervello peggiorava.

Una figura si affiancò alla mia. Era Chloe.
"Pensieroso?"

Annuii senza risponderle. A malapena ricordavo il suo nome.
Aggrottai la fronte. Indossava un vestito lungo ed elegante, un abito inusuale per andare in spiaggia.

"Ho appena avuto un Galà" mi lesse nel pensiero.

"Credo di non essermi mai annoiata così tanto in vita mia" la sua mano sfiorò le mie dita. Interruppi subito quel contatto che mi sembrò avventato.

Lei emanò una leggera risata trattenuta.

"Sei sempre stato così riservato" proferì.

Ero confuso. Non abbiamo mai avuto modo di parlare, che ne sapeva lei di come ero fatto?

Si avvicinò a me.

"Quali sono esattamente le tue intenzioni?" mi alzai in piedi discostandomi da lei.
La situazione mi stava innervosendo. Lei lo faceva.

"Pensavo fossi tu quello a provarci con le ragazze" sorrise.
Ma che diamine stava dicendo?
"Ho determinati requisiti" risposi secco.
"Tipo Lydia? Non sapevo che ti interessassero quelle come lei"

Sentii la rabbia affiorare dentro.
"Quelle come lei?" tuonai.
"Sì, quelle che si scopano i propri ex di nascosto" si alzò in piedi pulendosi il vestito dalla sabbia mente io rimasi attonito a decifrare le sue parole.

"Che cazzo stai dicendo?" ero in preda alla collera. I muscoli si tesero e gli occhi si annebbiarono di colpo.
Sperai fosse solo uno stupido scherzo organizzato o avrei buttato giù il mondo.

"Al Galà, durante il discorso, James e Lydia sono entrati insieme nello sgabuzzino. Stavo andando in bagno e li ho visti, non sapevo se dir..." non le diedi il tempo di finire.

"Stai beffando!"
La ragazzina non l'avrebbe mai fatto. Non dopo ciò che successe all'hotel. Non si sarebbe mai avvicinata a lui. A quel mostro.

"Apri gli occhi, Derek, non fai altro che farla soffrire. James è il ragazzo perfetto per lei, la riempie di attenzioni e la ama veramente"
Il mio corpo si sgretolò in piccoli frammenti.
Presi una pietra da terra e la lanciai in acqua.
Ciò che provai in quel momento fu indescrivibile.
Una rabbia accecante mi pervase dalla testa ai piedi. Colpì ogni fibra del mio corpo annientandomi completamente.

L'idea che lui l'avesse sfiorata provocava in me un istinto omicida che non avvertii mai prima di allora.
L'avrei ammazzato con le mie stesse mani.
Sta volta l'avrei fatto veramente, non mi sarei fermato ad un semplice pugno, gli avrei staccato il cuore dal petto per poi immergerlo dentro il catrame, l'avrei annientato fino a trasformarlo in un mucchio di polvere.

"Quel lurido pezzo di merda..." feci per andarmene ma Chloe appoggiò una mano contro il mio torace impedendomi di avanzare ulteriormente. Doveva togliersi dai piedi, dovevo trovare quel coglione e fargliela pagare di brutto per aver toccato ciò che era mio.

Solo dio sa cosa provai in quel momento, volevo spaccare il mondo, accartocciarlo ed incendiarlo ripetutamente, senza sosta.

"Così non farai altro che peggiorare le cose, dovresti prendertela con Lydia, è stata lei ad iniziare quella conversazione, non avrei motivo di mentirti, era mia amica prima di fare questa cazzata"

Ed improvvisamente sentii lo stesso dolore che provai tre anni fa.
Quella sofferenza che mi devastò.
La stavo riprovando, stavolta più impetuosa, più decisa. Mi stava stravolgendo.

Credo ci voglia molto di più affinché io ti possa spezzare il cuore.

E invece ci era riuscita. Contro ogni mia aspettativa l'aveva fatto. Mi aveva spezzato il cuore. Ridotto in frantumi.

Non era solo dolore quello che avvertivo dentro di me. Era delusione, rancore, tristezza.
Sarei caduto di nuovo in quel tunnel e stavolta non avrei più trovato la via d'uscita, avrei fatto in modo che non accadesse, tanto il mio destino era ormai segnato, ci sarei finito di nuovo.
Mi strattonai dalla sua presa. Volevo solo fumare fino a perdere i sensi e dimenticare ciò che provavo in quel momento.

"Ti ha solo usato. Lei non ci tiene a te, Derek"
Un tuffo nel passato.

"Pensavi veramente che ciò che provasse fossi vero? Che fossi perdutamente innamorata di te? Che saresti stato colui che avrei sposato?" rise.
"Sei patetico"

Il petto prese a muoversi velocemente, il fiato rincorreva i battiti e le mie mani iniziarono a tremare. Quel tormento mi stava consumando dentro, poco a poco.
Avrebbe risucchiato ogni mia particella fino a farmi morire.

Chloe si avvicinò posandomi un bacio sull'incavo del mio collo. Un gesto che mi arrecò fastidio.
"Rilassati" portò le mie mani sui suoi fianchi facendo aderire il suo petto al mio.
Come poteva chiedermi di rilassarmi?
In quell'istante non ebbi modo di ragionare. Per quanto odiassi quel contatto la mia testa non era collegata. Mi trovavo in un'altra dimensione. La più brutta mai esistita. Successe tutto così in fretta che non mi accorsi di nulla.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Where stories live. Discover now