DEREK

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Quella sera non feci altro che pensare al suo corpo sopra di me.
Ai suoi glutei sodi.
Alla mia erezione in mezzo alle sue gambe.
Volevo di più ma non avrei potuto averlo.
Quando arrivai a casa mi buttai dentro la doccia.
Mi masturbai all'incirca quattro volte pensando a ciò che successe poco prima. Ma nella mia mente andai ben oltre.
Varcai confini inimmaginabili.
Dove lei era il mio orizzonte.
Ed io lo superavo.

Suonarono al campanello.

"Si può sapere dove diavolo eri finito?"
Karen varcò la soglia inondando casa mia con il suo nauseante profumo alla ciliegia.
E ora cosa vuole?

"Ciao anche a te" presi una sigaretta e la portai alla bocca, ero curioso di sapere il motivo della sua visita.

"Derek non è il momento di scherzare, è dalla serata del neon party che non ho più avuto tue notizie!"
Odiavo quando apriva la bocca per urlare.
Meglio se la usava per far altro.

"Ero impegnato, e poi non sono tenuto ad avvisarti di ogni mio movimento" aspirai e buttai fuori il fumo dai polmoni.

Di lì a poco me li sarei consumati, avrei dovuto diminuire le dosi se avessi voluto continuare a vivere. Anche se non ero molto convinto di volerlo veramente.

"Lo sai che Trevor parlerà se spezzerai il cuore alla sua sorellina". Pensavo sapesse che tra me e lei non ci fosse nulla, eppure si comportava da fidanzatina gelosa arrogandosi il diritto di dirmi cosa fare e cosa non.

Lui e Karen erano uguali.
Erano entrambi capaci di farmi incazzare di brutto.
Mi avvicinai a lei. Ad un palmo di distanza.

"Se tuo fratello parla, può considerarsi morto"
Non avrei esitato un attimo ad immergergli la faccia nell'acido e a lasciarla a mollo tutta la notte.
Non l'avresti fatto.

Quella cosa non sarebbe mai dovuta uscire fuori.
Ciò che apparteneva al mio passato, la custodivo dentro di me, in una parte ben nascosta che nessuno avrebbe potuto raggiungere.

"Ora esci da questa casa" cercai il più possibile di non urlare, soffocai i nervi.
"Te ne pentirai prima o poi, Derek" sentii la porta sbattere poco dopo. Trevor era l'unico a conoscere quel segreto.
Era l'unico in grado di poter rovinare la mia vita. Ad ogni suo passo falso ne corrispondeva uno mio. Se voleva giocare, io ero pronto a farlo, e ne sarei uscito vincitore.

Buttai la sigaretta prima di chiamare mia madre.
La sentivo ogni giorno o almeno quando potevo.

"Ehi figliolo! Mi era mancata la tua voce, come stai? Tutto bene?". Lei era la cosa più preziosa che avessi. Tutta la mia famiglia lo era.

"Sempre uguale. Lì è tutto apposto? I due pestiferi?"

"Stanno bene, gli manchi tanto, ormai manca poco prima di rivederti" la sua voce mi scaldava il cuore.

"Sempre che tutto vada bene...sai com'è la
situazione" iniziai a passeggiare per il soggiorno torturandomi assiduamente le dita.

"Lo so tesoro, ma ricordati cosa ti ho detto ieri, è importante che tu lo tenga bene a mente"

"Tranquilla, nulla sarà più come prima d'ora in poi, te l'ho prometto. Ora devo andare, salutami e abbraccia forte tutti da parte mia, vi voglio bene"

"Anche noi te ne vogliamo, infinitamente" le mandai un bacio prima di chiudere la chiamata.

Quei pochi minuti con lei mi aiutavano a non perdere il controllo. A mantenere la testa ben salda sulle spalle.
Mandai un messaggio ad Aaron per sapere dove fosse, avevo bisogno di bere e con lui sapevo di riuscirci alla grande.

Tu
Dove sei? Tra le gambe di Cheryl?

Non riuscivo ancora a capacitarmi che quei due si frequentassero. Non erano una brutta coppia anche se sotto sotto ero convinto non sarebbero durati molti.

until the last breath-fino all'ultimo respiro Donde viven las historias. Descúbrelo ahora