LYDIA

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Quella sera dopo essermene andata non tornai più a ballare, preferii rincasare e farmi una bella dormita, cosa che mi risultò difficile, la mia mente continuava a riportami lì, da lui, continuava a porsi domande infinite a cui io non seppi dare alcuna riposta, del perché si fosse comportato in quel modo, perché mi avesse portata lì in quella spiaggia per poi lasciarmi andare. Aveva dei comportamenti insoliti che io non riuscivo a capire.

Ieri ero scombussolata, per colpa sua, disorientata, era così che mi faceva sentire ogni qualvolta si avvicinava.
Inoltre avrei voluto scusarmi con Stephan, quindi appena mi svegliai gli scrissi un breve messaggio su Instagram, sperai solo non ce l'avesse con me.

Tu
Ei, sono Lydia, la ragazza con cui ballavi ieri sera.
Volevo scusarmi per l'accaduto, non pensavo potesse reagire in quel modo. Sono mortificata.

Stephan
Ei, moretta!
Non devi preoccuparti, non è stata colpa tua, devo ammettere che quel ragazzo oltre ad essere bello ci sa fare con i pugni, ho dovuto tenere il ghiaccio tutta la notte per evitare che diventasse una palla da bowling :)

Tirai un sospiro di sollievo non appena lessi il messaggio.
Subito dopo mi ricordai dell'allenamento con Aaron, ero già in ritardo di cinque minuti, mi sarei dovuta mettere a correre per arrivare in spiaggia giusto in tempo. Derek ed io non avevamo nemmeno avuto l'occasione di discutere della gara, dopo la sera prima non si era più fatto vivo ed io non sapevo nemmeno come si svolgesse una competizione di surf. Ero sicura che se fossi stata io la causa della perdita mi avrebbe odiato veramente, e sinceramente ero stanca di litigare. Il mare era abbastanza calmo rispetto al consueto, le onde a stento superavano il mezzo metro di altezza, ma siccome non avevo ancora imparato a stare ferma su una tavola non mi preoccupai più di tanto, infondo non avrei toccato l'acqua nemmeno con un dito. Mi diressi verso il tendone a passo spedito, la sabbia si incastrava nelle dita dei piedi bagnati portandomi ad avvertire un certo fastidio. Vidi Trevor, se ne stava in posizione eretta a visionare dinanzi a se come se stesse contemplando il paesaggio, potei notare inoltre lo sguardo a tratti assente, come se non si stesse nemmeno accorgendo di ciò che stava succedendo in quel momento intorno a lui. Non appena mi scorse, in lontananza, una scossa repentina lo riportò alla mondo reale.

"Ehi ragazza, non ci siamo più rivisti" alzò il braccio in segno di saluto, indossava la muta da surf che lasciava in parte scoperto l'addome, sarà stato lì per allenarsi e subito pensai alla gara, forse aveva deciso di partecipare e non osavo immaginare cosa sarebbe successo tra Derek e lui se mai uno di loro avesse prevalso sull'altro, speravo solo di non dovermi ritrovare in un bagno di sangue e che Trevor fosse più maturo del ragazzo che tanto non mi sopportava.

"Non sai quanto mi dispiace per ciò che è successo l'altra sera" confessai in imbarazzo. Ero a conoscenza che non fosse stata colpa mia e che tra i due non scorresse buon sangue, ma avevo provocato io quella reazione in Derek, non avrei mai dovuto dare ascolto a Ryl, odiavo mettermi in mezzo in cose che non mi riguardavano, tantomeno se in esse centrasse lui.

"Non ti devi preoccupare, questo è niente in confronto a ciò che mi ha fatto" notai del rancore in quelle parole, ma le disse con una tale facilità che fui certa non si trattasse della prima divergenza tra i due, e come se intorno ai loro corpi, al quello di Derek, ci fosse un'aurea di mistero che non volessero far vedere a tutti, eppure io la vedevo, cresceva giorno dopo giorno e mi incasinava la testa come un rebus. Sapevo di non essere nella posizione migliore per fare domande, se Derek ne fosse venuto a conoscenza ero sicura non avrebbe reagito nei migliore dei modi. Tutto ciò che riguardava la sua vita doveva rimanere nascosta nei meandri del suo cuore, non vi era sentiero che potessi percorrere per raggiungerlo che non fosse rovente e ricoperto di spine, la penombra persisteva all'interno di lui, non vi era nemmeno una fioca luce ad illuminare quei sentieri così tanto insidiosi.

Portai una mano sul cuore non appena quei pensieri scatenarono in me una morsa al petto quasi mortale, soffocante, come se qualcuno avesse insidiato la sua mano tagliente dentro ti me per poi strapparmi l'anima a pezzi e gettarla in mezzo al fuoco infernale il quale erano i ricordi, come se tale oscurità riuscisse a penetrarmi dentro e mi permettesse di sentire il dolore che essa provoca quando raggiunge i punti più sensibili del tuo corpo, come il centro pulsante che batteva a ritmo di sinfonia.
Una luce furtiva si animò nel mio sguardo non appena avvertii tale malore abbandonare il mio corpo come se avesse ottenuto ciò che voleva. Mi inumidii le labbra per poi ricompormi.
Mi prestai solo a porgere una semplice domanda.

"Partecipi alla gara di surf?" presi a massaggiarmi il collo in maniera scostante, attraverso dei piccoli movimenti circolari che mi aiutarono a rilassare i muscoli tesi.

"Sì, volevo allenarmi ma come vedi le onde non sono abbastanza alte per permetterlo. Hai intenzione di partecipare anche tu?" proferì con tono ironico.

"A dire il vero sì, o meglio, sono costretta" ero sicura che di lì a poco avrei scatenato in lui una risata divertita, d'altro canto aveva tutte le ragioni di farlo, io mi sarei limitata a subire ciò che mi meritavo.

"Oh wow, Derek o Aaron?"

"Derek" sospirai.

"Allora dovrai allenarti sodo, sai è molto competitivo, odia perdere" le ultime parole fuoriuscirono sotto forma di sussurro.

Un velo di preoccupazione si dipinse sul mio viso.
Non avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo se avessimo perso la gara, ma d'altronde lui era conoscenza della mia scarsa abilità nel surf quindi la colpa sarebbe stata per lo più sua, io gli avrei rinfacciato la cosa e saremmo finiti a litigare come cane e gatto su chi avesse ragione o meno. Infondo non era la prima volta, che litigavamo, era come se tra noi due le cose sfociassero in due direzioni diametralmente opposte, anche se avessi teso la mano verso di lui, ero certa, dentro di me, che avrebbe fatto di tutto pur di non afferrala.

Portai una mano alla bocca iniziando a torturare le mie dita come se fossero loro la causa di tutto. Quella situazione mi aveva trasmesso una buona dose di agitazione e per un momento non seppi più cosa fare "Se dici così non fai altro che peggiorare il mio stato di stress. Avessi potuto mi sarei già rintanata dentro casa e ci sarei rimasta fino alla fine della gara" esalai preoccupata.

"Dai vieni con me, ti insegno qualcosa" non mi diede il tempo di metabolizzare che mi trascinò nel bel mezzo della spiaggia tenendo sotto braccio la tavola da surf che adagiò a terra poco dopo.

"Qui ci sono dei dossi, il che ti permetterà di aumentare il tuo equilibrio, ti servirà" mi fece cenno di salire ed io fui relativa per una pio di minuti.

"Sbaglio o io e te siamo rivali?" gli sorrisi di sbieco prima di salire sulla tavola con movimenti lenti.

"Derek ed io lo siamo" ripose lui agganciandomi il laccio alla caviglia per impedire che la tavola si muovesse al di sotto del mio corpo. "È un modo carino per dirmi che sono scarsa?"
In effetti non aveva tutti i torti.

"È un modo carino per dirti che non mi preoccupi...ora sistemati bene"

until the last breath-fino all'ultimo respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora