DEREK

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Cazzo, cazzo, cazzo.
Stavo camminando avanti e indietro per il bagno con le mani tra i capelli. Avevo fatto una cazzata bella grossa.

"Diamine Derek!" tirai un pugno contro al muro rompendomi le nocche che presero a sanguinare.

Mi ero ripromesso di non avvicinarmi più a lei, che non l'avrei fatta soffrire più di quanto già non avessi fatto, ma era lì, davanti a me, circondata dalla sua aurea pura ed ingenua, il suo essere così bambina mi mandava letteralmente fuori di testa.

Non sono riuscito a controllarmi. L'impulsività ha prevalso su tutto. Su di me.
Ancora una volta varcai quel confine che mai più avrei dovuto oltrepassare. Ma lei come veleno, si è insinuata nel mio sangue ed ora io non riesco a liberarmene, mi sta mangiando poco alla volta.
Mi sentivo debole.
Rimasi sotto l'acqua per circa un'ora, tolsi di dosso il sangue di quel pezzo di merda che presi a pugni alla festa.
Avrei dovuto ammazzarlo, renderlo un piccolo essere insignificante.

La ragazzina era già andata via, sentii il rumore della porta chiudersi non appena Cheryl suonò al campanello.
Quel vestito, dio se mi faceva impazzire. Le fasciava l'esile corpo alla perfezione mettendo in risalto i suoi seni tondi e sodi. Mi eccitai al solo pensiero.

Non potevo permettere che accadesse ciò, mi sarei dovuto occupare esclusivamente dell' idiota che continuava a mandarle quei cazzo di bigliettini anonimi, era più difficile del previsto, passavo le mie notti a cercare indizi su indizi senza concludere mai niente.

L'avrei protetta, chiunque fosse stato dall'altra parte, non avrei permesso che succedesse qualcosa al mio piccolo fiore.

Avrei dovuto parlare con la mia famiglia, con Sharon, dire loro tutta la verità prima che potesse farlo Lydia al posto mio.

Confessare loro di essere bipolare, cavolo non ero ancora riuscito ad accettare il fatto che quel bastardo di mio padre mi avesse trasmesso il suo male. Non era soddisfatto di quello che ci arrecò in passato, voleva annientarmi a tutti i costi.
Se la ragazzina avesse saputo, probabilmente non sarebbe più qui.

Avrebbe avuto una risposta a tutte le sue domande.
Mi strofinai i capelli con un asciugamano prima di uscire dal bagno e ritrovarmi Aaron davanti con un'espressione tutto fuorché felice.

"Mi puoi spiegare che cazzo ti prende? Eh? Avevi detto che non ti saresti più avvicinato, Derek, così non fai altro che arrecarle dolore più di quanto tu non abbia già fatto. È fragile e tu lo sai, non avrà le forze per potersi rialzare se tu continui a comportarti così" urlò di soppiatto colpendomi ripetutamente le spalle.

Aveva ragione, sono stato uno stronzo.

"Lo so. Non succederà più" attraversai la sala dirigendomi verso il frigo, presi una bottiglia di birra e la stappai con i denti.

"No invece. Succederà eccome, ripetutamente, perché tu non riesci a stare neanche un fottuto secondo lontano da lei!" le sue urla mi colpirono dritte nella schiena piegandomi in due.

"Sai il bene che ti voglio, sai che farei di tutto pur di vederti felice, ma ora stai oltrepassando il limite Derek, lei non si merita questo. Lo sai anche tu che è così, ma ti stai comportando da egoista ora".

Mi voltai verso di lui per poterlo vedere in faccia.

"Io non provo nulla e farò in modo che lo capisca senza che soffra ulteriormente okey? Mi allontanerò dalla sua vita così che possa essere nuovamente felice" gli rivolsi un'ultima occhiata prima di scomparire in camera.

Non vi era nemmeno un pizzico di verità in quello che dissi e Aaron fu il primo a notarlo, mi conosceva più di me stesso, più di chiunque altro, sapeva cosa passasse per la mia testa, bastava guardarmi negli occhi per capirlo.
Ma i desideri non sempre possono realizzarsi, a volte è giusto che rimangano solo dei sogni.


until the last breath-fino all'ultimo respiro Where stories live. Discover now