Capitolo 30: Il grido silenzioso.

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HARRY POTTER.

Un grido di Harry Potter distrusse la quiete della sua stanza. Ronald Weasley, Dean Thomas, Neville Paciock e Seamus Finnigan si alzarono assonnati e fissarono il loro amico.

Una dozzina di secondi più tardi, Hermione Granger, Ginny Weasley e Mary Montgomery entrarono nella stanza, allarmate.

-Dio Santissimo! Harry Potter la devi smettere di svegliarci così!-, esclamò Hermione infastidita.

-Ti chiedo scusa! Devo assolutamente verificare una cosa!-.

Scese dal letto e subito, Hermione, Ron, Mary, Neville e Ginny lo seguirono. Il ragazzo con gli occhialetti rotondi uscì dal ritratto e si diresse verso un corridoio, ma nel mentre vennero bloccati dalla Umbridge.

-Studenti nei corridoi all'una del mattino?-, cinguettò lei. -Uh, che cosa scorretta. Presto, tutti nel mio studio-, mormorò la donna.

I ragazzi camminarono lentamente verso l'ufficio della loro professoressa ed entrarono. All'interno c'era Luna Loovegood, accerchiata dai soliti Serpeverde.

———

MARY MONTGOMERY.

Alla vista di Draco, divenni rossa, sia per l'emozione che per la rabbia.

La Umbridge mi spinse contro di lui e così atterrai sul suo petto caldo, sentendo il suo cuore battere.

-Starete qua con loro fino a quando lo dirò io, va bene?-, esclamò la donna.

-Va bene-, acconsentì Harry.

La signora uscì dalla stanza ed io alzai lo sguardo verso Draco.

-Aiutami-, mormorai.

Lui, per tutta risposta, rimase sorpreso. Mi accarezzò i capelli e sorrise. Ricambiai il gesto, sentendomi finalmente felice fra le sue braccia.

———

Due ore dopo eravamo al Ministero. Entrammo in una stanza buia, piena di ampolline luminose e piene di curiosi liquidi. Cominciammo a camminare lentamente, guardandoci nervosamente attorno, per paura che ci fosse qualcun altro, oltre a noi.

La tranquillità e la pace di quel luogo valevano a dire la presenza di poche persone, ma era normale pensare che i nostri nemici avrebbero potuto comportarsi come noi, ovvero tacendo e cercando di non fare troppo rumore.

Ad un tratto, si sentì un fruscio. Harry si voltò a fissarci, poi il suo sguardo balzò su un'ampollina dorata. Si avvicinò cautamente e la prese fra le mani, poi ascoltò la voce.

Sembrava una profezia, una frase che si ripeteva più e più volte.

Improvvisamente, una risata malefica ci fece sobbalzare. Voltammo la testa e davanti a noi vedemmo Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange.

-Potter, che piacere rivederti-, squittì Bellatrix.

-Ah, Bellatrix Lestrange?-, fece Neville.

-Neville Paciock? Come stanno mamma e papà?-, chiese ridendo.

-Stanno per essere rivendicati!-, gridò lui.

Io ed Hermione lo tenemmo fermo per un braccio, onde evitare che Neville attaccasse la strega più pericolosa del mondo magico. Lucius rise, seguito dalla donna coi lunghi capelli ricci.

-Allora, Potter, me la dai la profezia?-, chiese Lucius.

-Mai-, giurò Harry, poi cominciò a correre e noi lo seguimmo.

Intorno a quei corridoi bui non si poteva negare di aver paura. Non mi fermai un istante, continuai a correre, lanciando colpi di bacchette qua e là, dato che alcuni Mangiamorte mi stavano alle calcagna.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora