Capitolo 49: Anger.

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Il giorno dopo né quello dopo ancora, Kreacher non si fece vedere. Le giornate passavano lente, inutili, fredde e insensate... ma ovviamente ognuno di noi aveva qualcosa da fare.

Harry continuò a perlustrare la casa insieme a Ron, mettendo da parte cose che riteneva importanti o legate alla sua famiglia; Ron lo seguiva soltanto perché non aveva nient'altro da fare, se non litigare con Hermione.

Lei restava tutto il giorno a scrivere, a studiare e a leggere il libriccino regalatole da Silente, dicendo che forse avrebbe trovato qualcosa di interessante e qualcosa che l'avrebbe colpita al punto di voler scoprire cosa significasse.

Tuttavia, dopo aver fatto delle ricerche su qualche mago citato, si convinse del fatto che probabilmente non erano poi così importanti.

Ed io? Oh, io. Io nulla, non facevo proprio nulla, se non preparare da mangiare, sfogliare libri ingialliti e ripassare "come far apparire un Patrono e farlo parlare", come diceva Ron.

Sfortunatamente era più difficile del previsto, dato che erano anni che non provavo ad esercitare un incantesimo simile, perciò avevo rinunciato al terzo giorno.

La mattina del terzo giorno, appunto, avevo appena terminato di sistemare la cucina, quando Ron ed Hermione mi chiamarono verso la finestrella del salotto.

Cercando di non muovere le tende, guardai all'interno dei buchetti ricamati e notai due uomini vestiti in nero che osservavano la casa.

-Sono Mangiamorte?-, chiesi io, mentre Harry si avvicinava.

-Credo proprio di sì, Mary. Non è un bene che siano lì-, rispose Ron.

Hermione si tastò i capelli. -Non sanno che siamo qua. Se ne fossero certi avrebbero mandato Piton...-.

-Ma potrebbe essere che l'abbiano mandato via le maledizioni di Malocchio... quindi ora anche se sapesse qualcosa non potrebbe dirlo a nessuno-, ragionò Harry.

Sospirai, poi mi alzai e ripresi a camminare lentamente.

Improvvisamente, vidi un animale argenteo camminare per la stanza. Era una donnola di medie dimensione e quando si fermò, a pochi metri da me e la voce di Arthur cominciò ad aleggiare per il salotto.

-Stiamo bene. Non rispondete perché ci stanno inseguendo-.

Ron balzò in piedi e sorrise, poi io ed Hermione lo abbracciammo. Harry gli diede una pacca sulla spalla e per la prima volta da quando era morto Silente lo vidi sorridere.

Hermione aveva gli occhi lucidi, così strinse Harry e lui sorpreso rimase qualche secondo a contemplare il gesto.

-Ron, ora puoi stare più tranquillo...-, sussurrò Hermione, poi indicò un lupacchiotto saltare da una parte all'altra.

Era il Patronus di mia madre. Mi avvicinai lentamente e lo sfiorai; lui mi leccò un dito e poi la voce di mia mamma si fece sentire.

-Stiamo bene. Mary, non cercarci. Abbiamo intenzione di scappare in America, per tuo fratello. Ti verremo a cercare quando sarà tutto a posto e quando nostro figlio e tuo fratello starà bene. Lo chiameremo Teddy, proprio come il nonno. Ti vogliamo bene, tesoro. Un abbraccio ai tuoi amici-.

Una lacrima mi rigò il viso. La bellezza di sentire la voce di mia madre, non era paragonabile a quella di sentirlo chiamare "mio fratello" da lei. Teddy, Teddy Lupin, sarebbe stato mio fratello.

Hermione mi posò una mano sulla spalla e sorrise, poi Harry e Ron ci raggiunsero e ci abbracciammo, insieme.

Qualche istante dopo, si sentì la voce di Moody ("Severus Piton"?), la signora Black e poi... la voce di mio padre. Con la sua aria piuttosto trasandata, apparve nel corridoio. Ebbi un attimo di panico, poi lui corse ad abbracciarmi. 

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now