Capitolo 6: Strane emozioni

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Mi sedetti al fianco di Harry e cominciammo a mangiare allegramente seguendo le conversazioni altrui. Parlammo dei corsi, delle camerate, del tempo libero, finché un ragazzo mi chiese se sapessi il nome dei professori.

Era un ragazzo con la pelle color caffè amaro, gli occhi piccoli e un gran sorriso. Sembrava simpatico e fu per questo motivo che cominciammo una conversazione.

-A dir la verità no-, risposi scuotendo la testa.

Lui sorrise gentilmente. -Oh, guarda... la donna con i capelli raccolti è la professoressa McGranitt e insegna Trasfigurazione. È la direttrice della nostra casa. Il professor Vitious, invece, insegna Incantesimi ed è il direttore della casa Corvonero-.

-Sembra severo-, mormorai io.

-Davvero lo pensi?-, chiese ridacchiando.

-Oh, beh... a BeuxBatons ci sono così tante differenze! Insomma, è tutto così diverso qua-.

Bevve un sorso d'acqua e sorrise. -Ti manca quella scuola?-.

-No-, risposi con un sussurro. -Mi manca l'affetto di una famiglia-.

Mi accorsi solo dopo di averlo detto, perciò mi coprii la bocca con una mano e abbassai lo sguardo. Lui capì cosa stava accadendo così andò avanti con il discorso.

-Ehm... La professoressa Sprite, che insegna Erbologia, è la direttrice di Tassorosso mentre...-.

Si bloccò di colpo notando che il mio sguardo puntava dritto verso un professore dall'aria annoiata. Aveva un naso adunco molto sporgente, capelli neri e unti... Era così familiare.

-Chi è quel professore?-, chiesi cercando di riprendermi dallo shock.

-Severus Piton, direttore di Serpeverde e professore di Pozioni-, esclamò lui.

Scossi la testa: quel nome mi ricordava qualcosa, ma la mia mente era troppo impegnata a viaggiare verso altre destinazioni.

Mi alzai appoggiandomi al tavolo per via di un mancamento e respirai a fondo. STAVO MALE. DOVEVO USCIRE DA LÌ.

-È tutto okay, Mary?-, chiese Harry.

-Io... sì-, risposi, ma questo non mi fece calmare.

Lentamente mi diressi fuori dalla sala mensa, lontano da quell'uomo, da quelle sensazioni, da quei ricordi...

Camminai per circa un minuto percorrendo un lungo corridoio, poi sentendo dei rumori iniziai a correre e voltai un angolo senza guardare la destinazione.

Due istanti dopo mi ritrovai a terra con un fianco dolente e sangue sulla camicia bianca.

-Non sai quanto mi dispiace!-.

Quella voce...

Mi tolsi i capelli dal volto e guardai negli occhi quel ragazzo. Lui appena mi vide spalancò la bocca e rimase paralizzato a fissarmi.

-Mary! Cosa...cosa ci fai qua? Pensavo fossi a cena!-, esclamò Draco.

Imbarazzata distolsi lo sguardo. -Be', sì, stavo cenando, prima. Mi hanno smistata, poi... non avevo più fame e sono uscita-.

-Ti hanno smistata? Io non c'ero, mi dispiace, avrei voluto stare lì ad acclamarti come compagno di casa-.

Sorrisi, ma poi ricordai di non sapere a quale casa apparteneva.

Quel pensiero passò in secondo piano appena mi accorsi che dal suo naso colava del sangue.

-Vieni, Draco, ti accompagno in infermeria!-, esclamai io prendendolo per mano.

Mi voltai pronta per correre, ma lo sentii bloccato al pavimento. Mi voltai e lo fissai.

-Perché lo fai? Nessuno si è mai preso cura di me-, bisbigliò guardando altrove.

Sospirai e rimasi a guardarlo per qualche istante. In lui c'era qualcosa che mi rendeva più legata ad un passato che non conoscevo, in lui c'era una vecchia me che non riuscivo a comprendere.

-Lo faccio perché le persone che ti hanno conosciuto non sono degne di averti come amico-, sussurrai.

Draco mi fissò, poi abbassò lo sguardo e disse:-Andiamo, comincio a sentir dolore-.

Detto ciò mi sorpassò, e senza staccare la mia mano dalla sua, continuò a correre fino all'infermeria. Appena entrò, l'infermiera lo fissò poi venne verso di noi e ci guardò.

-Ci siamo scontrati in corridoio. Io sto bene ma Draco perde sangue dal naso-.

-Basterà un solo tocco di bacchetta-, sorrise la donna.

Draco la seguì e lo fece stendere su uno dei tanti lettini. Mi avvicinai lentamente, senza disturbare gli altri studenti e mi sedetti su una sedia al fianco di Draco.

-Grazie Mary-, mormorò afferrandomi di scatto la mano.

Boccheggiai, ma non osai staccarla. Sorrisi e gli strinsi la mano più forte.

-Amo aiutare gli altri-, esclamai io.

Draco ridacchiò.

-Anche un antipatico come me?-.

-Non sei affatto antipatico, sei solo... Strano-.

Il biondino tutto pepe scoppiò a ridere e per un attimo lasciò la mano. Pentendosene la riprese e aspettò una mia risposta.

-Avanti, parlami di te-, esclamai io.

-Che devo dirti? Ho due genitori molto comprensivi nei miei confronti, una zia un po' matta, degli amici idioti, un'amica invaghita di me...-.

-Stai... stai parlando di me?-, sussurrai.

Draco spalancò gli occhi. -No! Parlo di Pansy, la ragazza che c'era l'altro giorno nel negozio a Diagon Alley-.

Annuii, poi rimasi zitta nel tempo che l'infermiera utilizzò per medicare Draco.

Poco dopo ci alzammo entrambi e io gli diedi la buona notte.

-Ti accompagno?-, chiese.

Senza parlare annuii e insieme percorremmo tutti i corridoi, fino ad arrivare davanti al ritratto di Grifondoro.

-È stato carino da parte tua accompagnarmi-, mormorai.

-Sei una Grifondoro, quindi?-.

Abbassai il capo, un po' delusa dal suo tono e risposi:-Eh già... Mia madre lo era e mio padre... beh, non lo so-.

Sospirò. -Scusa, pessima domanda-.

-Tranquillo-, sorrisi io, poi mi chinasi e gli baciai una guancia.

Sentii qualcuno chiamarmi, così voltai la testa e vidi Harry, Ron e Hermione che mi fissavano allibiti.

-Stai con il nemico?-, chiese Ron.

-Zitto, Weasley-, lo ammonì Draco.

-Vattene, Malfoy!-, esclamò Harry.

-Potter, copia incolla la frase di prima-.

Harry rise. -Molto spiritoso... È tardi, Piton ti starà cercando-.

-Sì, Potter, per una volta hai ragione-, sibilò il professore.

Voltammo tutti la testa verso di lui, ma Piton sembrava guardare solo me e Draco.

-Signor Malfoy, è pregato di raggiungere la sua rispettiva casa! Quanto a voi...-.

Feci un passo avanti. -È colpa mia. Stavano discutendo per colpa mia-, esclamai io.

Piton voltò la testa verso di me e mi fissò a lungo, poi sospirò e disse:-Nel mio ufficio, Montgomery. Quanto a voi — Potter, Weasley e Granger — andate dritti nelle vostre case!-.

Draco se ne andò, senza nemmeno salutarmi, mentre i ragazzi entrarono nel dipinto e scomparvero.

Stare sola con Piton mi fece ricordare due cose: mia madre e Voldemort.

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NELLA FOTO: ALFIE ENOCH, NEL RUOLO DI DEAN THOMAS.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now